Guido Rancati
          
        
        
          “Siamo noi, siamo noi, i campioni dell’Italia
        
        
          siamo noi”. Gillo D’Amore chiama il quartie-
        
        
          re generale della squadra e informa che lui e
        
        
          Umberto Scandola si sono lasciati dietro le
        
        
          spalle anche il terzo passaggio da Trivio e
        
        
          parte il coro. Cantano tutti,molti congli occhi
        
        
          lucidi. “E’ finita, finalmente”, mormora Ric-
        
        
          cardo Scandola. Poi ripete che una giornata
        
        
          così lunga non l’aveva mai vissuta: “L’im-
        
        
          pressione – ripete – è che le ore fossero com-
        
        
          poste da centoventi minuti…”. Non è l’unico
        
        
          ad avere avuto la sensazione che, mentre la
        
        
          Fabia con il numero 1 appiccicato viaggiava
        
        
          senza problemi sull’asfalto friulano, il tempo
        
        
          non passasse proprio mai. E’ sempre così,
        
        
          quando l’obiettivo inseguitodamesi, daanni,
        
        
          è lì davanti e nessun avversario è più in grado
        
        
          di rappresentare un problema.
        
        
          “E’ fatta”, dice il gran protagonista del terzul-
        
        
          timoattodella stagione tricoloreappenaarri-
        
        
          va per l’ultima volta al parco assistenza di
        
        
          Cividale. In effetti, prima che cali il sipario
        
        
          deve ancora macinare la manciata di chilo-
        
        
          metri che lo separano dalla pedana piazzata
        
        
          in centro, in piazza Duomo, ma neppure lui
        
        
          ormai se la sente di ricordare che le gare fini-
        
        
          scono davanti alla bandiera a scacchi. Gli
        
        
          indicano il collage con il quale i suoi mecca-
        
        
          nici hannomodificato la scritta sul mega-van
        
        
          della squadra da Campionato Italiano Rally
        
        
          2013 a Campioni Italiani Rally 2013 e sorri-
        
        
          de.Ma ancoranon riesce a realizzare inpieno
        
        
          che il titolo è suo a tutti gli effetti. “Per farlo
        
        
          mi ci vorràunpo’”, ammette davanti amicro-
        
        
          foni e taccuini. Poi racconta le sensazioni
        
        
          provate nel corso di una gara che a lui, troppo
        
        
          presto senza rivali, è sembrata davvero inter-
        
        
          minabile: “Quella che dal di fuori può anche
        
        
          sembrare una situazione invidiabile, dal di
        
        
          dentro è terribile. La certezza di poter solo
        
        
          perdere mi ha complicato tremendamente la
        
        
          vita e continuavo a chiedermi quale fosse il
        
        
          passo migliore da tenere, quali le traiettorie
        
        
          da seguire per evitare ogni rischio. Non vole-
        
        
          vo tagliareper non rischiaredi romperequal-
        
        
          cosa, ma non facendolo dovevo mettere le
        
        
          ruote sullo sporco portato in carreggiata. E
        
        
          ad andare troppo adagio c’era il rischio di
        
        
          perdere la concentrazione e commettere un
        
        
          qualche errore imperdonabile… Non solo: a
        
        
          tenermi sulla corda c’era anche ogni rumore,
        
        
          quelli reali e quelli che sentivo solo io”.
        
        
          Gara strana, questa che ha chiuso la partita
        
        
          tricolore. Gara ad eliminazione, conAlessan-
        
        
          dro Perico troppo precipitoso nel consegnare
        
        
          la tabella dopo aver squarciato un pneuma-
        
        
          tico nel primo tratto cronometrato e con
        
        
          Giandomenico Basso fuori nel quarto dopo
        
        
          aver stropicciato la Peugeot 207 con la quale
        
        
          aveva vinto le prime tre prove e con la quale
        
        
          era ovviamente in testa con quindici secondi
        
        
          e due sul veronese e quarantatre e tre su Ste-
        
        
          fanoAlbertini al quale non è bastato adottare
        
        
          unpasso cautoper vedere il traguardo. Epor-
        
        
          tare alla Peugeot punti pesantissimi nell’ot-
        
        
          ticadel campionatocostruttori. Prima rallen-
        
        
          tato dalla rottura di un semiasse, il valsabbi-
        
        
          no è stato messo in ginocchio dall’alternato-
        
        
          re. Fuori questo, quelloequell’altro, a seguire
        
        
          – ovviamente a debita distanza – Scandola è
        
        
          stato l’ottimo Andrea Nucita e, per un po’,
        
        
          pure Simone Campedelli. Poi il cesenate è
        
        
          stato coinvolto nell’ecatombe di gomme che
        
        
          ha colorato di giallo il pomeriggio friulano e
        
        
          sul gradinobassodel podio ci si è trovatoAlex
        
        
          Vittalini. Più o omeno per grazia ricevuta. Di
        
        
          certo anche per i capricci elettronici che, nel-
        
        
          la terza e nella quarta prova, erano costati
        
        
          una mezza vita a Paolo Andreucci.
        
        
          68
        
        
          ITALIANO RALLY
        
        
          FRIULI