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15 Set [11:14]

Fuji – Gara: Porsche domina
e prenota il titolo, Ferrari vince in GT

Michele Montesano

A casa loro. Porsche ha conquistato la 6 Ore del Fuji, penultimo appuntamento stagionale del FIA WEC, battendo sul circuito di casa la Toyota. A espugnare il fortino giapponese sono stati Laurens Vanthoor, André Lotterer e Kevin Estre ottenendo, così, il loro secondo successo in campionato. Con una sola gara al termine della stagione, la 8 Ore del Bahrain, il terzetto della Porsche Penske vede sempre più vicino il titolo piloti. Per la prima volta, dall’introduzione della classe Hypercar, il podio assoluto del Mondiale Endurance è stato monopolizzato dalle LMDh. La BMW di Raffaele Marciello, Marco Wittmann e Dries Vanthoor ha firmato il secondo posto mentre, a completare il podio, è stata la Alpine di Mick Schumacher, Nicolas Lapierre e Matthieu Vaxiviere.

Allo spegnimento dei semafori Earl Bamber, scattato dalla pole position, ha mantenuto il comando delle operazioni. Mentre, alle spalle della Cadillac, l’alfiere BMW Wittmann ha infilato la Toyota di Sebastien Buemi. Il primo colpo di scena è arrivato già nel corso del secondo giro. Robert Kubica ha perso il punto di frenata della prima staccata centrando la Porsche 963 LMDh di Frederic Makowiecki che, a sua volta, ha tamponato la Ferrari 499P di Antonio Giovinazzi coinvolgendo anche la Alpine di Ferdinand Habsburg. L’incidente a catena ha richiesto l’immediato ingresso della safety car.



Reduce dalla vittoria della 6 Ore di Austin, al polacco del team AF Corse è stato comminato uno stop & go di trenta secondi per aver causato l’incidente. A rimetterci oltre alle due Ferrari, costrette a una sosta supplementare, è stata anche la Porsche di Makowiecki che è dovuto rientrare ai box per sostituire sia il cofano anteriore che quello posteriore. Al restart, avvenuto all’ottavo passaggio, Bamber ha preso subito il largo su Wittman mentre a salire al terzo posto è stato l’alfiere Porsche Vanthoor, lesto a sbarazzarsi di Buemi.

Anche dopo la prima tornata di pit-stop, le posizioni di vertice non sono cambiate. Ma, appena prima dello scoccare della prima ora e mezza della corsa, la direzione gara ha disposto la prima virtual safety car per consentire la rimozione dei detriti in pista. Il successivo ingresso della vettura di sicurezza ha, inoltre, consentito ai team di effettuare la seconda sosta andando a incrociare le strategie. Ad avere la meglio è stata la Porsche di Vanthoor mentre Alex Lynn, subentrato a Bamber, è scivolato in seconda posizione incalzato dalla BMW di Marciello (nella foto sotto) che ha rilevato il volante della M Hybrid V8 da Wittman.



Anche in Ferrari sono riusciti ad approfittare della fase di neutralizzazione. Dopo un avvio guardingo, da parte di Miguel Molina, Nicklas Nielsen ha iniziato una forsennata rimonta. Nell’arco di poche tornate, il danese della Ferrari si è fatto minaccioso alle spalle di Marciello. Anticipando la successiva sosta, Nielsen è quindi salito al comando delle operazioni seguito da Lotterer. Alle spalle del duo di testa si è però consumato il duello tra Bamber e Marciello. I due sono arrivati al contatto con la Cadillac che ha riportato la foratura dell’anteriore destra. Pur riuscendo a portare la V-Series.R LMDh ai box, il neozelandese è scivolato a centro classifica.

Nonostante la strenua difesa, in difficoltà con le gomme Nielsen ha dovuto incassare il sorpasso di Lotterer. Nettamente più veloce, il tedesco della Porsche ha preso le redini della corsa gestendo anche due brevi Full Course Yellow. Così come visto ad Austin, nella seconda metà di gara le Toyota hanno cambiato passo. Le GR010 Hybrid si sono mostrate ancora una volta poco aggressive sugli pneumatici. Questo ha agevolato Nyck De Vries che, nel corso della quarta ora, ha effettuato un doppio stint superando Lotterer. Il vantaggio Toyota, però, è stato annullato dal ritiro della Lamborghini di Daniil Kvyat, costretto a parcheggiare a bordo pista la vettura per un guasto alla trasmissione. Immancabile la neutralizzazione per consentire la rimozione della SC63 LMDh.



Al restart Kamui Kobayashi, subentrato a De Vries, e Matt Campbell hanno ingaggiato un feroce duello concluso con un contatto che ha messo fuorigioco sia la Toyota che la Porsche. Il ritiro per l’equipaggio del team nipponico ha, di fatto, sancito anche la fine delle loro ambizioni in ottica campionato. Solo al comando, Estre ha gestito le ultime fasi di gara andando a tagliare per primo il traguardo. Ottenendo la seconda vittoria stagionale, il terzetto Porsche ha messo una seria ipoteca sul titolo iridato. Con ancora 39 punti da assegnare, in occasione della 8 Ore del Bahrain, Lotterer, Vanthoor ed Estre possono contare su un vantaggio di 35 punti sui primi inseguitori, vale a dire il terzetto Ferrari Antonio Fuoco, Molina e Nielsen.

Primo podio nel WEC per la BMW M Hybrid V8. Autori di una gara impeccabile, Marciello, Vanthoor e Wittman hanno finalmente dimostrato il reale potenziale della LMDh bavarese occupando costantemente le posizioni di vertice. Tra i protagonisti assoluti della 6 Ore del Fuji non si può non menzionare Schumacher. Velocissimo nel suo primo stint, il tedesco si è ripetuto nelle ultime fasi di gara scalando la classifica con la sua Alpine A424 fino ad agguantare il terzo posto assoluto. Il tricolore francese è stato tenuto in alto anche dalla Peugeot con Mikkel Jensen che, in equipaggio con Nico Müller e Jean-Eric Vergne, ha tagliato il traguardo in quarta posizione risultando la LMH meglio piazzata al termine della corsa.



A festeggiare è stato anche il box Jota che, con una gara d’anticipo, ha conquistato il titolo riservato ai team privati. Quinti Will Stevens, Callum Illot e Norman Nato (nella foto) hanno preceduto i compagni di squadra Jenson Button, Oliver Rasmussen e Philip Hanson. Alle spalle delle due Porsche 963 LMDh troviamo la Alpine di Habsburg, Jules Gounon e Charles Milesi, con quest’ultimo costretto a scontate un drive through nelle ultime fasi per aver tamponato una Corvette. Ottavo posto per la seconda Peugeot 9X8 di Loïc Duval, Paul di Resta e Stoffel Vandoorne.

