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Genesis: completato lo shakedown
della GMR-001 LMDh a Le Castellet

Michele Montesano Nel caldo agosto francese, la Genesis GMR-001 LMDh ha mosso i suoi primi passi in pista. Come già annuncia...

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15 Ago [10:52]

Il punto della stagione – Seconda parte
BMW e Alpine i primi tra gli inseguitori

Michele Montesano - XPB Images

Tra i campionati con il più alto numero di costruttori impegnati in pista, il FIA WEC può contare ben otto marchi pronti a contendersi ad ogni gara la vittoria assoluta. Ma, com’è lecito aspettarsi, con un parterre del genere gioco forza a qualcuno tocca restare fuori dal podio. Inoltre, in una stagione come quella attuale, che ha visto Ferrari ottenere quattro vittorie e Cadillac firmare una doppietta in Brasile, difficilmente è rimasto spazio anche per gli altri.



A contendersi le posizioni di rincalzo finora sono state Porsche e Toyota. Ma i due marchi devono prestare attenzione al recupero di BMW e Alpine che, dopo un anno di apprendistato, in questa stagione sono parse nettamente più competitive.

Quinta in classifica costruttori, BMW nella prima parte del campionato ha mostrato un buon passo gara. In Qatar, primo appuntamento stagionale del WEC, la M Hybrid V8 LMDh guidata da Raffaele Marciello, Kevin Magnussen e Dries Vanthoor ha sfiorato il podio classificandosi quarta. Mentre nella successiva 6 Ore di Imola il terzetto René Rast, Robin Frijns e Sheldon van der Linde ha centrato un meritato secondo posto.

Segnali tangibili di un netto miglioramento sia da parte della vettura che del Team WRT, il quale gestisce le operazioni in pista. Tuttavia, le premesse non sono state mantenute nel prosieguo della stagione, con entrambe le M Hybrid V8 LMDh fuori dalla top-5 sia in Belgio sia nella 24 Ore di Le Mans.

Mentre si è assistito a una, seppur piccola, ripresa nella 6 Ore di San Paolo con Rast e van der Linde quinti. BMW, proprio negli ultimi giorni, ha inoltre fatto sapere che il programma Hypercar proseguirà sia nel WEC che in IMSA. Ciò significa che in quel di Monaco di Baviera credono nel progetto e continueranno ad investire per puntare alla vittoria.



Quasi speculare la stagione di Alpine. Dopo un avvio difficile in Qatar, il marchio francese si è affacciato in zona podio nella successiva 6 Ore di Imola con Mick Schumacher, Joules Gounon e Frederik Makowiecki. Lo stesso equipaggio ha poi bissato il risultato anche a Spa-Francorchamps, dopo aver inizialmente lottato per la vittoria quasi ad armi pari contro la Ferrari.

Così come avvenuto già lo scorso anno, la competitività delle A424 LMDh è sparita in occasione della 24 Ore di Le Mans. Fortunatamente, a differenza di 12 mesi fa, entrambe le Alpine sono riuscite a concludere la gara in zona punti.

Risultati alla mano, a distanza di un anno la A424 è sicuramente tra le LMDh che è cresciuta maggiormente. Risolto il problema di affidabilità del V6 Mecachrome monoturbo, i tecnici Alpine si sono focalizzati sul set-up per migliorare anche le prestazioni.

Proprio su quest’ultimo aspetto, si è rivelata fondamentale l’esperienza di Makowiecki maturata nello sviluppare la Porsche 963 LMDh. Forse anche alla luce di questo aspetto, l’equipaggio dov’è presente il francese è stato più competitivo rispetto al terzetto composto da Charles Milesi, Paul-Loup Chatin e Ferdinand Habsburg.



Tutt’altra storia per Peugeot. L’altro marchio francese impegnato nel WEC, a fronte dell’investimento fatto, anche in questa prima parte di stagione ha raccolto decisamente poco. La 9X8 Evo, che ha debuttato lo scorso anno a Imola, non si è rivelata all’altezza della concorrenza.

Nonostante sia stata rivista completamente nella parte aerodinamica, con l’aggiunta dell’alettone posteriore, la Hypercar del Leone soffre sui circuiti che richiedono maggior carico. Infatti, le migliori prestazioni cronometriche sono state registrate a Imola e a Spa.

Ma è stato in Brasile, contro ogni pronostico, che Peugeot ha ottenuto il miglior risultato. Loïc Duval e Malthe Jakobsen, sesti al traguardo della 6 Ore di San Paolo, hanno preceduto i compagni di squadra Mikkel Jensen e Paul Di Resta. Zona punti centrata grazie ad un BoP (Balance of Performance) nettamente favorevole.

A tal proposito le 9X8 LMH sono costantemente tra le Hypercar più leggere del lotto. Ciò nonostante, la Casa francese non riesce a spiccare il volo occupando la nona posizione in classifica generale a ben 147 lunghezze dalla vetta.



Come prevedibile, Aston Martin sta pagando lo scotto del noviziato. Al debutto nella classe regina del Mondiale Endurance, la Casa inglese è tristemente fanalino di coda con soli due punti guadagnati in occasione della 24 Ore di Le Mans. Le Valkyrie LMH sono parse nettamente distanti dalle altre Hypercar sia in qualifica sia sul passo gara. Inoltre, l’assenza del sistema ibrido a supporto del propulsore V12 di certo non aiuta nei tratti più guidati. Tale soluzione, che di fatto ha semplificato il lavoro di sviluppo, ha finito col ritorcersi contro.

Le prestazioni in pista sono figlie anche del progetto Valkyrie, l’unica Hypercar derivata da una vettura stradale come voleva il regolamento originale FIA e ACO. Questo comporta anche un minor margine di intervento per migliorare la hypercar. Tuttavia la strategia del team The Heart of Racing, partner tecnico di Aston Martin, di prendere parte anche al campionato IMSA sta dando i suoi primi frutti. E' proprio nella serie americana che sono arrivate le prime soddisfazioni con l’ingresso in zona punti. Risultati incoraggianti che fanno ben sperare anche nel prosieguo della stagione nel WEC.

