Dallara Magazine - page 7

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ister Andersen, ci può parlare di
cosa l’ha spinta a diventare il
promoter della Indy Light Series?
Quale è la sua sfida personale? E’
contento di come stanno procedendo le
cose?
«Negli anni '90 sono stato il promoter del
primo campionato USF2000, e dopo averne
venduto l'organizzazione sono diventato
proprietario di team, prima nelle USF2000
Series, poi nella Star Mazda, infine nella
IndyLights. Avevo una scuderia di due
macchine e ho vinto alcune gare con JR
Hildebrand eMario Romancini. Nel 2010 la
IndyCar mi ha chiesto di ridare vita alle
USF2000 series, che eranomorte nel 2006;
quindi alla fine del 2012 il proprietario delle
Star Mazda Series decise di chiuderle, così la
IndyCar e laMazdami chiesero di
aggiungere quella categoria
all'organizzazione. All'inizio del 2013 sono
iniziati i discorsi con il management
dell'IndyCar a proposito di quale direzione
avrebbe dovuto prendere in futuro la
IndyLights. Divenne evidente che la serie
stava attraversando unmomento difficile, e
avrebbe potuto non sopravvivere. Ho
accettato di incaricarmene per vari motivi,
non ultimo dei quali è che credo in questa
filiera, che dallaMazda conduce a Indy, e
credo che la IndyLights ne rappresenti il
culmine. E' una serie che ha creato tanti top-
driver, e di cui c'è bisogno come ultimo
gradino per addestrare i piloti ai circuiti, sia
ovali sia stradali, prima che diventino piloti
di IndyCar. Lamia sfida personale è di
portare (emantenere) l'alto livello che il mio
staff è riuscito ad ottenere per un numero
sempre crescente di team e di piloti. Alla
fine sono le persone che contano, e io sono
fortunato ad avere un gruppo di alto livello
chemi supporta. Siamomolto critici nei
nostri stessi riguardi e cerchiamo sempre di
migliorarci: fino ad ora ce la siamo cavata
bene, ma la perfezione è ancora lontana.
Sicuramente c'èmolto lavoro da fare».
Quali sono attualmente i rapporti fra
Indy Lights e IndyCar?
«La Andersen Promotions ha in essere un
contratto con la IndyCar che prevede l'affitto
in leasing della serie e di tutti gli
equipaggiamenti, con una opzione di
acquisto. E' intenzione di entrambe le parti
che la Andersen Promotions diventi
proprietaria della IndyLight ad un certo
punto nel corso dei prossimi anni».
Ci racconta come si è arrivati alla scelta
di Dallara come fornitore di telai?
Cosa ha giocato in favore della factory
italiana?
«Ho ricevuto proposte da tre grandi
costruttori, e lemie priorità erano il design
della vettura, la sua qualità, la sua sicurezza
e il prezzo, sia del telaio sia dei pezzi di
ricambio. Dallara costruisce ottime
macchine da corsa, molto sicure, e ci ha
presentato una vettura assai bella che ha
soddisfatto tutte le esigenzemie e del mio
Zach Veach
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