Ancora una volta il Fuji si è rivelato indigesto per la Ferrari. Dopo il contatto al secondo giro, la gara di Giovinazzi è divenuta subito tutta in salita. La 499P non è apparsa competitiva neppure con Alessandro Pier Guidi, fino alla resa definitiva per un problema elettronico quando c'era al volante James Calado. Ugualmente la Ferrari gestita da AF Corse non è andata oltre il dodicesimo posto. A mitigare la delusione ci hanno pensato Fuoco, Molina e Nielsen che hanno chiuso al nono posto precedendo la Toyota di Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa, quest’ultimo sanzionato con un drive through per non aver rispettato le bandiere blu.



Esattamente come un anno fa, quando regalarono l’ultima vittoria alla Ferrari 488 GTE nel Mondiale Endurance, anche quest’oggi a salvate il morale alla Casa di Maranello ci hanno pensato Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr (nella foto sopra). Il terzetto del team AF Corse ha, inoltre, firmato il primo successo della 296 GT3 nel WEC. Ma a festeggiare sono stati Alex Malykhin, Joel Sturm e Klaus Bachler che, grazie al secondo posto di classe, hanno conquistato con una gara d'anticipo il titolo piloti in LMGT3. L’equipaggio Porsche del Manthey PureRxcing (nella foto sotto) si è reso protagonista di una straordinaria rimonta scattando dalla quattordicesima posizione in griglia.

A brillare in Giappone è stato anche Valentino Rossi. L’ex centauro, in equipaggio con Maxime Martin e Ahmad Al Harthy, ha conquistato il terzo gradino del podio in LMGT3 bissando il risultato ottenuto nella 6 Ore di Imola. Dopo aver condotto le prime fasi di gara, la Corvette di Tom Van Rompuy, Rui Andrade e Charlie Eastwood si è dovuta accontentare del quarto posto di classe davanti la Lamborghini Huracan delle Iron Dames Sarah Bovy, Michelle Gatting e Rahel Frey.



La gara è iniziata subito in salita per il poleman François Heriau. Il pilota della Ferrari è stato costretto, al termine del quarto giro, a entrare ai box per un problema al sensore sulla sua 296 GT3. Al termine di una corsa vissuta tutta in rimonta Alessio Rovera e Simon Man sono riusciti ad ottenere il sesto posto precedendo l’Aston Martin Vantage di Marco Sørensen, Clement Mateu ed Erwan Bastard.

Domenica 15 settembre 2024, gara

1 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 213 giri
2 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 16"601
3 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 42"321
4 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 45"846
5 - Stevens-Ilott-Nato (Porsche 963) - Jota - 49"689
6 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 51"916
7 - Gounon-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 54"316
8 - Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 54"324
9 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 57"874
10 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 58"879
11 - Jani-Andlauer-Tincknell (Porsche 963) - Proton - 1 giro
12 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 1 giro
13 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 17 giri
14 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 17 giri
15 - Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT - 17 giri
16 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 17 giri
17 - Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames - 17 giri
18 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 17 giri
19 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 17 giri
20 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 17 giri
21 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 17 giri
22 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 17 giri
23 - Robin-Schmid-K.van der Linde (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 17 giri
24 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 17 giri
25 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 20 giri
26 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 20 giri
27 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 20 giri
28 - Ried-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton - 21 giri
29 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 22 giri

Giro più veloce: Kamui Kobayashi 1'30"735

Ritirati
Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota
Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT
Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac
Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari
Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport
Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske
Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini

Il campionato piloti Hypercar
1.Estre-Lotterer-L. Vanthoor 150 punti; 2.Fuoco-Molina-Nielsen 115; 3.Kobayashi-de Vries 113; 4.Conway 77; 5.Campbell-Christensen-Makowiecki 77.

Il campionato piloti LMGT3
1.Malykhin-Sturm-Bachler 136 punti; 2.Shahin-Schuring-Lietz 90; 3.Leung-Gelael-Farfus 85; 4.James-Mancinelli-Riberas 83; 5.Al Harthy-Rossi-Martin 61.

14 Set [9:08]

Fuji -Qualifica: Lynn regala la prima
pole a Cadillac, Ferrari al top in GT

Michele Montesano

Qualifica delle prime volte, quella andata in scena sul tracciato del Fuji. In Giappone, penultimo appuntamento stagionale del FIA WEC, si attendeva un dominio da parte della squadra di casa Toyota, invece a brillare è stata la Cadillac. Autore di un giro perfetto, Alex Lynn ha regalato la prima Hyperpole al costruttore americano e alla V-Series.R LMDh. Ugualmente in classe LMGT3 si è potuto assistere alla prima pole position marchiata Ferrari 296 grazie a un velocissimo François Heriau che ha stracciato la concorrenza.

Nella pista di proprietà Toyota, Cadillac ha giocato un brutto scherzo alla squadra nipponica. Lynn, al volante della V-Series.R gestita dal Chip Ganassi Racing, si è mostrato subito competitivo firmando il riferimento già nella prima sessione di qualifica. In Hyperpole il britannico si è ulteriormente migliorato fermando il cronometro in 1’28”901. Nulla da fare per le Toyota con Ryo Hirakawa, chiamato per la prima volta a qualificare la GR010 Hybrid, che si è dovuto accontentare del secondo crono per appena quarantuno millesimi.

Da incorniciare anche la prestazione di Dries Vanthoor che ha issato la BMW M Hybrid V8 in terza posizione dividendo, così, le due Toyota. Infatti a scattare dalla quarta piazzola ci sarà Kamui Kobayashi. In ombra anche le Porsche. Kevin Estre, quinto, è riuscito ad avere la meglio sull’Alpine di Charles Milesi per appena due millesimi. In Ferrari, nell’arco di due settimane si è passati dal tripudio di Austin al buio del Fuji. Solamente Antonio Fuoco è risuscito a trovare la quadra sul giro veloce qualificando la 499P LMH in settima posizione davanti la Porsche 963 di Matt Campbell.



Miglior qualifica stagionale per Lamborghini nel Mondiale Endurance (nella foto sopra). Dopo essere riuscito a portare la SC63 LMDh in Hyperpole, Daniil Kvyat ha siglato il nono tempo a poco più di sei decimi dal poleman Lynn. L’alfiere della Proton Competition Julien Andlauer ha completato la top 10 con la Porsche 963. Il pilota BMW Robin Frijns, eliminato nella prima sessione di qualifica, prenderà il via dall’undicesima piazzola davanti alle altre due Ferrari 499P di Antonio Giovinazzi e del protagonista della 6 Ore di Austin Robert Kubica. Il polacco, al termine della qualifica, si è lamentato del traffico trovato in pista e della mancanza di grip che non gli hanno permesso di esprimersi al meglio.

Come prevedibile, le Peugeot si sono fermate nei piani bassi della classifica riservata alle Hypercar. Mikkel Jensen ha ottenuto il quattordicesimo crono, mentre Loïc Duval ha chiuso mestamente in fondo allo schieramento. A inserirsi tra le due 9X8 LMH è stato Matthieu Vaxiviere che ha firmato il diciassettesimo tempo al volante dell’Alpine A424 LMDh.



