Background Image
Previous Page  2 / 32 Next Page
Information
Show Menu
Previous Page 2 / 32 Next Page
Page Background

2

Indy Lights

I

l conto alla rovescia verso la stagione

2015 della Indy Lights, la serie

cadetta della IndyCar, è ormai partito.

In questi giorni e poi a gennaio sono in

calendario gli ultimi test, a inizio

primavera partirà il campionato,

organizzato da Dan Anderson, e per il

quale oltre Atlantico c'è molta attesa.

Con Stefano De Ponti, il direttore delle

operazioni Usa di Dallara, scopriamo come

si è sviluppata la collaborazione fra

Varano e Indianapolis e cosa ci dobbiamo

attendere da una categoria che punta ad

un deciso rilancio. «

Le parti strutturali, le

più importanti per la sicurezza del pilota,

come la monoscocca e il musetto vengono

realizzate dalla Dallara in Italia

– ci

spiega De Ponti -

gli altri componenti

invece vengono prodotte fatte negli Stati

Uniti: un po’ qui da noi e per circa un

terzo da fornitori locali, soprattutto nello

stato dell'Indiana. Dallara Usa è una

realtà in fondo ancora giovane ma ci

stiamo strutturando ed è già operativa un'

area dove vengono realizzate le parti in

composito attrezzata con autoclave, forno,

tavolo da taglio, modelleria e

carpenteria

». Il responsabile del progetto

è Antonio Montanari, la cui intervista

potete leggere più avanti, a Indianapolis

ha agito una interessante 'task-force'

italo-americana, se così si può dire.

«

Qui a Indianapolis

– continua De Ponti -

ho coinvolto un ingegnere, Alex

Timmerman, che agisce da referente

tecnico di Dallara Usa. E' lui che dialoga

con il project leader Montanari e funge da

interfaccia americana per quanto riguarda

il customer service con i clienti Indy Lights

e con i promotori. Abbiamo coinvolto

anche Owen Snyder, che oltre ad essere il

cognato di Steve Kinser, il Michael

Schumacher delle Sprintcars, ha anche

vinto due Indy 500 come 'crew chief' con

Al Hunser jr e Eddie Cheever. Snyder ha

curato tutta la parte dell'a assemblaggio,

quella tecnica-logistica dei pezzi.

Considerando poi controllo qualità,

amministrazione e logistica in totale qui

negli Usa sono state coinvolte quattro

persone

».

Un impegno importante, per Dallara,

quello relativo al rilancio della Indy

Lights, perché l'azienda italiana è ormai

guardata come un esempio di eccellenza

dal mondo delle corse made in Usa.

«

Quando disegniamo un nuovo prodotto

cerchiamo di ottenere sempre il miglior

rapporto qualità-prezzo»

, analizza De

Ponti.

«In America Dallara è coinvolta in

prima linea sotto il profilo del customer

service: non abbiamo distributori che

fanno servizio di ricambi, la nostra è una

relazione diretta con i clienti: se qualcosa

non va siamo quindi noi i diretti

interessati che devono risolvere i problemi.

E' un aspetto che a Dallara sta molto a

cuore perché chi vive nel mondo delle

corse americane ha una sensibilità diversa

da quella europea. Qui piace un po' a tutti

intervenire sul prodotto, giocando sul filo

dei regolamenti. Noi dobbiamo fare in

modo che la macchina abbia una qualità

considerevole e soprattutto sia sicura. E

visto che la qualità ha comunque un suo

prezzo, la nostra sfida è cercare di

contenere i costi. Anche negli States, a

causa della crisi mondiale, circolano

Nata per

sedurre

D

ALLARA

U

SA È SEMPRE PIÙ PARTE INTEGRANTE DEL MONDO DELLE CORSE AMERICANE

,

E IL PROGRAMMA

PER IL RILANCIO DELLA

I

NDY

L

IGHTS LA VEDE AL CENTRO GRAZIE ALLA PROGETTAZIONE DELLA NUOVA MONOPOSTO

PER IL CAMPIONATO

2015. S

TEFANO

D

E

P

ONTI CI GUIDA ATTRAVERSO LA NASCITA

,

LO SVILUPPO E LA CONSEGNA

DELLE VETTURA

CHE IL PROMOTER

D

AN

A

NDERSON HA DEFINITO

'

SEXY CAR

' -

RACCONTANDOCI COME SI È DIPANATA

LA COLLABORAZIONE FRA LE DUE SEDI DELLA FACTORY

. U

N RINNOVATO DIALOGO FRA

A

MERICA E

E

UROPA

CHE STA SEDUCENDO ANCHE TEAM DI GRANDE TRADIZIONE COME

C

ARLIN

M

OTORSPORT