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di Stefano Semeraro

Come è nata l'idea dello step evolutivo della British F.3?

«Volevamo rendere la nostra BRDC F.4 molto più veloce della vecchia

vettura, per renderla uno step naturale dopo la F.4, e il telaio Tatuus era

chiaramente in grado di gestire più potenza e carico aerodinamico.

Oggi la nostra nuova Tatuus-Cosworth si dimostra molto simile alla

vecchia F.3 britannica nei tempi realizzati durante i test, e visto il forte

interesse da parte dei team e dei piloti è chiaro che abbiamo ricreato una

nuova serie britannica di F.3. Quindi abbiamo discusso il nome F.3 con

la Fia e la Msa, che hanno riconosciuto la logica di avere la

denominazione di British F.3, poi la MSV ha ottenuto per Regno Unito

la denominazione di F.4»

Quale è stata, all'inizio, la reazione della FIA a questa proposta?

C'è stato accordo fin dall'inizio oppure è stato un processo lungo?

«La Fia si è dimostrata subito d'accordo con la proposta, poi però sono

serviti due mesi per definire i dettagli».

Come è stato accolto il progetto da parte di team e piloti? Avete

avuto dei feedback concordi?

«Tutti i team l'hanno accolto molto positivamente, in particolare perché

abbiamo continuato a mantenere sotto controllo i costi, che sono solo di

un 20 per cento superiori a quelli della vecchia BRDC F.4»

Questa categoria, con le sue nuove specifiche regolamentari, sarà

adottata in futuro in altri paesi?

«Credo che i nostri regolamenti siano così buoni che essi – o qualcosa di

molto simile – potranno essere adottati in altri Paesi».

Perché avete pensato a realizzarla in collaborazione con Tatuus?

Quale è secondo voi il punto di forza della factory di Concorezzo?

«La Tatuus è stata un perfetto partner telaistico, e ci ha impressionato sia

per la professionalità del rapporto che abbiamo instaurato sia per la

qualità della vettura, dei componenti e dei servizi di assistenza. Alla

Tatuus ci sono ottimi ingegneri, con i quali ci si può rapportare in modo

molto diretto e affidabile».

4

Ricky

Collard

Nando

Norris