Prima pole position per la Ferrari 296 GT3 nel Mondiale Endurance (nella foto sopra). A compiere l’impresa è stato Heriau che ha issato la rossa al primo posto della classifica riservata alle LMGT3. Velocissimo già nelle ultime prove libere della mattinata giapponese, il francese della Ferrari ha dominato anche il primo segmento delle qualifiche. Heriau si è quindi ripetuto anche nell’ultima sessione quando, negli ultimi istanti dell’Hyperpole, ha stampato un crono di 1’40”893 firmando, così, la sua prima pole oltre a battere l’alfiere della Corvette Tom Van Rompuy per appena otto centesimi.

A scattare dalla seconda fila saranno Josh Caygill, autore del terzo crono con la McLaren 720S della United Autosports, e la Lamborghini Huracán GT3 dell’Iron Dames Sarah Bovy. A seguire la seconda McLaren, portata in pista da James Cottingham, e la Lexus RC F di Arnold Robin. Reduce dal successo di Austin, Ian James quest’oggi si è dovuto accontentare dell’ottavo crono alle spalle della Corvette di Hiroshi Koizumi. A completare la top 10 Thomas Flohr, al volante della Ferrari 296 GT3, e la Ford Mustang dell’alfiere del Proton Competition Ryan Hardwick.

Per la prima volta, dall’inizio del campionato, nessuna Porsche 911 GT3 è riuscita ad accedere alla Hyperpole. Per via di un BoP (Balance of Performance) più penalizzante e del Success Ballast per i risultati conseguiti, Alex Malykhin non è andato oltre il quattordicesimo tempo seguito dal compagno di squadra Yasser Shahin. Anche le BMW M4 non hanno particolarmente brillato sul tracciato del Fuji. La GT3 bavarese numero 46, portata in pista da Ahmad Al Harthy ha firmato il dodicesimo tempo di classe, mentre Darren Leung non è andato oltre il sedicesimo crono.

Sabato 14 settembre 2024, qualifica

1 - Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac - 1'28"901
2 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 1'28"942
3 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'29"059
4 - Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota - 1'29"065
5 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'29"152
6 - Gounon-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'29"154
7 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'29"196
8 - Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske - 1'29"223
9 - Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini - 1'29"582
10 - Jani-Andlauer-Tincknell (Porsche 963) - Proton - 1'29"589
11 - Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'29"724
12 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'29"772
13 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'29"829
14 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'29"883
15 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 1'30"028
16 - Stevens-Ilott-Nato (Porsche 963) - Jota - 1'30"072
17 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 1'30"092
18 - Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'30"157
19 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 1'40"893
20 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 1'40"975
21 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 1'41"120
22 - Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames - 1'41"265
23 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 1'41"293
24 - Robin-Schmid-K.van der Linde (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'41"308
25 - Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 1'41"310
26 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 1'41"397
27 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 1'41"608
28 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 1'41"719
29 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'41"850
30 - Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT - 1'41"866
31 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 1'41"908
32 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 1'41"935
33 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 1'41"999
34 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 1'42"013
35 - Ried-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton - 1'42"502
36 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 1'43"417

12 Set [20:19]

Hyundai entra in Endurance
con una LMDh a marchio Genesis

Michele Montesano 

 

Tanto tuonò che piovve. Hyundai sbarcherà in Endurance con una LMDh sfruttando il marchio di lusso Genesis. Sebbene non sia stata fissata ancora una data esatta per il debutto effettivo, la Casa coreana affronterà sia il FIA WEC sia il campionato americano IMSA. Oltre l’annuncio ufficiale, Hyundai non si è sbilanciata ulteriormente celando gelosamente ulteriori informazioni.

Più volte accostata al mondo delle gare di durata, le voci di un possibile ingresso del costruttore coreano nel Mondiale Endurance si erano sempre più intensificate negli ultimi mesi. Così come avvenuto lo scorso anno, il Team Principal di Hyundai Cyril Abiteboul era stato avvistato nella recente 24 Ore di Le Mans. Il francese, inoltre, aveva avuto colloqui anche con i vertici di ACO e FIA. La notizia era poi rimbalzata nell’ultima settimana da Austin, in occasione della 6 Ore del COTA valida per il WEC, fino ad arrivare al Rally dell’Acropoli.

Hyundai, quest’oggi, ha finalmente sciolto le riserve annunciando la realizzazione di una LMDh. Sfruttando l’estensione della finestra regolamentare, che vedrà le attuali Hypercar impegnate nel Mondiale Endurance fino al 2029, verosimilmente il debutto del costruttore coreano avverrà nel 2026. In Grecia, Hyundai ha confermato la sua presenza nel WRC fino alla prossima stagione, resta da capire se proseguirà ulteriormente fino alla fine del ciclo delle Rally1 o se si focalizzerà esclusivamente sulla Hypercar.

Pur se il programma è ancora top-secret, sono trapelate già alcune indiscrezioni. Il direttore tecnico Hyundai François Xavier Demaison sta già lavora sulla futura LMDh che, con ogni probabilità, verrà sviluppata sul telaio Oreca 07 LMP2 (già utilizzato da Alpine e Acura). Più difficile individuare il potenziale propulsore che equipaggerà la Hypercar coreana mentre, come da regolamento, il motore elettrico sarà realizzato da Bosch e supportato da batterie della Williams.

Sul fronte piloti, Hyundai pare abbia già messo sotto contratto il due volte campione IMSA Pipo Derani, il quale a fine agosto aveva annunciato la separazione con il team Action Express. Alcuni hanno accostato la Casa coreana anche a Romain Dumas che, vista la sua vasta esperienza nella categoria, potrebbe risultare prezioso nella fase di sviluppo del prototipo. A tal proposito la vettura, così come accade per le i30N ed Elantra N del TCR e le i20N da rally, verrà progettata e realizzata in Germania nel reparto sportivo di Alzenau.

Altra questione da valutare sarà la gestione delle LMDh in pista. Il team Chip Ganassi Racing sembra il più quotato, visto che a fine stagione terminerà l’accordo con la Cadillac. La squadra americana potrà offrire il suo supporto sia in IMSA che nel WEC sfruttando, così, la struttura aperta lo scorso anno proprio in Germania.

Per avere un primo contatto con le gare di durata, Hyundai nel 2025 probabilmente gestirà una LMP2 nella European Le Mans Series in sinergia con un team già attivo nel campionato. Nel comunicato, contrariamente a quanto detto dai roumors, non è stata minimamente menzionata la presenza di una GT3 sviluppata sulla base di una possibile supercar Genesis. Non ci resta che attendere per scoprire le prossime mosse del costruttore coreano.