14 Ago [10:43]

Il punto della stagione - Prima parte
Ferrari regna, male Toyota e Porsche

Michele Montesano - XPB Images

Con l’arrivo della pausa estiva, e i motori delle Hypercar spenti, si possono tirare le somme della prima parte di stagione del FIA WEC. Varcato il giro di boa del campionato dopo la 24 Ore di Le Mans, e quando mancano solamente tre appuntamenti al termine, lo scenario finale del Mondiale Endurance sembra già delineato. Infatti finora è stata la Ferrari a dominare la scena vincendo le prime quattro gare, inclusa la maratona del Circuit de La Sarthe. L’unica variazione sul tema è stata la 6 Ore di San Paolo, dove si è assistito a una perentoria doppietta Cadillac.

Ma a sorprendere è stato senza dubbio un netto cambio delle forze in campo. Infatti, a distanza di 12 mesi, si è passati dalla lotta tra Porsche e Toyota, che si sono divisi i titoli al termine della stagione 2024, al dominio Ferrari e al primo successo di Cadillac nel WEC. Inoltre sia il costruttore tedesco che quello giapponese sono quasi del tutto scomparsi dai radar. Colpa del BoP (Balance of Performance) o merito delle altre squadre? Fatto sta che finora si è assistito quasi sempre a gare tirate e combattute fino all’ultimo.



Non si può che iniziare dal marchio che ha dominato l’intera prima metà del Mondiale Endurance. Già vincente a Le Mans negli anni passati, la Ferrari ha sorpreso per l’incredibile costanza e l’equilibrio che si è creato tra gli equipaggi. Infatti, in questa stagione tutte e tre le 499P hanno conquistato almeno una vittoria, segno inequivocabile della competitività dell’Hypercar di Maranello. Nella 1812 km del Qatar, primo appuntamento stagionale del WEC, si è assistito a una tripletta tutta Ferrari con l’equipaggio composto da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen che ha tagliato per primo il traguardo.

Terzi a Losail, Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado si sono rifatti subito vincendo davanti al pubblico di casa a Imola per poi ripetersi nella successiva 6 Ore di Spa, dove si è registrata anche una doppietta Ferrari. A completare il quadro, la straordinaria vittoria della 499P di AF Corse al termine di una serrata 24 Ore di Le Mans che ha visto come protagonisti assoluti Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson.

Inoltre, il terzo posto conquistato in Francia ha permesso a Pier Guidi-Giovinazzi-Calado di rafforzare il primato in classifica generale. Il terzetto della Ferrari numero 51 è seguito, a sole 12 lunghezze, dai vincitori di Le Mans. Di contro, esclusi per un’irregolarità tecnica sulla 499P al termine della 24 ore, Fuoco-Molina-Nielsen sono ora quarti a 48 punti dalla vetta.



Protagonista assoluta delle prime quattro gare, Ferrari è stata offuscata da Cadillac nella 6 Ore di San Paolo. Estremamente veloce sul giro secco, come dimostrato dalla Hyperpole conquistata a Le Mans da Alex Lynn, alla V-Series.R LMDh è mancato sempre qualcosa per poter tramutare il potenziale in vittoria. I pianeti si sono allineati in Brasile dove, un BoP più favorevole, ha consentito alle Hypercar americane di dominare sia la qualifica sia la gara. Lynn, Norman Nato e Will Stevens hanno tagliato per primi il traguardo con oltre 57 secondi di vantaggio sui compagni di squadra Earl Bamber, Jenson Button e Sebastien Bourdais.

Risultato che rende merito sia alla Cadillac ma soprattutto al Team Jota. Dopo due stagioni in cui ha gestito le Porsche 963 LMDh private, la squadra inglese è stata scelta al termine dello scorso anno dalla Casa americana per sostituire il Chip Ganassi Racing.

Concluso un rapido periodo di rodaggio, la nuova accoppiata angloamericana è subito apparsa tra le più competitive in pista. I risultati parlano chiaro con Cadillac che occupa il secondo posto nella classifica costruttori, a 55 lunghezze dalla Ferrari, e Lynn-Nato-Stevens terzi a 37 punti dalla vetta. Il marchio americano si è quindi guadagnato sul campo il ruolo di primo avversario del Cavallino Rampante.



Per due costruttori che sorridono ce ne sono altrettanti che masticano amaro, è il caso di Toyota e Porsche. Proprio il marchio tedesco si è ritrovato, nell’arco di un anno, da primo attore a semplice comparsa. Il terzo posto nella classifica costruttori è frutto di una lieve ripresa di competitività dopo un avvio di stagione da incubo.

Le due 963 LMDh gestite dal team ufficiale Penske Motorsport, nelle prime tre gare sono state costantemente ai margini della top-10. La musica è cambiata nella 24 Ore di Le Mans, dove i campioni in carica Kevin Estre e Laurens Vanthoor, supportati da Matt Campbell, sono riusciti a spezzare il dominio Ferrari conquistando il secondo posto.

Ugualmente in Brasile, in occasione della 6 Ore di San Paolo, le Porsche sono state le uniche a impensierire, seppur marginalmente, le Cadillac. Julien Andlauer e Michael Christensen hanno concluso a podio, a quasi un minuto dai vincitori, precedendo i compagni di squadra Estre e Vanthoor, quest’ultimi doppiati di un giro.

A dispetto degli aggiornamenti portati prima dell’inizio di stagione, sfruttando anche i relativi Joker, le 963 LMDh hanno pagato una scarsa competitività e un passo gara inferiore rispetto alla concorrenza. Inoltre, la scelta di schierare solamente due piloti fissi a equipaggio, alternando il terzo nelle gare più lunghe, non ha dato i benefici sperati. A stridere è il confronto, a parità di vettura e team, con le vittorie ottenute in IMSA.



