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IRCUP

Taro

Un po' di brezza spinge via le nuvole che, a tratti minacciose, ave-

vano fatto temere a molti di dover aprire gli ombrelli anche que-

st'anno e il gruppo di addetti ai lavori che staziona nei pressi del

mini-riordino a tre passi dalla pedana si gode l'ultimo sole della

giornata. Fra loro, anche Luca Murdolo, il diesse della Hmi. La

conferma che Corrado Fontana ha vinto, sia pure di un niente,

anche l'ultimo tratto cronometrato del bel appuntamento par-

mense gli consente finalmente di buttarsi dietro le spalle i pa-

temi di un fine settimana che per lui è i suoi è stato più

complicato di quanto non s'era immaginato: “Anche questa è an-

data ed è andata bene”, dice il genovese. A chi prova a punzec-

chiarlo facendogli notare che il suo pilota non è riuscito a ripetere

l'en-plain di un anno fa, risponde che sì, è vero. “Ma – aggiunge

– è comunque stato il più veloce in cinque dei nove tratti crono-

metrati disputati e va benissimo così”.

Il suono sordo, quasi cupo, che emettono le vuerrecì quando trot-

terellano interrompe la quiete del fine pomeriggio e pure le rifles-

sioni di Murdi. La ventiduesima edizione dell'appuntamento

proposto dalla Scuderia San Michele sta per chiudersi e pochi re-

sistono alla voglia di gettarsi nella solita orgia di baci, abbracci e

pacche sulle spalle. E di sentire cosa ha da dire il vincitore di

giornata, pur se il suo sorriso dice già quasi tutto. “Peccato che

Roberto Cresci si sia dovuto fermare all'inizio della terzultima

prova: la battaglia fra noi era decisamente bella e il finale sa-

rebbe stato stato davvero interessante”, fa Fontana. Poi ammette

che, finito il duello con l'aretino, ha badato soprattutto a tenere

un passo sufficiente e restare concentrato e ribadisce la sua sod-

disfazione per aver fatto poker sull'asfalto appenninico e spiega

come e perché la sua sia stata una vittoria sofferta: “La Hyundai

ha un potenziale decisamente elevato, ma ancora non abbiamo

l'esperienza necessaria a sfruttarlo completamente e, a diffe-

renza di quanto era successo all'Elba, ci siamo trovati a confron-

tarci con un assetto assai poco adatto a un fondo particolare. A

quel punto è stato chiaro che per spuntarla avremmo dovuto fare

quello che in gara non si dovrebbe mai fare: cambiare tutto il set-

up e sperare che le modifiche fossero giuste...”. Lo sono state:

la i20 ha cominciato a dare il meglio di sé e alla fine della se-

conda boucle il leader dell'International Rally Cup s'è trovato ad

avere solo un paio di decimi di ritardo sull'avversario con la C4.

Che anche per provare a resistergli ha finito per commettere

l'unico, fatale, errore in un rally che aveva iniziato e proseguito

alla grande.

Non è l'unico ad essere soddisfatto, il leader della serie. Ma sono

in tanti ad avere i musi lunghi. Da Felice Re che non nasconde la

delusione rabbiosa per aver avuto fra le mani una DS3 come

piace a lui solo nelle ultime tre prove a Luca Ambrosoli che fa no-

tare come, una parte importante del ritardo che alla fine lo ha di-

viso dai due che lo hanno preceduto l'ha accumulata nei tre

passaggi sulla Tornolo, la speciale più breve di tutte. Da Luca

Betti che, fa notare, avrebbe fatto assai meglio se avesse potuto

svolgere almeno una mezza giornata di test pregara con la Fiesta,

a Rudy Michelini che fa un po' fatica digerire il giro estemporaneo

di valzer offerto agli appassionati a bordo strada a pochi metri

dall'ultimo controllo stop. Quello che gli ha tolto ogni possibilità

togliere a Tonino Di Cosimo la quinta moneta. “Capita e comun-

que non ho tanta da lamentarmi, visto che ho comunque messo

dietro gli altri del raggruppamento”, butta lì il toscano con la DS3

R5. Bravo a tenere dietro il solito convincentissimo Gabriele Cogni

e pure Ivan Ballinari che ha usato per due due terzi di corsa le

gomme che tutti ormai dovranno usare, quelle Fia.

Corrado

Fontana