Dallara Magazine - page 20

L
uca Ghiotto è l'unico italiano fresco
di conferma al via dellaWorld Series
Renault 3.5 2014. E la situazione
non sembra destinata a cambiare. Non è
una responsabilità da poco per un
rookie, ma il veneto alla pressione è
abituato. Viene infatti da due stagioni
tiratissime in cui ha chiuso i campionati
che disputava al secondo posto, dopo
lotte sul filo dei punti chiuse solo
all'ultima gara. Dopo tre anni nelle serie
propedeutiche (F.Abarth e F.Renault 2.0)
la firma con la Draco rappresenta per lui
un grande salto, a cui ha però già
dimostrato di essere pronto con le
ottime performancemesse inmostra nei
test che hanno chiuso il 2013. Per il
Magazine Dallara ha fatto un bilancio
della sua giovane carriera e raccontato le
sue aspettative per la stagione in arrivo.
Come ti senti dopo l'annunciodella
firma? È stata lanaturale conseguenza
dellebuone sensazioni datedal test
dello scorsonovembre adAlcaniz?
"Beh sì, diciamo che tutto è iniziato con
quel test. Da una parte le prestazioni
hanno dimostrato che ero pronto per il
salto inWorld Series Renault, dall'altra il
feeling con lo staff Draco è stato
immediato e reciproco. Si sono detti
soddisfatti del mio approccio, mi hanno
elogiato per impegno e professionalità e
per un pilota è una grossa gratificazione,
specialmente quando gli attestati di stima
vengono da un gruppo così esperto. Io
sono rimasto amia voltamolto colpito: in
WSR tutte le squadre sono professionali,
maDracomi è sembrata avere una
marcia in più. Ho avuto altre offerte per
il 2014, ma sinceramente ero certo fin da
subito di volere loro".
Nei test haimostrato subitounbuon
passononostante fossi al debutto
assoluto sullamonopostoRenault 3.5.
Lamacchina è stata come te la
aspettavi?
"Più omeno. Dal punto di vista della
guida ho assimilato abbastanza in fretta
l'uso dei freni in carbonio, mentre credo
che per un rookie la cosa più difficile sia
capire il limite dellamacchina in curva,
perché il carico aerodinamico permette di
entrare a velocità pazzesche e prendere
comunque la corda. Si tratta, però, solo
di accumulare chilometri, poi diventerà
naturale. Mi aspettavo unamacchina
molto 'fisica', i racconti di altri piloti che
l'hanno guidata e dei responsabili delle
squadremi avevanomesso in guardia,
ma quando ci sono salito l'ho trovata
ancora più dura di quanto credessi. Non
ha servosterzo e quindi è faticosa per le
braccia, ma è soprattutto il collo che
soffre, a causa delle accelerazioni laterali
a cui non si è assolutamente abituati
venendo dallemacchine più piccole".
La vetturadella F.Renault 3.5 è la
primaDallara che guidi in carriera,
cosa ti ha colpitoquandohai avuto
mododi analizzarla a fondo laprima
volta?
"Sicuramente l'attenzione al dettaglio. In
ogni minimo particolare, dall'abitacolo al
modo in cui i vari pannelli della
carrozzeria combaciano, sembra che si sia
cercata la perfezione. Una filosofia
costruttiva da Formula 1, il che ha
perfettamente senso visto che questo
campionato vuole preparare i piloti per il
Circus".
Edal puntodi vistaprestazionale?
"Mi aspettavo di essere colpito dal
motore, ma in realtà anche se 530 CV
sono tanti ci si abitua in fretta alla
spinta e alla necessità di dosare
l'acceleratore. Quello che colpiscemolto di
più è la dinamica della vettura,
specialmente nelle curve veloci dove
trovare il limite è difficile perché...
sembra che non ci sia! A volte la
macchina dà l'idea di poter sostenere
qualunque velocità in curva, e ti trovi a
spingere sempre di più giro dopo giro.
Anche la frenata è impressionante, con
l'impianto in carbonio si può frenare
fortissimo emolto tardi, e la risposta
rimane sempre ideale".
Quali sono lepiste su cui non vedi
l'oradi guidarla?
"Stiamo parlando di unamacchina che si
esalta sulle piste con curve veloci, per cui
senza dubbio Jerez, Nurburgring e Spa.
L'Eau Rouge non era nulla di particolare
con la F.Renault 2.0, ma sono certo che
con questamonoposto sarà tutta un'altra
storia!".
Quindi il tuo inverno è stato
concentrato sullapreparazione fisica?
"Comemai prima. Basti dire che dai
giorni seguenti il test di Alcaniz di
novembre ad oggi la forza del mio collo è
raddoppiata. Ho passato tremesi in
palestra, sei giorni alla settimana per più
di tre ore al giorno. Del resto è un lavoro
che bisogna concentrare in questo periodo
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Luca Ghiotto
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