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“Non sono un fenomeno, sono solo un
comune mortale ed ero sincero quando,
all'ultimo parco assistenza, ripetevo che
il mio obiettivo era finire sul podio: non
correvo da quasi un anno e un terzo
posto sarebbe già stato un gran risulta-
to. E' andata diversamente e ora posso
solo impegnarmi per fare in modo di
digerire il boccone che mi è rimasto
sullo stomaco”.
Quarantadue anni lo scorso marzo, il
bibbienese conta di riuscirci sulle stra-
de amiche del Casentino: “Dicessi che
non partirò per vincere, sarei bugiar-
do”. Non tanto per sfruttare il “fattore
campo”, pur se ammette che le strade
sulle quali lui e gli altri protagonisti
dell'International Rally Cup Pirelli le
conosce palmo a palmo: “Giocare in
casa ha dei vantaggi, ma anche degli
svantaggi e, almeno sul piano emotivo,
questi sono maggiori di quelli: già il
fatto che tutti si aspettano che io vinca
mi mette una certa pressione addosso,
ma il problema maggiore è che nei gior-
ni prima del via proprio non riesco a
staccare del tutto dal lavoro e, di conse-
guenza, finisco sempre con il presentar-
mi alla partenza senza la necessaria fre-
schezza”.
La Talla, con i suoi trentasei chilometri e
ottocentottanta metri, è la prova-simbo-
lo dell'appuntamento organizzato dalla
Scuderia Etruria. Non la più amata da
Cresci: “Nella mia hit-parade, al primo
posto c'è la Dama. La Talla, invece, è
forse quella che amo meno: certo, già
solo finirla dà una enorme soddisfazio-
ne, ma un po' perché con il buio ho qual-
che problemino a vedere tutto quello
che vorrei e un po' perché arriva a fine
gara quando si è già piuttosto stanchi,
non sono mai riuscito ad apprezzarla
come magari meriterebbe. Diciamo che
una prova del genere mi piacerebbe di
più se riuscissi a prepararmi come vor-
rei, come non sonomai riuscito a fare da
quando corro...”.