12 Set [8:30]

La FIA respinge l’appello Ferrari
Confermato l’esito della 6 Ore di Spa

Michele Montesano

Nulla di fatto. La Corte d’Appello della FIA ha confermato la classifica finale della 6 Ore di Spa-Francorchamps del FIA WEC. Al termine dell’udienza, tenutasi a inizio settembre, è stato respinto il ricorso della Ferrari che, già a fine gara, aveva esposto un reclamo in merito al risultato della corsa. La vittoria resta, di fatto, alla Porsche 963 LMDh del team Jota arrivata prima al traguardo con la coppia Will Stevens e Callum Illot.

Innanzitutto, bisogna ritornare al pomeriggio del sabato undici maggio quando, verso la quarta ora di gara, sul rettilineo del Kemmel c’è stato l’incidente tra la Cadillac LMDh di Earl Bamber e la BMW M4 GT3 di Sean Gelael. Dopo lo scontro, le due vetture hanno impattato violentemente contro i guardrail. Se i piloti sono usciti incolumi dalla rispettive vetture, sia le auto che le barriere sono state pesantemente danneggiate. La direzione gara ha immediatamente esposto la bandiera rossa sia per motivi di sicurezza che per verificare l’entità del danno ai guardrail.

Immediatamente sono iniziate le operazioni di ripristino delle barriere ma, come prevedibile, sono risultate lunghe e laboriose. Inizialmente il tempo è stato lasciato scorrere, poi la direzione gara ha deciso di riprendere le ostilità, ma con un’ora e quarantaquattro minuti ancora da disputare, vale a dire esattamente il tempo rimanente sul cronometro al momento dell’interruzione. Ad approfittarne sono state le Porsche del Jota e del Penske Motorsport, di Kevin Estre, Laurens Vanthoor e Andrè Lotterer. Avendo effettuato una sosta poco prima dell’esposizione della bandiera rossa, le LMDh tedesche sono state avvantaggiate, tanto da balzare in testa e concludere la gara rispettivamente al primo e secondo posto.

La doppietta Ferrari è, di fatto, svanita a seguito della decisione di estendere la gara. Il team di Maranello, subito dopo il termine della corsa, ha presentato un reclamo contro la Decisione N 71 dei Commissari (ovvero la classifica provvisoria della 6 Ore di Spa). Tale reclamo è poi stato respinto con la Decisione N 80 e, proprio su questo punto, in Ferrari hanno deciso di procedere presentando un ricorso in appello alla Corte Internazionale. La squadra del Cavallino Rampante ha inoltre sostenuto che i Commissari Sportivi hanno violato il regolamento sportivo del FIA WEC estendendo il tempo di gara totale a sette ore e cinquantaquattro minuti.

Tuttavia la Corte d’Appello della FIA non ha ribaltato il risultato finale. Infatti, stando a quanto dichiarato, il periodo di bandiera rossa non può essere considerato parte della durata della gara. Inoltre, la Corte d’Appello ha ribadito che, stando all’Articolo 13.2.1 del Codice Internazionale della FIA, una decisione dei Commissari Sportivi non può essere soggetta a protesta. A seguito di tale decisione, la Porsche Jota di Illot e Stevens è stata dichiarata ufficialmente vincitrice della 6 Ore di Spa.

9 Set [16:23]

Gounon torna sull’Alpine LMDh
Al Fuji prenderà il posto di Chatin

Michele Montesano

In occasione della 6 Ore del Fuji, sesto appuntamento stagionale del FIA WEC, Jules Gounon tornerà a far parte della squadra Alpine. Nella gara giapponese del Mondiale Endurance, in scena questo fine settimana, il francese guiderà nuovamente la A424 LMDh ma questa volta in sostituzione di Paul-Loup Chatin. Infatti Gounon aveva già avuto modo di portare in pista la Hypercar nella 6 Ore di Imola e nella successiva 6 Ore di Spa-Francorchamps al posto dell’infortunato Ferdinand Habsburg, costretto a saltare le due gare a seguito dell’incidente accusato in un test privato ad Alcaniz.

Se sul circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari il francese, in equipaggio con Chatin e Charles Milesi, si era classificato quattordicesimo, nel successivo appuntamento di Spa Gounon aveva ottenuto il nono posto. Il transalpino al Fuji non solo ritroverà la Alpine numero 35 ma anche il connazionale Milesi, oltre ad Habsburg. Il team francese ha reso noto che questa staffetta tra Chatin e Gounon era già stata programmata per consentire a quest’ultimo di prendere ulteriore dimestichezza con la vettura. A tal proposito, è stato confermato che Chatin tornerà la volante della A424 LMDh in occasione dell’ultimo appuntamento stagionale del WEC in Bahrain.

Tale decisione è da vedere come una riorganizzazione della squadra in ottica futura. Infatti Nicolas Lapierre, attualmente impegnato sull’altra Hypercar con Mick Schumacher e Matthieu Vaxiviere, ha reso noto che questa potrebbe essere la sua ultima stagione come pilota. Dopo aver preso parte allo sviluppo e aver fatto esordire la A424 LMDh nel Mondiale Endurance, il quarantenne francese potrebbe appendere il casco al chiodo per concentrarsi sul ruolo di Direttore Sportivo che riveste, dal 2021, nel team Cool Racing attualmente impegnato in LMP2 nella European Le Mans Series.

2 Set [2:50]

Austin – Gara
AF Corse porta al successo la Ferrari

Michele Montesano

Da Monza ad Austin passando per Maranello. Dopo il trionfo del GP d'Italia in Formula 1, il Cavallino Rampante è salito sul gradino più alto del podio anche nel Mondiale Endurance. A far risuonare l’Inno di Mameli in Texas, nella sesta tappa del FIA WEC, è stato il team AF Corse che ha gestito al meglio la Ferrari 499P LMH. A rendere possibile l’impresa ci ha pensato il terzetto di piloti composto da Robert Kubica, Yifei Ye e Robert Shwartzman perfetti e velocissimi sul tracciato del COTA.

L’avvio della Lone Star Le Mans ha visto il poleman Antonio Giovinazzi prendere il largo seguito da Kubica. Ma a sorprendere è stata la partenza fulminea di Miguel Molina che, scattato dalla quinta piazzola, si è subito messo nella scia delle altre due 499P LMH. Il terzetto dei piloti Ferrari ha quindi dettato l’andatura delle prime fasi di gara con Giovinazzi che, in virtù di una differente strategia, ha lasciato sfilare Kubica nel corso del sedicesimo passaggio.



Se il polacco ha proseguito imperterrito la sua andatura, anche dopo la prima sosta, Giovinazzi ha invece dovuto vedersela con Molina che, in pieno recupero, ha chiesto invano strada al muretto box Ferrari. Il pugliese, ritrovato il ritmo del primo stint, è poi arrivato al contatto con la Lexus RC F GT3 del doppiato Arnold Robin rimediando anche una penalità di cinque secondi da scontare ai box.