Ugualmente Toyota non ha molto da festeggiare. Il costruttore giapponese sta vivendo la sua peggior stagione da quando è stata introdotta la classe Hypercar. Mai a podio le due GR010 Hybrid non hanno fatto meglio del quarto posto, ottenuto nella 6 Ore di Spa dal terzetto Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa. Tuttavia la costanza finora ha premiato l’altro equipaggio composto da Kamui Kobayashi, Mike Conway e Nyck De Vries, attualmente al sesto posto in classifica generale a 61 punti dalla vetta. Risultati che, se combinati, vedono Toyota quarta nella graduatoria costruttori.

Sebbene le GR010 Hybrid negli ultimi anni non avessero particolarmente brillato in qualifica, in gara erano state costantemente le vetture da battere. Il vantaggio di sfruttare al meglio gli pneumatici, consentendo di utilizzare le mescole più morbide anche oltre il doppio stint, in questa stagione si è completamente sgretolato.

Toyota nella prima metà di campionato è sembrata la brutta copia di se stessa. Forse il progetto della vettura, se confrontato con le altre Hypercar, sta pagando il peso dell’età. Ricordiamo che la GR010 Hybrid, nella prima fase della sua carriera agonistica ha vinto contro avversari decisamente meno agguerriti rispetto a Ferrari, Cadillac o Porsche. Vedremo se nelle prossime gare tornerà competitiva, magari vincendo nella gara di casa al Fuji.

13 Ago [12:39]

Genesis: completato lo shakedown
della GMR-001 LMDh a Le Castellet

Michele Montesano

Nel caldo agosto francese, la Genesis GMR-001 LMDh ha mosso i suoi primi passi in pista. Come già annunciato nelle scorse settimane, il programma che vede il marchio premium di Hyundai fare il suo esordio, a partire dal 2026, nel FIA WEC sta procedendo secondo i piani prefissati. Lo shakedown della Hypercar coreana è avvenuto con successo sul circuito del Paul Ricard. Tracciato non lontano dagli stabilimenti Oreca, azienda che si occupa della realizzazione del telaio, e vicino al nuovo quartier generale di Genesis Magma Racing sito proprio a Le Castellet.

L’onore di portare al debutto la GMR-001 LMDh è toccato ad André Lotterer e Pipo Derani, i due piloti già annunciati per la prossima stagione del Mondiale Endurance. Questi, dopo intense sessioni al simulatore, sono scesi in pista sul prototipo ancora in nero carbonio per accertarsi che tutto funzionasse a dovere. Ovviamente in Genesis non si è parlato né dei chilometri percorsi né, tantomeno, dei riferimenti cronometrici. Lo shakedown è servito semplicemente per sincerarsi del corretto funzionamento della meccanica, in particolare del sistema ibrido che vede il V8 biturbo lavorare in sinergia con il sistema elettrico Bosch.



Dopo l’installazione del motore, della componente ibrida e della trasmissione, e la
prima accensione avvenuta lo scorso mese, i tecnici francesi di Oreca hanno completato l’assemblaggio prima di affidare la GMR-001 LMDh agli ingegneri Genesis per il programma di prove. In questa prima fase di sviluppo il simulatore si è rivelato fondamentale. Il lavoro virtuale ha permesso di calibrare il modello digitale e definire un set-up di base della Hypercar. Il tutto per rendere il primo contatto in pista più mirato alla verifica dei sistemi meccanici ed elettrici che alla pura ricerca della prestazione.

Lo shakedown è stata una tappa cruciale per Genesis Magma Racing, come sottolineato dal Team Principal Cyril Abiteboul che ha rimarcato come ogni giornata porti nuovi progressi. Il trasferimento nella nuova sede e l’avvio dei test ha rappresentato il momento esatto in cui i due filoni del progetto si sono uniti. Della stessa idea il Direttore Tecnico François-Xavier Demaison, il quale ha evidenziato il valore di ogni chilometro percorso dal prototipo in questa prima fase di rodaggio.



Il ruolo di Oreca, partner tecnico per il telaio, non si è esaurito con la realizzazione del primo prototipo. L’azienda francese resterà coinvolta nel prosieguo del progetto e dello sviluppo affiancando i tecnici Genesis sia in fabbrica che in pista. A tal proposito la vettura che è scesa sul circuito del Paul Ricard è la prima delle tre che verranno realizzate nei prossimi mesi per accelerare ulteriormente la fase di sviluppo.

Dopo questa prima uscita, la GMR-001 LMDh affronterà un intenso programma di prove su diversi circuiti europei. I dati scaturiti dalle sessioni di test verranno poi elaborati nella sede di Le Castellet e affinati attraverso ulteriori sessioni al simulatore. Il tutto in vista dell’omologazione e dell’esordio ufficiale previsto nella 1812 km del Qatar, prima gara della stagione 2026 del Mondiale Endurance.

8 Ago [18:50]

BMW conferma il doppio impegno nel
WEC e in IMSA con la M Hybrid V8

Michele Montesano

Forte anche del successo ottenuto nella gara di Road America in IMSA, BMW ha confermato il suo impegno a lungo termine nella classe regina dell’Endurance. Le sue M Hybrid V8 LMDh saranno ancora protagoniste sia nella serie americana che nel FIA WEC. Con un annuncio ufficiale, la Casa di Monaco di Baviera ha quindi messo a tacere le voci che la vedevano ridimensionare i suoi progetti nella classe Hypercar. Le M Hybrid V8 continueranno a gareggiare su entrambe le sponde dell’Atlantico.

La decisione è maturata a seguito dalla recente estensione del regolamento tecnico, da parte di FIA e ACO, con omologazione delle LMH e delle LMDh valida fino al termine del 2032. Una garanzia fondamentale per tutti i costruttori, che ora possono programmare lo sviluppo a lungo termine delle loro vetture con maggiore serenità. A confermarlo è stato lo stesso Andreas Roos, Direttore di BMW M Motorsport, che ha espresso grande soddisfazione per la prosecuzione del programma sottolineando, inoltre, i progressi ottenuti dalla M Hybrid V8 LMDh sia nel WEC che in IMSA.

