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me e al collega motorista del team di colla-

borare più seriamente. Abbiamo iniziato

lavorando part-time, perché non avevamo

ancora finito gli studi, e quando ci siamo

laureati, sei mesi dopo, siamo stati assunti

a tempo indeterminato. Giovanni oltre ad

essere un bravissimo capo è un imprendi-

tore che investe molto sui giovani, uno dei

tanti punti di forza dell'azienda. L'età media

media oggi è sotto i trent'anni anni, un

gruppo fantastico, siamo amici prima che

colleghi. Le cose procedono molto bene,

non si fa fatica a lavorare, insomma è un

piacere entrare dal portone ogni mattina».

In che cosa consiste il suo ruolo?

«Sono direttore tecnico, devo gestire e

coordinare il lavoro che svolgono i miei

quattro colleghi dell’ufficio tecnico. Preva-

lentemente mi occupo della sperimenta-

zione. Seguo le attività di sala prova e quel-

le in pista, anche se devo essere sempre al

corrente di quello che succede nell' ufficio

tecnico. Per quanto riguarda la mia opera-

tività principalmente mi occupo di mappa-

ture, test in sala prova, assistenza a clienti

per test e sviluppo delle vetture in pista, e

assistenza sui campi di gara nei vari cam-

pionati».

La Formula 4 rappresenta un impegno

molto articolato e complesso. Quali

sono gli altri progetti di punta del-

l'azienda?

«Un altro progetto di prestigio che seguia-

mo è la SCG 003 del team Glickenhaus,

un’auto sperimentale motorizzata Honda

V6 biturbo. Abbiamo iniziato tre anni fa

con una realtà di Torino, la MAT (Manifat-

tura Automobili Torino, ndr), siamo

approdati insieme alle gare e ora il proget-

to sta andando avanti. Oltre alla vettura da

competizione è prevista una versione stra-

dale, che stiamo seguendo sempre noi,

anche se è ancora da definire il tipo di pro-

pulsore che la equipaggerà. Ma oltre a que-

sto la carne al fuoco è tanta. L’interesse c’è,

e ci conoscono in tante parti d’Europa».

Quale è stata l'esperienza più emozio-

nante da quando è in Autotecnica?

«La 24 Ore del Nurburgring nel 2015 è sta-

ta un’emozione incredibile. Per me era la

prima 24 Ore e finirla è stato qualcosa di

eccezionale, poi ne sono seguite altre

come il primo podio al VdV nello stesso

anno. A circa mezz’ora dalla fine della gara

c’è stato un piccolo guaio tecnico, la mac-

china è rientrata al box e non partiva più,

era un problema di batteria. E’ stata spinta

a mano per fare l’avviamento: c’era tantis-

simo pubblico e ricordo il boato della gen-

te che applaudiva i meccanici che spinge-

vano la macchina fuori dalla pit-lane. Mi

viene ancora la pelle d’oca a raccontarlo.

In Germania la cultura del motorsport è

più forte che in Italia».

Sogni nel cassetto?

«Gli Stati Uniti sono un posto bellissimo,

pieno di circuiti storici e anche lì c’è gran-

de passione per il motorsport. Un campio-

nato, anche monomarca, negli Stati Uniti,

sarebbe una bellissima esperienza. Mi pia-

cerebbe poi un’avventura nei campionati

rally e rally-cross, perché sono molto

seguiti e affascinanti. La Formula 4 è un

grande campionato, noi però lo seguiamo

come assistenza, quindi non la viviamo

come una gara. Mi piacerebbe sperimenta-

re un po’ di più la competizione facendo

parte di un team, come per esempio avvie-

ne con il progetto Glickenhaus, magari nel

Turismo».

Quale sarà la nuova sfida?

«Due sfide, quella descritta e anche il WRX.

Nel Campionato italiano Turismo stiamo

intraprendendo un progetto nuovo con la

Giulietta di Romano Bacci. Siamo partiti

dalla gara a Vallelunga, in cui abbiamo avu-

to qualche difficoltà, e siamo arrivati a fare

il podio a Monza nell’ultima gara. Anche

questa è stata una bella soddisfazione per-

ché si è visto il risultato del lavoro di tutti».