A seguito dell’urto con la GT3 nipponica, Giovinazzi ha inoltre danneggiato irreparabilmente un cerchio della 499P. Il triste epilogo è arrivato allo scoccare della seconda ora quando l’ex F1 è andato in testacoda nel tentativo di evitare, in curva 11, la Peugeot 9X8 del doppiato Stoffel Vandoorne. Inizialmente rimasto bloccato a bordo pista, Giovinazzi è riuscito a tornare ai box con il solo ausilio della spinta elettrica, salvo poi constatare la rottura della trasmissione.

Pur se con una vettura in meno, Ferrari ha mantenuto ugualmente le redini della gara con Kubica seguito da Molina. Ma, al termine della seconda tornata di pit-stop, il team AF Corse ha dovuto vedersela con la rimonta della Toyota. Ye, subentrato al velocissimo Kubica, si è trovato a rintuzzare il recupero dapprima di Mike Conway e poi di Nyck De Vries. Il cinese, in accordo con il muretto box AF Corse, ha optato per un doppio stint con gli pneumatici duri riuscendo a tenere alle spalle l’olandese della Toyota.



I giapponesi hanno quindi tentato il sorpasso in pitlane anticipando la sosta ai box rispetto alla Ferrari. L’undercut ha pagato e Kamui Kobayashi, rilevato il volante da De Vries, è salito al comando della gara precedendo Shwartzman, subentrato a Ye. Il nipponico, nelle concitate fasi di gara, ha però commesso un’infrazione in regime di bandiere gialle vedendosi infliggere un drive through. Tale penalità è pesata come un macigno per Kobayashi (nella foto sopra) che ha, così, perso la prima posizione in favore di Shwartzman.

Rientrato con un distacco di circa dieci secondi sul pilota della Ferrari, il giapponese ha provato una disperata rimonta. Nonostante il ritmo indiavolato di Kobayashi, Shwartzman non si è fatto prendere dal panico mettendo in mostra una freddezza invidiabile nel gestire il vantaggio. Al termine della 6 Ore del COTA, l’alfiere della Ferrari ha tagliato il traguardo per primo con un margine di appena 1”780 su Kobayashi. Il terzetto composto da Kubica, Ye e Shwartzman è stato il sesto equipaggio a vincere una gara del WEC in altrettante gare sinora disputate.

Anche il gradino più basso del podio porta la firma Ferrari. Al termine di una gara combattuta, Molina, Nicklas Nielsen e Antonio Fuoco hanno ottenuto un meritato terzo posto. Bicchiere mezzo pieno per Cadillac che con la coppia Alex Lynn ed Earl Bakber si è classificata al quarto posto nella gara di casa. Miglior risultato stagionale per Alpine che è riuscita ad artigliare la top 5. Nonostante un drive through rimediato da Ferdinand Habsburg, reo di aver speronato la Cadillac di Bamber nei primissimi istanti di gara, Charles Milesi e Paul-Loup Chatin hanno dato vita a un’intensa rimonta. Doppia festa per il marchio francese visto che anche l’altra 424 LMDh ha centrato la zona punti con Mick Schumacher, Nicolas Lapierre e Matthieu Vaxiviere.



Nonostante la scarsa competitività delle loro 963 LMDh sul tracciato del COTA, in Porsche sono riusciti a contenere i danni. André Lotterer, Laurens Vanthoor e Kevin Estre (nella foto sopra) hanno ottenuto il sesto posto pur vedendo il francese, nel corso delle ultime oret, arrivare ai ferri corti con Sebastien Buemi. Nelle ultime battute di gara, il pilota Toyota ha infatti spinto a muro Estre rimediando dapprima una foratura e poi uno stop and go di trenta secondi. Condizionati da una sosta al termine del primo giro, per rimuovere la protezione posta sul tubo di Pitot, Matt Campbell, Michael Christensen e Frederic Makowiecki hanno terminato al settimo posto.

Dopo un avvio sorprendente in cui si sono issate alle spalle delle Ferrari, le due BMW hanno man mano perso terreno. A contenere i danni ci hanno pensato Raffaele Marciello, Marco Wittmann e Dries Vanthoor ottavi al termine della gara. Mentre l’altro equipaggio BMW è scivolato al tredicesimo posto dopo aver scontato un drive through per track limits e, infine, uno stop and go di cento secondi per infrazione tecnica. Non è andata meglio alla Peugeot che ha visto la sola 9X8 di Nico Müller, Jean-Eric Vergne e Mikkel Jensen tagliare il traguardo. Gara dal doppio volto per Lamborghini. Se la SC63 LMDh si è dimostrata competitiva e veloce tanto da militare stabilmente in top 10, le penalità subite l’hanno fatta scivolare in quattordicesima posizione.



Assolo del team Heart of Racing in LMGT3 (nella foto sopra). Il team americano ha vinto davanti al suo pubblico con l’Aston Martin Vantage GT3 che il proprietario del team Ian James ha diviso con Alex Riberas e il nostro Daniel Mancinelli. Scatta dalla pole, siglata proprio da James, la squadra americana è stata impeccabile nel corso della gara ottenendo il suo primo successo nel WEC. Il dominio dell’Heart of Racing è stato talmente netto che le Porsche che hanno completato il podio sono giunte a traguardo con circa mezzo minuto di distacco.

Secondi, Alex Malykhin, Joel Sturm e Klaus Bachler hanno consolidato il loro primato in classifica generale. Mentre il terzetto Richard Lietz, Yasser Shahin e Morris Schuring ha ottenuto il terzo posto approfittando di uno stop and go di cento secondi, per infrazione tecnica, inflitto alla Ferrari di Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau. Appena fuori dal podio troviamo la McLaren di James Cottingham, Nicolas Costa e Gregoire Saucy, quest’ultimo protagonista di un intenso duello con Valentino Rossi. Purtroppo la BMW M4 GT3 dell’ex centauro di Tavullia è stata costretta al ritiro per problemi al servosterzo.

A sollevare gli animi nel box WRT ci hanno pensato Augusto Farfus, Sean Gelael e Darren Leung quinti di classe. Sesta la Ford Mustang di Ryan Hardwick, Zacharie Robichon e Ben Barker, mentre la gemella del campione in carica Ben Keating, in equipaggio con Mikkel Pedersen e Dennis Olsen, è stata costretta al ritiro per il cedimento del semiasse nel corso dell’ultima ora. Protagoniste indiscusse di classe, le Iron Dames hanno visto sfumare un podio sicuro nel corso della terza ora. Rahel Frey è arrivata al contatto con la Corvette Z06 di Rui Andrade danneggiando la Lamborghini Huracan. Grazie al duro lavoro dei meccanici, l’equipaggio tutto al femminile è riuscito a tornare in pista chiudendo al tredicesimo posto.