La Hypercar bavarese ha infatti debuttato lo scorso anno nel Mondiale Endurance e, con il supporto del Team WRT, ha centrato il primo podio nella 6 Ore del Fuji con Raffaele Marciello, Marco Wittman e Dries Vanthoor. Alla sua seconda stagione nel WEC, quest’anno la BMW è parsa ancora più competitiva ottenendo il secondo posto nella 6 Ore di Imola con il terzetto René Rast, Robin Frijns e Sheldon van der Linde. L’obiettivo è quindi di progredire ulteriormente e lottare stabilmente per il podio nel prossimo campionato.

Sul fronte americano la situazione è meno limpida. Al netto dei risultati ottenuti in IMSA, non per ultimo la
doppietta di Road America, dopo 17 anni di collaborazione BMW ha annunciato la separazione dal team Rahal Letterman Lanigan Racing. Proprio la squadra guidata da Bobby Rahal nel 2023 aveva portato al debutto la M Hybrid V8 LMDh. BMW è al lavoro per definire la nuova struttura che prenderà in mano il programma IMSA, con un annuncio atteso nei prossimi mesi. Secondo alcune indiscrezioni, potrebbe essere proprio il Team WRT a subentrare anche nella gestione delle LMDh in America, ma al momento non vi è alcuna conferma ufficiale da parte dei diretti interessati.

24 Lug [12:29]

La Genesis GMR-001 girerà ad agosto
Completata l’istallazione del motore

Michele Montesano

Prosegue senza sosta il programma Hypercar di Genesis Magma Racing. Il marchio premium di Hyundai, che prenderà parte al FIA WEC a partire dal prossimo anno, ha completato l’istallazione della power unit sulla GMR-001 LMDh e, lo scorso nove luglio, è stata effettuata la prima accensione. La conferma è arrivata quest’oggi direttamente dal quartier generale del marchio coreano sottolineando come tutto stia procedendo esattamente nei tempi previsti.

La costruzione del primo telaio è iniziata immediatamente dopo la 24 Ore di Le Mans, quando a giugno i tecnici Oreca hanno avviato l’assemblaggio presso la loro sede, situata nei pressi del Circuit Paul Ricard nel sud della Francia. In questo processo, che ha visto coinvolti in momenti chiave anche ingegneri e meccanici di Genesis Magma Racing, si è lavorato per integrare al meglio ogni componente, dal telaio al sistema ibrido, fino al nuovo motore V8 bi-turbo da 3.2 litri. Ricordiamo che tale propulsore deriva direttamente dal motore quattro cilindri 1.6 turbo che equipaggia la i20N Rally1 del WRC.



La prima accensione del motore al banco era già avvenuta a febbraio, al quale sono seguiti mesi di
test sui banchi prova per validare simulazioni di prestazioni ed efficienza. Ma il fire-up della GMR-001 ha avuto un significato diverso. È stato il momento in cui l’intera vettura ha preso vita permettendo di verificare, non solo il funzionamento del motore ai diversi regimi, ma anche il corretto funzionamento della trasmissione, a sette marce, e l’integrazione con il sistema ibrido. Nello specifico gli ingegneri hanno testato la capacità del propulsore termico di ricaricare le batterie e di trasferire poi l’energia all’assale posteriore, proprio come avverrà in gara.

Il programma di sviluppo della GMR-001 proseguirà ora con lo shakedown, previsto per fine agosto proprio sul circuito del Paul Ricard, per poi estendersi a una serie di test su diversi tracciati europei. L’obiettivo è accumulare il maggior numero di dati possibile per ottimizzare prestazioni, affidabilità e gestione del sistema ibrido, in vista del processo di omologazione che porterà la vettura al via della stagione 2026 del WEC. Contestualmente, il team sta già pianificando la costruzione di un secondo telaio per accelerare ulteriormente lo sviluppo e avvicinarsi alla configurazione definitiva della vettura.

22 Lug [18:45]

Ferrari annuncia il rinnovo
pluriennale con Rovera

Michele Montesano

Più che roseo, il futuro di Alessio Rovera sarà sempre più rosso. Ferrari ha infatti annunciato il rinnovo pluriennale con il varesino. Volto noto del Cavallino Rampante nel mondo delle competizioni GT e più in generale nell’Endurance, Rovera proseguirà ancora il sodalizio con la Casa di Maranello. Il pilota classe ’95, oltre a rappresentare la Ferrari sulle piste di tutto il mondo, è parte attiva dello sviluppo tecnico delle vetture del Cavallino Rampante.

Quello di Rovera è stato un percorso costellato di successi. L’esordio in monoposto, avvenuto nel 2013, è coinciso con la conquista del titolo nel Campionato Italiano Formula Abarth. Poi, dopo due stagioni tra Formula Renault 2.0 Alps ed Euroformula Open, nel 2017 il passaggio vittorioso alle ruote coperte con il trionfo nel Porsche Carrera Cup Italia. Sono seguiti due titoli nel Campionato Italiano GT con i team Antonelli Motorsport e AF Corse. Proprio con quest’ultimo si è creato un sodalizio che, nel 2021, l’ha portato a conquistare il titolo in classe LMGTE Am del FIA WEC al volante della Ferrari 488 GTE Evo divisa con Nicklas Nielsen e François Perrodo.

La vittoria al debutto nel Mondiale Endurance, oltre al riconoscimento di pilota ‘Rivelazione dell’Anno’, è stato il primo passo verso un rapporto più stretto con Maranello. Da allora Rovera è diventato una vera e propria colonna portante del programma GT Ferrari e non solo. Infatti il varesino è tra i piloti di spicco in campionati come il GT World Challenge Europe oltre che nella ELMS e nell’Asian Le Mans Series, con la LMP2 di AF Corse. Inoltre è stato un punto di riferimento nello sviluppo delle ultime vetture di Maranello come la 296 GT3 e la 499P.

