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2 Lug [15:04]

IL CASO - Melandri e Ducati, fine di un rapporto mai decollato

E' finita. Quello che doveva essere il matrimonio dell'anno è miseramente naufragato. Marco Melandri e la Ducati sono vicinissimi alla separazione. Il pilota ravennate ha avuto nove Gran Premi per adattarsi alla moto bolognese, ma non ce l'ha fatta. Riesce difficile comprendere come sia possibile che un professionista capace di esprimersi ai massimi livelli della MotoGP non riesca a modificare il proprio stile di guida per adattarlo a quello del mezzo che guida.

Ma tant'è, Melandri ha dimostrato scarsa duttilità e presto si ritroverà appiedato. La Ducati da martedì sta facendo girare nuovamente Sete Gibernau dopo avere anche accarezzato l'idea di lanciare in MotoGP il tester ventenne Niccolò Canepa, che sta lavorando molto bene e in queste ore è a Indianapolis per svolgere i primi test sul tracciato statunitense. Gibernau aveva girato con la Ducati una decina di giorni fa. Lo spagnolo si era ritirato dalle gare due anni fa e dunque appare fuori forma fisica. Ma sta recuperando in fretta e l'idea di tornare nella MotoGP lo sta entusiasmando neanche fosse un ragazzino al debutto. Al Mugello è scesa la squadra ufficiale, non quella tester, per cui sulla moto di Gibernau stanno lavorando i meccanici e gli ingegneri di Melandri.

Si cerca di capire se Gibernau è pronto per correre le rimanenti prove del mondiale. La prossima gara non è lontana, il weekend del 13 luglio in Germania sul circuito del Sachsenring. E Melandri? Il divorzio non è ancora ufficiale, ma anche il suo staff lo da ormai per certo. Per lui potrebbe esserci la possibilità di rimanere ancorato alla MotoGP già in Germania, dove potrebbe salire sulla Kawasaki lasciata libera dall'infortunato John Hopkins. Una soluzione tampone che però appare di difficile soluzione. Anche perché la Kawasaki di Hopkins, diversa da quella di Anthony West per soluzioni tecniche, è piuttosto nervosa quanto la Ducati. Vedremo cosa accadrà nelle prossime ore. L'unica certezza è che Casey Stoner vuole un compagno veloce, in grado di sottrarre punti ai suoi avversari per la rincorsa al mondiale. Saprà Gibernau inserirsi in fretta tra i big e sfidare i suoi giovani connazionali Dani Pedrosa e Jorge Lorenzo?

Tornando a Melandri, il ravennate prima della gara di Donington, sul proprio website aveva scritto una pagina del diario con cui informa i suoi fans delle vicende. E non manca di soffermarsi sul caso Ducati. Ecco quanto da lui scritto:
"Per le gare c’è poco da dire, pare che la Cina sia stata l’eccezione che conferma la regola. Quando le cose vanno male si innesta un meccanismo che proprio non riesco a capire ma vedo che capita un po’ sempre. Ogni volta, chi ti sta vicino, cerca sempre di essere di aiuto, ma spesso per fare vedere che si vuole aiutare mi sembra si perda di vista il motivo del problema. Nelle moto c’ è la moda di imputare la mancanza di risultati a problemi psicologici, mi pare un’ analisi semplice e poco ragionata.

Io credo che nel mio sport i fattori del risultato sono moto - pilota - gomme e valgono 33 - 33 - 33. Se uno dei 3 fattori non va, addio risultato! Purtroppo la gente per aiutarti spesso sbaglia approccio, ti dice che non ti vede felice e che non sei più convinto e cose del genere, e a quel punto se non hai problemi, te li creano e ti convincono di averne! Vi faccio 3 esempi stupidi che secondo me rendono assolutamente l’ idea!

Sento dire che Valentino vince solo perché è il più forte di testa, ne siete sicuri??? Se così fosse, magari in Qatar alla prima gara con le tanto sognate Bridgestone, avrebbe stravinto secondo me, invece ha fatto 5°, poi gara dopo gara è cresciuto ed è diventato quasi imbattibile. Lui stesso dopo il Qatar ha dichiarato: ” Se ti mancano 8 decimi al giro la testa non te li fa guadagnare!” La testa può aiutare ad essere più convinti quando tutto è ok, si sa di avere le caratteristiche per vincere le battaglie e si è bravi a convincersi di potercela fare, ma quando si fa fatica, si fa fatica e basta!

Pedrosa è uno dei più veloci, ma non ha le caratteristiche per lottare corpo a corpo, se non se ne va da solo anche se è più veloce non vincerà mai tante volate perché sa di faticare più degli altri, ma se ne ha di più se ne va e basta. Io stesso appena sono salito sulla rossa ero il più felice del mondo, ma non sono mai andato forte e di testa vi assicuro che ero super carico!

Guardate Carlos Checa: secondo voi, negli ultimi anni, è stato a lottare nelle retrovie ed ora, a 35 anni, è il più veloce in Sbk solo per una questione di testa? O forse ha avuto dei pacchetti che non si adattavano a lui e non poteva esprimersi, mentre ora sembra tutto costruito attorno a lui e guida sciolto e sicuro come non lo ho mai visto prima"
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Massimo Costa