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ITALIANO RALLY

Targa Florio

Era già tutto previsto... A bocce ferme vien facile ripensare allo

struggente e un po' rabbioso canto di Riccardo Cocciante: non

era scontatissimo che Paolo Andreucci vincesse, non lo era che

Umberto Scandola finisse secondo e che Sébastien Chardonnet

accompagnasse i due italiani sul podio, ma era almeno proba-

bile. E così è stato, malgrado l'inizio ad handicap del garfa-

gnino con la Peugeot per l'ormai noto problema al cambio.

“Mai come questa volta si deve parlare di successo di squa-

dra”, osserva Ucci ricordando, oltre alla ben nota competiti-

vità della 208 T 16 e a quella delle Pirelli, anche il capolavoro

compiuto dagli uomini della Racing Lions per permettergli di

lanciarsi all'inseguimento degli avversari con appena sessanta

secondi di penalità. Eh già, gli uomini in tuta di Fabrizio Fabbri

sono stati veramente eccezionali nel riconsegnargli dopo un

intervento di appena sedici minuti una “leonessa” con un cam-

bio nuovo di pacca. Lui – con lui Anna Andreussi – hanno fatto

il solito bel lavoro. Senza esagerare, smettendo di andare a

caccia di successi parziali non appena il loro vantaggio aveva

superato i quaranta secondi. E se uno, più uno, più uno fa tre,

il risultato non poteva essere diverso.

Vittoria importante, quella del pluridecorato cinquantenne. In-

tanto perché gli permette di avvicinarsi ulteriormente a quel

decimo oro nella gara di Don Vincenzo che lo proietterà nella

leggenda, poi perché il secondo pieno di punti (in quattro gare)

equivale a una ipoteca decisamente pesante sull'ennesimo ti-

tolo tricolore.

Sorride Andreucci, non sorride Giandomenico Basso che ha ro-

vinato tutto con uno di quei errori da matita blu che hanno pun-

teggiato la sua carriera. E tanto allegro non dovrebbe essere

pure Scandola che sull'asfalto siciliano ha dato addio alla Fabia

Super2000 con una prestazione appena appena sufficiente. “Il

mio obiettivo era il terzo posto, sono finito secondo e va be-

nissimo”, dice Umbi. Sarà, ma si fa una certa fatica a pensare

che sia soddisfatto di un piazzamento che Chardonnet – arri-

vato anche nel palermitano senza aver potuto svolgere nep-

pure un minimo di prove per capire la Fiesta e, soprattutto,

intervenire per adattarla alle strade del Bel Paese – non poteva

togliergli..

Imberto

Scandola