Proprio con la 296 GT3, Rovera si è levato belle soddisfazioni. Dopo aver sfiorato il successo alla 24 Ore di Spa-Francorchamps nel 2024, si è laureato campione dell’Endurance Cup del GT World Challenge Europe, in equipaggio con Alessandro Pier Guidi, aggiungendo al suo palmarès un nuovo titolo internazionale. Sempre nel 2024, ha firmato un’altra vittoria di prestigio nella neonata classe LMGT3 del WEC imponendosi alla 8 Ore del Bahrain. Risultato bissato quest’anno nella recente 6 Ore di Spa. Parallelamente ha avuto un ruolo chiave nello sviluppo della
nuovissima 296 GT3 Evo.

Il rinnovo con Ferrari assume quindi un significato che va oltre la semplice prosecuzione di un contratto. È la conferma di una fiducia reciproca, nata sul campo e rafforzata dalla professionalità del pilota di Varese. A Maranello non hanno specificato quali saranno le prossime sfide che attenderanno Rovera. Ma, con ogni probabilità, proseguirà il suo apporto nei programmi GT3 con l’obiettivo di fare il tanto atteso debutto in Hypercar.

17 Lug [17:26]

Button e Jota-Cadillac
si separano a fine stagione

Michele Montesano

Al termine della 8 Ore del Bahrain, ultima tappa della stagione del FIA WEC prevista il prossimo novembre, le strade di Jenson Button e del team Jota Cadillac si divideranno. A renderlo noto è stato lo stesso pilota britannico che, a sorpresa, ha annunciato non solo la decisione di lasciare la squadra inglese ma anche di concludere la sua carriera agonistica a tempo pieno per dedicarsi di più alla famiglia.

Una decisione maturata da un po’ di tempo ma che Button ha annunciato al team Jota solamente nello scorso weekend della 6 Ore di San Paolo dove, tra l’altro, l’inglese assieme a Earl Bamber e Sebastien Bourdais ha colto il secondo posto proprio alle spalle dei compagni di squadra Alex Lynn, Will Stevens e Norman Nato.

Una carriera, quella di Button, che è stata tanto lunga quanto variegata. L’inglese ha preso parte ad oltre 300 Gran Premi vincendone 15 e totalizzando un totale di 50 podi. L’apice della carriera di Button è arrivata sicuramente nel 2009 quando, al volante della Brawn GP, ha conquistato il titolo piloti in Formula 1. Conclusa la lunga militanza nella massima serie, nel 2018 l’inglese ha preso parte al Super GT giapponese laureandosi campione nella stagione del debutto.

Contemporaneamente Button è entrato anche nel mondo dell’Endurance prendendo parte al FIA WEC con la LMP1 del team SMP Racing. Nel 2023 l’inglese ha poi corso alla 24 Ore di Le Mans del centenario con la Camaro NASCAR del programma Garage 56 assieme a Mike Rockenfeller e Jimmie Johnson. Diverse le apparizioni anche in IMSA, fino ad arrivare allo scorso anno e al sodalizio con il Team Jota. Button ha preso parte al Mondiale Endurance 2024 dividendo la Porsche 963 LMDh con Oliver Rasmussen e Philip Hanson, per poi passare quest’anno al programma ufficiale Cadillac.

Per il futuro l’inglese non ha ancora un programma definito. Button si è limitato a confermare che non appenderà del tutto il casco al chiodo, ma prenderà parte a qualche gara nell’arco della stagione senza precisare in quale campionato. Ugualmente il Team Jota si prenderà del tempo prima di decidere chi sarà il sostituto dell’inglese. Innanzitutto la priorità della squadra sarà quella di confermare gli attuali piloti.

13 Lug [23:26]

San Paolo – Gara
Doppietta Cadillac, Lexus vince in GT

Michele Montesano

Primo successo per Cadillac nel FIA WEC. Il marchio americano, supportato dal Team Jota, ha letteralmente dominato la 6 Ore di San Paolo in Brasile conquistando una perentoria doppietta. Il terzetto della V-Series.R LMDh composto da Alex Lynn, Will Stevens e Norman Nato ha tagliato per primo il traguardo precedendo la vettura gemella condotta da Sebastien Bourdais, Earl Bameber e Jenson Button. Nulla da fare per gli avversari, a partire da Porsche, che sono usciti nettamente ridimensionati dall’appuntamento brasiliano del Mondiale Endurance.

Fatto eccezione per la prima ora di gara, la 6 Ore di San Paolo è stata a senso unico per la Cadillac. Infatti le due LMDh americane si sono rese protagonista di una corsa tutt’altro che avvincente, tant’è vero che ad eccezione delle prime tre vetture, tutte le altre Hypercar sono state doppiate. Oltre all’ottimo lavoro svolto dal team Jota e dalla competitività delle Cadillac, il risultato finale è da ascrivere anche al nuovo BoP (Balance of Performance) che ha di fatto reso le altre Hypercar poco competitive.



Scattato dalla pole, Stevens è stato subito sorpassato da Julien Andlauer. Preso il comando, l’alfiere della Porsche ha provato a dettare l’andatura seguito dalle due Cadillac. Nel frattempo Stevens è stato costretto ad effettuare un drive-through, per via delle pressioni minime degli pneumatici non regolari sulla sua V-Series.R, scivolando al terzo posto. Ma le Cadillac hanno viaggiato su un ritmo ben più rapido, a dimostrarlo il recupero dapprima di Stevens e poi di Lynn che, nel corso della seconda ora, si è riportato in testa alla gara.