Domenica 1° settembre 2024, gara

1 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 183 giri
2 - Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota - 1"780
3 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 26"282
4 - Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac - 46"924
5 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'10"513
6 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'36"873
7 - Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske - 1'41"494
8 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
9 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 1 giro
10 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 1 giro
11 - Jani-Andlauer-Tincknell (Porsche 963) - Proton - 1 giro
12 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1 giro
13 - Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
14 - Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini - 1 giro
15 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 2 giri
16 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 19 giri
17 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 19 giri
18 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 19 giri
19 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 19 giri
20 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 19 giri
21 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 20 giri
22 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 20 giri
23 - Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 20 giri
24 - Robin-Schmid-K.van der Linde (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 20 giri
25 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 20 giri
26 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 21 giri
27 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 21 giri
28 - Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames - 23 giri

Giro più veloce: Kamui Kobayashi 1'52"561

Ritirati
Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT
Keating-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton
Stevens-Ilott-Nato (Porsche 963) - Jota
Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport
Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot
Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station
Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari
Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse

Il campionato piloti Hypercar
1.Estre-Lotterer-L. Vanthoor 125 punti; 2.Kobayashi-de Vries 113; 3.Fuoco-Molina-Nielsen 113; 4.Conway 77; 5.Campbell-Christensen-Makowiecki 77.

Il campionato piloti LMGT3
1.Malykhin-Sturm-Bachler 118 punti; 2.Shahin-Schuring-Lietz 90; 3.Leung-Gelael-Farfus 84; 4.James-Mancinelli-Riberas 81; 5.Heriau-Mann-Rovera 50.

31 Ago [23:45]

Austin – Qualifica
Giovinazzi-Kubica prima fila tutta Ferrari

Michele Montesano

Il FIA WEC è tornato in America ma, a differenza degli ultimi anni, il teatro di sfida si è spostato dallo storico e affascinante circuito di Sebring al tecnico e avveniristico COTA di Austin. Cambiano i tracciati, ma a siglare la pole position in USA è sempre una Ferrari. Se la scorsa stagione era toccato ad Antonio Fuoco firmare la prima Hyperpole della 499P LMH, quest’anno a mettere tutti in riga è stato Antonio Giovinazzi.

Dopo aver preso le misure, ottenendo il riferimento in occasione delle seconde prove libere di ieri, il pugliese della Ferrari quest’oggi è subito salito in cattedra. Unico a scendere sotto il muro del minuto e cinquanta secondi nella prima sessione di qualifica, Giovinazzi ha messo immediatamente in chiaro le cose. L’alfiere della Ferrari ha poi stampato un crono di 1’50”390 conquistando l’Hyperpole. A completare la festa in Ferrari ci ha pensato Robert Kubica che, al volante della 499P gestita da AF Corse, proprio nel suo ultimo tentativo ha artigliato il secondo crono.



A scattare dalla seconda fila della Lone Star Le Mans ci sarà la Cadillac V-Series.R, con Alex Lynn che si è visto strappare per soli tredici millesimi la seconda piazzola da Kubica, e l’Alpine di un velocissimo Charles Milesi. Quinto crono per Fuoco che nell’ultimo giro non è riuscito a dare la zampata vincente. Matt Campbell, sesto, è stato il più veloce tra i piloti Porsche, ma in generale le 963 LMDh sinora ad Austin hanno sofferto problemi di assetto.

Per la prima volta, dall’inizio della stagione del WEC, entrambe le BMW M Hybrid V8 sono riuscite a entrare nella Hyperpole. Siglando il settimo tempo, Robin Frijns ha avuto la meglio sul compagno di squadra Dries Vanthoor per appena cinquantasei millesimi. Qualifiche deludenti per Toyota che, complice un BoP (Balance of Performance) non favorevole, sono sprofondate a metà classifica. Se Kamui Kobayashi ha salvato l’onore, siglando il nono crono, Sebastien Buemi non ha passato la tagliola della prima qualifica chiudendo dodicesimo.

Sessione dal doppio volto anche per il Team Jota. Se Norman Nato ha completato la top 10, il compagno di team Jenson Button si è reso protagonista di un testacoda proprio nelle ultime battute chiudendo la qualifica diciassettesimo. Condizionato dalla portiera della sua Alpine A424 difettosa, Mick Schumacher non è andato oltre il tredicesimo crono. Per appena venti millesimi Mikkel Jensen non è riuscito a portare la Peugeot 9X8 nell’ultima sessione, mentre Paul di Resta ha terminato quindicesimo alle spalle della Porsche di Kevin Estre. A chiudere la classifica delle Hypercar la Lamborghini SC63 LMDh portata in pista da Daniil Kvyat.



Prima Hyperpole nel Mondiale Endurance per Ian James (nella foto sopra). Il pilota angloamericano ha siglato il riferimento di classe LMGT3 al volante dell’Aston Martin Vantage GT3 gestita dal suo team Heart of Racing. Doppia soddisfazione per James che ha fermato le lancette del cronometro in 2’05”587 battendo, per soli diciassette centesimi, Sarah Bovy costretta ad alzare bandiera bianca negli ultimi istanti per noie al servosterzo della sua Lamborghini Huracán GT3.

François Heriau ha portato la Ferrari 296 GT3 in terza pozione. Il francese scatterà dalla seconda fila affiancato dalla Porsche 911 GT3 del leader di campionato Alex Malykhin. Top 5 per Tom Van Rompuy che ha piazzato la sua Corvette Z06 davanti la Ferrari di Thomas Flohr e la McLaren 702S di James Cottingham.

Clement Mateu, al volante dell’Aston Martin, è riuscito a tenere dietro il campione in carica Ben Keating, per l’occasione alla sua prima presa di contatto con la Ford Mustang del Proton Competition. A chiudere la top 10 delle LMGT3 ci ha pensato l’alfiere BMW Darren Leung. Mentre la M4 GT3 numero 46, portata in pista da Ahmad Al Harthy, scatterà dalla quindicesima piazzola.

