Dallara Magazine - page 16

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Lavoro&Disabilità
C’è un ricordo, un’attività, un evento, una
macchina che lega particolarmente
l’azienda alla via Emilia?
R.F.
Le attività di Lamborghini vedono il
loro “ombelico” giusto alle spalle della via
Emilia, che ha rappresentato nell’antichità
la “autostrada” verso il nord della penisola.
In analogia, ma con una traslazione
temporale di due millenni, Ferruccio
Lamborghini utilizzava la vicina autostrada
del Sole, ancora da completare, come luogo
ove “adescare” i suoi futuri clienti,
mettendo campo le virtù delle sue
automobili ancora poco conosciute.
L.L.
Non particolarmente. Tuttavia, è
indubbio che i fratelli Ducati scelsero la
attuale posizione della fabbrica proprio
perché era a ridosso della Via Emilia, e nel
1935 era l’unico snodo veloce che
permetteva l’arrivo delle materie prime e
l’uscita dei prodotti finiti dallo stabilimento
in tempi rapidi. Di sicuro sappiamo che la
Via Emilia, nei primi anni 50, era il banco
di prova di diverse aziende del settore auto
e moto, laddove venivano testati prototipi
stradali e da competizione.
A.P.
La via Emilia, fondata da Emilio Lepido
per collegare Piacenza con Rimini, non è
solo una strada, è un simbolo, è segno di
operosità delle nostre zone, ma anche di
apertura e collegamento con il mondo. Oggi
c’è persino un’azienda che si chiama Lepida
ed è l’azienda che gestisce la rete a banda
larga che collega le sedi della pubblica
amministrazione della regione Emilia-
Romagna. Per quanto riguarda Dallara,
l’ing. Gian Paolo ha pensato la sua prima
vettura stradale – la splendida Miura -
quando era in Lamborghini e l’ha
collaudata proprio sulla via Emilia.
L’azienda Dallara poi è stata fondata a
pochi chilometri dalla via Emilia, a Varano
Il mondo delle imprese:
Rodrigo Filippani
, responsabile del museo Lamborghini
Livio Lodi
, curatore del museo Ducati
Andrea Pontremoli
, AD di Dallara
L’arteria pulsante della
motorvalley italiana
de’ Melegari, e qui l’ing. Gian Paolo ha fatto
realizzare l’autodromo, insieme al sindaco
di allora, Giorgio Bonzani. Ci sono tanti
episodi che legano il nome Dallara e la
nostra storia a questa importante strada.
Il “compleanno” della via Emilia potrebbe
essere un’occasione per rafforzare legami di
network fra aziende? E la collaborazione fra
imprese del territorio, in certe occasioni,
può pagare più della competizione?
R.F.
Il compleanno di questa storica arteria
dovrebbe indurre ad una profonda
riflessione - seguita da un progetto di
brutale concretezza - sul legame
indissolubile tra infrastrutture efficienti e
prosperità di una terra, per non dire di una
nazione stessa. In questo senso le aziende
che operano sul territorio e concorrono
assieme alle università a creare i
presupposti di sviluppo potrebbero
utilmente “fare squadra” con azione di
lobbying volte a costringere la politica a
decidere su un organico e strategico piano
di sviluppo di infrastrutture. La
competizione di contro continua ad essere
il pungolo tra aziende di eccellenza per
migliorarsi continuamente, tramite il
reciproco confronto. Essa stessa fa parte
della razza umana ed è congenita nel
nostro essere italiani.
A.P.
Quello che ripeto spesso è che
un’azienda non può essere competitiva se
non è competitivo il territorio in cui è
inserita. Se si prende Bologna come centro
e si fa un cerchio di 150 chilometri, in
questo cerchio troviamo Dallara,
Lamborghini, Ducati, Maserati, Ferrari,
Pagani, Toro Rosso ecc.., troviamo i simboli
del motorsport nel mondo, non può essere
un caso. Il fatto che tutte queste realtà
sono qui è segno di un territorio
competitivo, con delle competenze
consolidate ed è segnale che c’è
collaborazione, non solo fra le grandi realtà
appena citate, ma anche fra tutte quelle
piccole imprese che ruotano intorno a
Giotto Bizzarrini, Ferruccio Lamborghini e Gian Paolo Dallara
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