In Porsche hanno cercato almeno di salvare il secondo posto, ma le Cadillac sono state inarrestabili. Almeno per la piazza d’onore la lotta è stata più avvincente, ma Bourdais ha chiuso definitivamente i giochi nelle ultime battute di gara nei confronti di Andaluer. Ottenendo la doppietta in Brasile, Cadillac e Jota hanno interrotto la striscia vincente della Ferrari che, finora, aveva monopolizzato la prima metà di stagione del WEC. A completare il podio è stata, così, la Porsche 963 LMDh di Andaluer e Michael Christensen.



Appena fuori dal podio, ma con un giro di ritardo sui vincitori, la seconda Porsche del Penske Motorsport di Laurens Vanthoor e Kevin Estre, bravi a rimontare dopo aver preso il via dalla settima posizone in griglia. Dopo aver perso quasi subito la M Hybrid V8 LMDh di Raffaele Marciello, Dries Vanthoor e Kevin Magnussen, per un problema ai freni, la BMW ha puntato tutto sull’altra vettura del terzetto René Rast, Marco Wittmann e Sheldon van der Linde. Proprio quest’ultimo, a meno di dieci minuti dalla bandiera a scacchi, si è reso protagonista di un sorpasso ai danni della Peugeot 9X8 di Loïc Duval conquistando il quinto posto.

Peugeot si è quindi dovuta accontentare del sesto e settimo posto. Finalmente competitive, grazie a un BoP estremamente favorevole, le 9X8 LMH hanno lottato quasi ad armi pari contro le altre Hypercar. Duval e Malthe Jakobsen hanno preceduto i compagni di squadra Mikkel Jensen e Paul Di Resta. Reduce dal trionfo nella 24 Ore di Le Mans, la 499P di AF Corse anche a Interlagos è stata la Ferrari più competitiva.

Ottavi assoluti, Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson hanno conquistato la vittoria tra i team privati. A completare la top-10 la Alpine A424 di Mick Schumacher, Frederic Makowiecki e Jules Gounon, seguita dalla Porsche del Proton Competition guidata da Neel Jani, Nicolas Pino e Nicolas Varrone.



Più staccate le Ferrari ufficiali che hanno accumulato tre giri di ritardo dai vincitori. Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado, undicesimi hanno preceduto i compagni di squadra Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen. Quest’ultimo costretto ad una sosta supplementare dopo che Ben Keating l’ha urtato danneggiando l’estrattore e la carrozzeria posteriore della 499P.

È andata anche peggio alle Toyota. Mai in gara, le GR010 Hybrid hanno chiuso al quattordicesimo e quindicesimo posto, perfino dietro l’Aston Martin Valkyrie di Alex Riberas e Marco Sørensen. Un problema elettronico ha subito messo fuorigioco la Alpine A424 LMDh di Charles Milesi, Ferdinand Habsburg e Paul-Loup Chatin.

Decisamente più combattuta e avvincente la 6 Ore di San Paolo nella classe LMGT3. All’esordio nel FIA WEC, è toccato ad Anthony McIntosh prendere il via dalla pole con l’Aston Martin Vantage GT3. L’americano, dopo 20 minuti, è stato sorpassato da Razavan Umbrarescu che ha issato la Luxury RC F GT3 al comando della classe. Nonostante il drive-through, inflitto a metà gara per eccesso di velocità in pit-lane, la vettura del team Akkodis ASP è rimasta saldamente al comando fin sotto la bandiera a scacchi. Umbrarescu, José Maria Lopez e Clemens Schmidt hanno così regalato il primo successo nel Mondiale Endurance aL costruttore nipponico.



La lotta per il secondo posto ha visto dapprima le Iron Dames in grande spolvero. Nonostante un drive-through per non aver rispettato il regime di Full Course Yellow, le ragazza della Porsche sono riuscite a resistere in seconda posizione fino all’ultima ora di gara. Proprio nelle ultime battute Michelle Gatting, ancora convalescente dopo l’incidente occorso a Le Mans, non è riuscita a contenere la rimonta di Charlie Eastwood che, in equipaggio con Rui Andrade e Tom Van Rompuy, ha portato la Corvette Z06 GT3 al secondo posto. La Gattin si è vista soffiare anche il terzo gradino del podio da Eduardo Barrichello che, al termine della manovra, ha mandato in visibilio il pubblico sugli spalti.

A lungo in seconda posizione, nelle ultime due ore la Lexus RC F GT3 di Arnold Robin, Finn Gehrsitz e Yuichi Nakayaka ha perso terreno chiudendo quinta. Al termine di un’intensa rimonta Riccardo Pera, Richard Lietz e Ryan Hardwick hanno ottenuto un sesto posto fondamentale in ottica campionato. Top-10 per la BMW M4 GT3 di Valentino Rossi, Kelvin van der Linde e Ahmad Al Harty.

Mentre le Ferrari, gravate dal Success Handicap, hanno chiuso all’undicesimo e tredicesimo posto. Domenica da dimenticare per Ford. Verso metà gara è stata costretta al ritiro la Mustang GT3 di Giammarco Levorato, per un problema all’ammortizzatore anteriore. Mentre, a poco più di un’ora al traguardo, è toccato a Ben Barker rientrare ai box per un guasto allo scarico della sua Ford.