Sabato 31 agosto 2024, qualifica

1 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'50"390 H
2 - Kubica-Shwartzman-Ye (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'50"667 H
3 - Bamber-Lynn (Cadillac V-LMDh) - Cadillac - 1'50"680 H
4 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'50"751 H
5 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari - 1'50"818 H
6 - Campbell-Christensen-Makowiecki (Porsche 963) - Penske - 1'50"874 H
7 - Frijns-Rast-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'50"882 H
8 - Marciello-Wittmann-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'50"938 H
9 - Conway-Kobayashi-de Vries (Toyota GR010) - Toyota - 1'50"951 H
10 - Stevens-Ilott-Nato (Porsche 963) - Jota - 1'51"532 H
11 - Jensen-Müller-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'51"659
12 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010) - Toyota - 1'51"720
13 - Lapierre-Schumacher-Vaxiviere (Alpine A424) - Alpine - 1'51"969
14 - Estre-Lotterer-L. Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'51"984
15 - Di Resta-Duval-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'52"081
16 - Jani-Andlauer-Tincknell (Porsche 963) - Proton - 1'52"225
17 - Button-Hanson-Rasmussen (Porsche 963) - Jota - 1'52"320
18 - Bortolotti-Mortara-Kvyat (Lamborghini SC63) - Lamborghini - 1'52"426
19 - James-Mancinelli-Riberas (Aston Martin Vantage) - Heart - 2'05"587 H
20 - Bovy-Frey-Gatting (Lamborghini Huracan) - Iron Dames - 2'05"759 H
21 - Heriau-Mann-Rovera (Ferrari 296) - AF Corse - 2'06"001 H
22 - Malykhin-Sturm-Bachler (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 2'06"176 H
23 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 2'06"287 H
24 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 2'06"312 H
25 - Cottingham-Costa-Saucy (McLaren 720S) - United AS - 2'06"521 H
26 - Mateu-Bastard-Sorensen (Aston Martin Vantage) - D'Station - 2'06"609 H
27 - Keating-Pedersen-Olsen (Ford Mustang) - Proton - 2'06"650 H
28 - Leung-Gelael-Farfus (BMW M4) - WRT - 2'07"483 H
29 - Caygill-Pino-Sato (McLaren 720S) - United AS - 2'07"112
30 - Robin-Schmid-K.van der Linde (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 2'07"184
31 - Koizumi-Baud-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 2'07"328
32 - Hardwick-Robichon-Barker (Ford Mustang) - Proton - 2'07"431
33 - Al Harthy-Rossi-Martin (BMW M4) - WRT - 2'07"459
34 - Shahin-Schuring-Lietz (Porsche 911 GT3 R) - Manthey - 2'07"691
35 - Kimura-Masson-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 2'08"153
36 - Schiavoni-Cressoni-Perera (Lamborghini Huracan) - Iron Lynx - 2'09"622

31 Ago [15:46]

Aston Martin ha portato la Valkyrie LMH
ad Alcaniz, finora completati 6000 km

Michele Montesano

Mentre sul circuito di Austin questo fine settimana va in scena la Lone Star Le Mans, sesto appuntamento stagionale del FIA WEC, dall’Inghilterra arrivano nuove notizie in merito allo sviluppo dell’Aston Martin Valkyrie LMH. Dopo il primo contatto con la pista, avvenuto sul circuito di Silverstone a metà luglio, la Casa britannica ha proseguito la sua marcia di avvicinamento verso il ritorno nella classe regina del Mondiale Endurance.

Stando a quanto dichiarato da Aston Martin, la Valkyrie LMH ha finora inanellato oltre 6000 km registrando risultati incoraggianti. Dopo lo
shakedown di Silverstone, i tecnici della Casa inglese e gli uomini del team Heart of Racing, la squadra che farà correre l’Hypercar sia nel WEC che in IMSA, si sono diretti alla volta di Donington per una due giorni di test. Dopo una pausa, per analizzare i dati raccolti, si è proseguito con un’altra sessione sul tracciato di Donington per poi effettuare ulteriori due giorni di prove a Silverstone.

Conclusa questa prima parte di test in Inghilterra, scelta dettata per la vicinanza con la fabbrica della Casa britannica e il relativo reparto sportivo di Silverstone, Aston Martin si è diretta alla volta della Spagna. Sul Motorland Aragón di Alcaniz il team inglese ha effettuato un’ulteriore sessione di test, sempre sulla distanza di due giorni, per mettere nuovamente alla frusta l’affidabilità della Valkyrie LMH.

Anche sul circuito spagnolo, come ammesso dal responsabile Aston Martin Endurance Adam Carter, i risultati scaturiti sono stati più che positivi. Benché il programma di sviluppo sia ancora molto lungo e complesso, finora il rendimento della Valkyrie LMH ha confermato le aspettative della squadra rivelandosi costante e veloce. Così come il V12 aspirato da 6.5 litri, realizzato da Cosworth, pare abbia funzionato senza registrare alcun inconveniente.

A differenza delle altre occasioni, in cui si erano alternati al volante della Hypercar Harry Tincknell, Darren Turner e Mario Farnbacher, questa volta Aston Martin non ha voluto rivelare i piloti impegnati sul tracciato di Alcaniz. Inoltre sia Carter che Ian James, Team Principal dell’Heart of Racing, non si sono voluti esprimere in merito sia alla formazione dei due equipaggi nel WEC sia per quanto riguarda i piloti che saranno al volante della singola Valkyrie in IMSA. Aston Martin pescherà innanzitutto dalla sua rosa di piloti impegnati attualmente in GT, tra cui figurano il nostro Mattia Drudi e gli esperti Nicki Thiim e Marco Sørensen, per poi valutare altre figure.

Oltre al prosieguo dei test in altri circuiti europei, Aston Martin effettuerà anche una sessione in un tracciato del Medio Oriente, visto che il Mondiale Endurance prevede sia una gara in Qatar che in Bahrain. Inoltre il programma di test e sviluppo si intensificherà quando verrà approntata una seconda Valkyrie LMH, con ogni probabilità in autunno, che girerà sui circuiti americani in vista della partecipazione in IMSA. A tal proposito in Aston Martin non si sono ancora sbilanciati in merito all’esordio ufficiale della loro Hypercar, se avverrà in occasione della 24 Ore di Daytona, prima gara stagionale dell’IMSA, o nella tappa inaugurale del WEC la 1812 km del Qatar.

28 Ago [16:53]

Toyota e Porsche ad Austin più pesanti
Ferrari, Lambo e Peugeot alleggerite

Michele Montesano - XPB Images

Dopo quattro anni di assenza, il FIA WEC torna in Texas. Il circuito di Austin, questo fine settimana, farà da palcoscenico al sesto appuntamento stagionale del Mondiale Endurance. Se nel 2020 si è assistito all’ultima danza delle LMP1, questa volta sul tracciato del COTA a darsi battaglia sarà un nutrito schieramento di Hypercar. Ad animare la Lone Star Le Mans ci saranno ovviamente anche le LMGT3. Come di consueto, prima di scendere in pista FIA e ACO hanno ritoccato il BoP (Balance of Performance) per cercare di rendere più equilibrata e incerta la gara.

Reduce dal dominio della 6 Ore di San Paolo, le Toyota GR010 Hybrid saranno le vetture più pesanti del lotto. La LMH nipponica è stata appesantita di ulteriori 5 kg per un totale di 1065 kg. Non solo, anche la potenza massima e l’energia per stint sono state ridotte rispettivamente a 497 kW e 906 MJ. L’unica concessione che hanno ricevuto le Toyota è stato il guadagnato di potenza incrementato, al di sopra dei 250 km/h, al 4,6% rispetto alla potenza nominale.



Restando in ambito LMH ricordiamo, inoltre, che tali tipologie di vetture potranno attivare la trazione integrale superati i 190 km/h. Sia Ferrari che Peugeot in Texas saranno lievemente più leggere. In particolare le 499P sono state alleggerite di 5 kg, rispetto all’ultima tappa di San Paolo, pesando così 1055 kg. Le vetture di Maranello avranno a disposizione una potenza di 500 kW e 901 MJ di energia per stint con un guadagno di potenza, superati i 250 km/h, di 1,9%.

