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Daniel, come è arrivato in Autotecnica

Motori?

«Ho frequentato il Liceo Scientifico, poi la

facoltà di Ingegneria Meccanica all'Uni-

versità di Parma. Al secondo anno di corso

ho intrapreso un percorso che propone

l’Università stessa, la Formula SAE, che

prevede la progettazione e la realizzazio-

ne di una monoposto da competizione. Gli

studenti si suddividono nei vari ruoli, pro-

prio come avviene per i team professioni-

stici. E' un metodo che consente di impa-

rare in maniera concreta quello che si stu-

dia nei corsi. E devo dire che ho imparato

di più in sei mesi di Formula SAE che nei 2

anni di corso...».

Come ha vissuto l'avventura in Formula

Sae?

«Quando sono entrato nel team il progetto

era già partito. Mi avevano destinato alla

parte riguardante il merchandising. “Altri-

menti – mi dissero - stiamo cercando un

banco prova, perché siamo senza e il

nostro motorista non sa dove andare a tro-

vare un propulsore…”. Ne ho parlato con

un paio di amici, e mi hanno indirizzato

verso Autotecnica Motori. Io a dire il vero

non sapevo nemmeno esistesse, nonostan-

te ci passassi sempre davanti. Sono venuto

a presentarmi e ho conosciuto Giovanni

Delfino e Renzo Federici, i due titolari, che

ci hanno dato appuntamento per parlare

dell’attività da svolgere con il motore, un

monocilindrico Beta, che avrebbero volu-

to montare sulla macchina. Abbiamo fissa-

to un piano per l'attività in sala prova, poi

definito la mappatura...».

E da lì è partita una nuova sfida...

«Sì, perché Giovanni Delfino ha proposto a

Daniel Flisi

(Direttore Tecnico)

«Dall’Università all’azienda

il segreto è la passione»