Domenica 13 luglio 2025, gara

1 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 242 giri
2 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 57"016
3 - Andlauer-Christensen (Porsche 963) - Penske - 58"882
4 - Estre-L.Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1 giro
5 - Rast-Wittmann-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
6 - Duval-Jakobsen (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2 giri
7 - Di Resta-Jensen (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2 giri
8 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 2 giri
9 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 2 giri
10 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 2 giri
11 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 3 giri
12 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 3 giri
13 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 3 giri
14 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 3 giri
15 - Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 3 giri
16 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 4 giri
17 - Marciello-Magnussen-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 20 giri
18 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 26 giri
19 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 26 giri
20 - McIntosh-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 26 giri
21 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 26 giri
22 - Robin-Gehrsitz-Nakayama (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 26 giri
23 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 27 giri
24 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 27 giri
25 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 27 giri
26 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 27 giri
27 - Rossi-Al Harthy-K.van Der Linde (BMW M4) - WRT - 27 giri
28 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 27 giri
29 - Shahin-Ebrahim-Farfus (BMW M4) - WRT - 27 giri
30 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 27 giri
31 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 28 giri
32 - Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 28 giri
33 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 42 giri

Giro più veloce: Norman Nato 1'24"498

Ritirati
Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx
Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton
Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton

12 Lug [21:32]

San Paolo – Qualifica
Pole di Lynn con Cadillac

Michele Montesano - XPB Images

Oltrepassato il giro di boa, il FIA WEC si è recato in Brasile per affrontare la seconda parte della stagione. Così come accaduto a Le Mans, Cadillac ha monopolizzato la prima fila della 6 Ore di San Paolo. Il copione si è ripetuto esattamente come sul Circuit de La Sarthe con Alex Lynn che ha siglato la pole position seguito, questa volta, da Sebastien Bourdais. Decisamente più attardate le Ferrari, tant’è vero che entrambe le 499P ufficiali non sono riuscite ad entrare nella Hyperpole.

Dopo l’impresa di Le Mans, Lynn è riuscito a ripetersi. L’alfiere della Cadillac V-Series.R LMDh aveva già fatto capire le sue intenzioni marcando il riferimento nella prima sessione precedendo le Peugeot 9X8 LMH, rivitalizzate da un BoP (Balance of Performance) più favorevole. Lynn ha proseguito il suo dominio anche nella Hyperpole stampando il riferimento in 1’22”570, che gli è valso anche il nuovo record sul giro della categoria. Pur mostrandosi altrettanto competitivo, Bourdais ha chiuso esattamente a un decimo di ritardo.

Buon terzo posto per Julien Andaluer. L’ufficiale Porsche si è fermato a 246 millesimi dalla pole precedendo la Peugeot 9X8 LMH guidata da Malthe Jakobsen. A scattare dalla terza fila saranno Sheldon van der Linde, sulla BMW M Hybrid V8 LMDh, e Paul di Resta che ha, così, confermato la ritrovata competitività della Peugeot sul tracciato di Interlagos. Più attardati sia Kevin Estre, settimo al volante della Porsche 963 LMDh, che Dries Vanthoor, subito dietro con la BMW del team WRT.



A salvare l’onore in Ferrari ci ha pensato Robert Kubica. Complice un BoP tutt’altro che favorevole per le 499P, il vincitore dell’ultima 24 Ore di Le Mans ha accusato un distacco superiore agli otto decimi nei confronti del poleman Lynn. Invece entrambe le rosse ufficiali sono state eliminate già nella prima sessione: Antonio Fuoco non è andato oltre il quattordicesimo crono, mentre Antonio Giovinazzi si è fermato addirittura al diciassettesimo tempo. Non è andata meglio a Toyota con Ryo Hirakawa decimo e Kamui Kobayashi mestamente fanalino di coda della classe Hypercar.

Il primo a non riuscire a centrare l’accesso alla Hyperpole è stato Alex Riberas che, per meno di quattro centesimi, ha chiuso undicesimo con l’Aston Martin Valkyrie. Immediatamente alle sue spalle è riuscito a infilarsi Nico Varrone, sulla Porsche 963 LMDh del Proton Competition, subito davanti all’Aston Martin di Harry Tincknell. Male anche le Alpine A424 LMDh che prenderanno il via dall’ottava fila.



Eduardo Barrichello ha infiammato il circuito di Interlagos siglando la pole position in LMGT3 della 6 Ore di San Paolo. Il figlio dell’ex ferrarista Rubens Barrichello è subito salito al comando delle operazioni, salvo poi ritoccare il riferimento di classe nel suo ultimo tentativo fermando il cronometro in 1’33”849. Così come accadeva in Formula 1 con il padre, Barrichello ha mandato in visibilio il numeroso pubblico sulle tribune issando in cima alla graduatoria l’Aston Martin Vantage GT3 del Racing Spirit of Leman.

Subito in scia hanno chiuso le Lexus RC F GT3 del team Akkodis ASP. Per appena 24 millesimi, Clemens Schmidt si è dovuto accontentare del secondo posto precedendo il compagno di squadra Finn Gehrsitz. Miglior qualifica stagionale per la Mercedes AMG GT3 di Iron Lynx grazie al quarto crono di Lin Hodenius. A seguire le McLaren 720S GT3 di Sean Gelael e Sebastian Baud. Buon settimo tempo per la Iron Dames Rahel Frey, al volante della Porsche 911.

A completare la top-10 ci hanno pensato la Ford Mustang GT3, portata in pista da Giammarco Levorato, e le due Corvette Z06 GT3 affidate a Jonny Edgar e Rui Andrade. Anche in LMGT3 le Ferrari non sono riuscire ad accedere alla Hyperpole. Ugualmente a quanto accaduto alle 499P in Hypercar, le 296 GT3 sono state appesantire dal Success Handicap. Thomas Flohr ha siglato l’undicesimo crono, mentre François Heriau non è andato oltre il quindicesimo tempo di classe. Ugualmente il leader di campionato Ryan Hardwick, al volante della Porsche 911 GT3, ha chiuso tredicesimo precedendo la BMW M4 GT3 di Ahmad Al Harty.

Aggiornamento
Cadillac si è vista sottrarre la prima fila della 6 Ore di San Paolo nel post qualifica. Infatti Bourdais, autore del secondo crono, è stato penalizzato di una posizione per aver ostacolato la Peugeot 9X8 LMH di DI Resta nel corso del suo giro veloce. A ereditare la seconda piazzola è quindi l'alfiere Porsche Andaluer.