Assente la Isotta Fraschini Tipo 6, spetterà alla Peugeot 9X8 la palma della LMH più leggera del lotto. Alleggerito di ben 14 kg, il prototipo francese segnerà sulla bilancia 1037 kg. A fronte di una riduzione di peso, però, le 9X8 sono state penalizzate sia con una minor potenza, ora passata a 509 kW, che con una minor energia per stint fissato a 902 MJ. Inoltre anche il guadagno di potenza, oltre i 250 km/h, è stato ridotto e portato a -1,2%.



Passando alle LMDh, alle Porsche è toccata la medesima sorte delle Toyota. Infatti le 963 saranno le LMDh che gireranno col maggior peso sul circuito di Austin. Il prototipo tedesco sconterà ben 1053 kg alla bilancia, per un incremento di 2 kg, oltre a una riduzione di potenza, portata a 509 kW, e di energia per stint a 907 MJ conservando gli stessi parametri del power gain visti in Brasile.

Veloci sul giro secco ma ancora poco affidabili in gara, le Alpine A424 affronteranno il tracciato del COTA con un peso di 1041 kg. A fronte di uno sconto di 3 kg, i prototipi francesi saranno, però, più penalizzati sul piano delle prestazioni. Infatti FIA e ACO hanno ridotto sia la potenza, ora a 515 kW, che l’energia scesa a 907 MJ per stint, ciò si traduce anche in un guadagno di potenza diminuito del -3,2%.



Parità di peso per BMW e Cadillac. Ancora alla ricerca di un risultato convincente nel WEC, entrambe avranno un peso di 1037 kg. Inoltre alla M Hybrid V8 LMDh è stata incrementata la potenza, portata ora a 513 kW, ma ridotta sia l’energia, a 906 MJ, che il guadagno di potenza a -0,6%. Per quanto riguarda la Cadillac V-Series.R l’energia per stint è rimasta immutata a 907 MJ, mentre potenza e power gain sono stati ridotti rispettivamente a 518 kW e -0,6%.

Infine la Lamborghini SC63 sarà la LMDh più leggera sul circuito di Austin. Al prototipo di Sant’Agata Bolognese sono stati sottratti ulteriori 9 kg per un totale di 1030 kg. Anche la potenza è stata lievemente ritoccata toccando quota 520 kW, mentre l’energia a disposizione per stint è scesa a 908 MJ. Nessuna variazione per quanto riguarda il guadagno di potenza superata la soglia dei 205 km/h.



FIA e ACO, sempre in vista della Lone Star Le Mans, hanno rivisto anche il BoP delle LMGT3. A seguito delle quattro vittorie ottenute sinora nell’arco della stagione, la Porsche 911 GT3 è tra le Gran Turismo più penalizzate. La vettura di Zuffenhausen ad Austin riceverà ben 15 kg di zavorra per un totale di 1345 kg. A fronte di un aumento di peso, la Porsche beneficerà di un’energia di 688 MJ per stint e un guadagno di potenza del 6% superati i 200 km/h.

Invariato il peso delle Lexus RC F GT3 che resteranno sui 1355 kg. Le vetture nipponiche, inoltre, avranno a disposizione un incremento di energia per stint raggiungendo quota 713 MJ. Tutte le altre Gran Turismo hanno invece subito una cura dimagrante. Sia le BMW M4 che le Corvette Z06 avranno uno sconto di 14 kg. Nello specifico la GT3 tedesca peserà 1339 kg, disponendo di 690 MJ, mentre la vettura americana 1344 kg per 692 MJ di energia.



Pur vedendosi decurtare 13 kg di zavorra, le Lamborghini Huracán anche sul circuito di Austin saranno le GT3 più pesanti con i loro 1356 kg, a fronte di 687 MJ di energia per stint. Le Ferrari 296 GT3 gireranno sulla pista del COTA con un peso di 1341 kg e 679 MJ di energia. Mentre la Ford Mustang segnerà sulla bilancia 1334 kg a fronte di 696 MJ di energia a stint. Entrambe le vetture inglesi Aston Martin e McLaren hanno ricevuto uno sconto di 3 kg per un totale di 1345 kg di peso. Se la Vantage potrà sfruttare un’energia di 685 MJ, la 720S si attesterà invece a quota 690 MJ.

22 Ago [9:55]

Termina l’avventura di Isotta Fraschini
non parteciperà al resto della stagione

Michele Montesano

Isotta Fraschini ha annunciato il ritiro dal FIA WEC con effetto immediato. Nonostante la Tipo 6 Competizione LMH sia già in viaggio verso Austin, dove è prevista la prossima tappa del Mondiale Endurance, la Casa milanese ha deciso di non proseguire l’avventura nel WEC. Alla base di tale scelta, come si legge dal comunicato rilasciato dal costruttore, la mancanza di presupposti per proseguire il sodalizio con il team Duqueine, struttura che sinora si è occupato della gestione in pista della vettura.

Ricordiamo che la squadra francese, verso la fine dello scorso anno, era subentrata al team Vector Sport per schierare la Tipo 6 LMH nel Mondiale Endurance. Si è quindi assistito a una vera e propria corsa contro il tempo in vista dell’esordio avvenuto in occasione della 1812 km del Qatar, gara inaugurale della stagione 2024 del WEC. Ciò nonostante, gli uomini della Michelotto Engineering (la struttura che ha progettato, sviluppato e realizzato la LMH) nel prosieguo del campionato sono riusciti a rendere sempre più competitiva la vettura.

Senza dubbio il miglior risultato, ottenuto in questa stagione di debutto, resta il quattordicesimo posto al termine della 24 Ore di Le Mans. A pesare sul bilancio finale di questa avvenuta è sicuramente la mancanza di test, durante l’anno, per sviluppare ulteriormente la Hypercar. Inoltre, nelle prime cinque gare del WEC, l’esperto Jean-Karl Vernay, oltre a sobbarcarsi il lavoro di messa a punto, ha dovuto fare da supporto anche ai suoi giovani compagni di squadra Antonio Serravalle e Carl Wattana Bennett.

Viste le divergenze con il team Duqueine, l’Isotta Fraschini ha quindi deciso di interrompere in anticipo la stagione saltando gli ultimi tre appuntamenti del WEC di Austin, Fuji e Bahrain. Come si legge dalla nota, la Casa milanese reindirizzerà le proprie risorse verso la ristrutturazione del programma sportivo e l’espansione delle iniziative per vetture da pista e stradali.

Tale decisione arriva a poco più di un mese dal passaggio di consegne tra
Claudio Berro e l’AD Miguel Valldecabres nel ruolo di responsabile del Motorsport di Isotta Fraschini. Resta da capire quale sarà il futuro della Casa della Dea alata nel Mondiale Endurance. Infatti dal prossimo anno ogni costruttore, che si iscriverà in veste ufficiale nel WEC, dovrà schierare obbligatoriamente due vetture. Isotta Fraschini dovrà quindi lavorare in questi mesi per trovare un nuovo team, oltre che il budget, per presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2025 del Mondiale Endurance.

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