Sabato 12 luglio 2025, qualifica

1 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'22"570
2  - Andlauer-Christensen (Porsche 963) - Penske - 1'22"834
3 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'22"670 *
4 - Duval-Jakobsen (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'22"948
5 - Rast-Wittmann-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'23"062
6 - Di Resta-Jensen (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'23"101
7 - Estre-L.Vanthoor (Porsche 963) - Penske - 1'23"159
8 - Marciello-Magnussen-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'23"259
9 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'23"386
10 - Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'23"496
11 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'23"710
12 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'23"740
13 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'23"751
14 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'23"759
15 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 1'23"770
16 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'23"816
17 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'23"831
18 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'24"153
19 - McIntosh-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 1'33"849
20 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'33"873
21 - Robin-Gehrsitz-Nakayama (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'33"963
22 - Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 1'34"051
23 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 1'34"219
24 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 1'34"418
25 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 1'34"433
26 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 1'34"448
27 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 1'34"507
28 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 1'34"952
29 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 1'35"366
30 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 1'35"481
31 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 1'35"504
32 - Rossi-Al Harthy-K.van Der Linde (BMW M4) - WRT - 1'35"536
33 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 1'35"542
34 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 1'35"554
35 - Shahin-Ebrahim-Farfus (BMW M4) - WRT - 1'36"684
36 - Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) - Iron Lynx - Senza tempo

* Bourdais arretrato di una posizione sullo schieramento per aver ostacolato Di Resta nel suo giro veloce

10 Lug [18:25]

Rivisto il BoP per San Paolo: Alpine e
BMW appesantite, Porsche alleggerita

Michele Montesano

Puntale alla vigila della 6 Ore di San Paolo, quinto appuntamento stagionale del FIA WEC 2025, è stato pubblicato il nuovo Balance of Performance (BoP) sia per le vetture di classe Hypercar che per le LMGT3. A differenza della 24 Ore di Le Mans, che ha fatto storia a sé per quanto concerne peso, potenza ed energia, la gara brasiliana segue idealmente i valori in campo emersi nella 6 Ore di Spa-Framcorchamps.

Vedremo, così, le Ferrari 499P e le Toyota GR010 Hybrid partire con lo stesso peso. Entrambe le vetture sconteranno sulla bilancia un peso minimo di 1069 kg. Tuttavia le Toyota avranno un vantaggio in termini di potenza potendo contare su 485 kW e, superati i 250 km/h, un ulteriore incremento del 7,2% oltre a 903 MJ di energia per stint. Le Hypercar di Maranello, vere e proprie dominatrici della prima metà di stagione del WEC, avranno a disposizione una potenza di 480 kW, un guadagno di potenza del 5,6% e 893 MJ di energia per stint.



Sempre restando sul fronte LMH, le più leggere in assoluto si confermano Peugeot e Aston Martin, entrambe ferme al minimo regolamentare di 1030 kg. Inoltre le 9X8 mantengono i loro 520 kW iniziali subendo, però, una perdita di potenza del 6% oltre i 250 km/h, a fonte di un’energia per stint pari a 897 MJ. Le Valkyrie AMR Pro affronteranno il tracciato di San Paolo con una potenza di 520 kW, sfruttando anche un guadagno di potenza del 2,7%, oltre a disporre di 919 MJ di energia disponibili per stint, il valore più alto dell’intero lotto.

Per quanto riguarda le LMDh troviamo le Alpine leggermente appesantire. Dopo la buona prestazione messa in campo a Spa, le A424 LMDh peseranno 1051 kg, con una potenza massima di 512 kW ma che calerà del 5,5% oltre i 250 km/h, ridotta anche l’energia per stint a 892 MJ. Stessa sorte per le BMW. Le M Hybrid V8 LMDh avranno un peso di 1058 kg, a fronte di un’energia per stint fissata a 904 MJ e una potenza di 505 kW che sarà decurtata del 0,4% oltre i 250 km/h.


Al contrario, Porsche potrà finalmente beneficiare su uno sconto sulla bilancia. Le 963 LMDh peseranno 1053 kg con una potenza aumentata a 501 kW e un guadagno di potenza del 0,4%, oltre a un ulteriore vantaggio di 905 MJ di energia disponibile per stint. Più leggere anche le Cadillac V-Series.R che segneranno sulla bilancia 1040 kg toccando una potenza di 516 kW, anche se con un decremento del 1,7% sopra i 250 km/h, e un’energia per stint di 904 MJ.



Anche nella classe LMGT3 ci saranno cambiamenti rilevanti in termine di BoP. Le BMW M4 LMGT3 diventano le vetture più pesanti della categoria con ben 1358 kg. Seguono subito a ruota le Lexus RC F LMGT3 con 1354 kg, mentre le Ford Mustang LMGT3 salgono sensibilmente a quota 1351 kg. Incrementato anche il peso delle Ferrari 296 GT3 che arriva a 1346 kg.

A dimagrire sono, invece, le Corvette Z06 LMGT3 che peseranno alla bilancia 1345 kg. Più leggere anche le McLaren 720S GT3, a quota 1348 kg, così come le Mercedes AMG GT3 a 1338 kg. Ulteriormente alleggerite le Vantage AMR LMGT3 che si attestato a 1335 kg. Infine le Porsche 911 GT3 R LMGT3 sono ora le più leggera del lotto con 1334 kg.



Torna inoltre il Success Handicap, sistema che penalizza le vetture più performanti sulla base dei risultati ottenuti e della posizione in campionato. A pagare il prezzo più alto è la Ferrari AF Corse di Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau che riceve un’aggiunta di 42 kg, arrivando così a 1388 kg totali. Segue la Porsche Manthey del terzetto Riccardo Pera, Richard Lietz e Ryan Hardwick con 36 kg in più (1370 kg complessivi), mentre la Ford Mustang del Proton Competition di Stefano Gattuso, Giammarco Levorato e Dennis Olsen guadagna 12 kg. Sei chilogrammi supplementari vanno anche a entrambe le Corvette del TF Sport e alla Ferrari del terzetto Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr.

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