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25 Apr [15:18]

Wehrlein e Müller al via della
6 Ore di Spa sulle Porsche 963 LMDh

Michele Montesano

Dalla Formula E al FIA WEC, il passaggio è più semplice di quel che si creda. Sono diversi i piloti impegnati contemporaneamente sia nel campionato riservato alle monoposto elettriche che nel Mondiale Endurance. In occasione della 6 Ore di Spa-Francorchamps, terzo atto stagionale del WEC, vedremo sia il campione in carica di Formula E Pascal Wehrlein che Nico Müller, alfiere del team Andretti nella serie elettrica, impegnati al volante delle Porsche 963 LMDh gestite dal Penske Motorsport.

Dopo aver preso parte alla 24 Ore di Daytona, primo appuntamento stagionale dell’IMSA SportsCar Championship, con la Porsche del JDC-Miller MotorSports, Wehrlein è già stato annunciato come pilota dell’equipaggio della terza Porsche Penske che affronterà la prossima
24 Ore di Le Mans. Il campione in carica di Formula E in Francia andrà ad affiancare Felipe Nasr e Nick Tandy.

Per prepararsi al meglio, in vista della maratona del Circuit de la Sarthe, Wehrlein affronterà la 6 Ore di Spa con i campioni del mondo in carica Kevin Estre e Laurens Vanthoor dividendo, così, la Porsche 963 LMDh numero 6. L’obiettivo dell’ufficiale Porsche in Formula E sarà quello di prendere confidenza sia con la vettura che, soprattutto, con la squadra in ottica della gara di Le Mans.

Anche sulla Porsche numero 5 vedremo una formazione rivista. Infatti ad affiancare i regolari Michael Christensen e Julian Andlauer ci sarà Müller, presenza fissa nel team Andretti in Formula E. Per lo svizzero si tratta di un ritorno nel WEC poiché, fino allo scorso anno, ha fatto parte della squadra Peugeot. Müller, che ha guidato per la prima volta in gara la Porsche 963 LMDh del JDC-Miller MotorSports nella 12 Ore di Sebring, rivestirà inoltre il ruolo di pilota di riserva in occasione della 24 Ore di Le Mans.

23 Apr [9:24]

Ferrari vince in pista e di strategia
Salvi: “Abbiamo imparato dagli errori”

Michele Montesano

La 6 Ore di Imola, seconda tappa stagionale del FIA WEC, ha riportato alla memoria un’epoca d’oro per Ferrari. Dopo oltre cinquant’anni di attesa, il Cavallino Rampante ha scritto una nuova pagina nella storia del Mondiale Endurance conquistando una vittoria davanti al suo pubblico che mancava dalla 1000 km di Monza del 1973, con la storica 312 PB condotta da Jacky Ickx e Brian Redman. Oltre al riscatto per la vittoria sfumata lo scorso anno, il trionfo di domenica è anche una conferma della competitività della 499P LMH.

Dopo i due trionfi consecutivi alla 24 Ore di Le Mans, nel 2023 e 2024, il successo ad Austin dello scorso anno e la tripletta nella 1812 km del Qatar, primo atto stagionale del WEC 2025, Ferrari si è confermata anche sul circuito di casa a Imola. Tracciati diametralmente opposti tra di loro che dimostrano, ancora una volta, l’efficacia e la duttilità dell’Hypercar del Cavallino Rampante, oltre alla bravura della squadra di Maranello.

Il fine settimana di Imola ha visto, infatti, le 499P sempre in vetta alla classifica di ciascuna sessione. Dapprima nelle prove libere e poi nella qualifica, la Ferrari è risultata costantemente la più veloce sul circuito in riva al Santerno. Messo alla prova da una gara ricca di insidie, neutralizzazioni, strategie e dal clima incerto, il muretto box ha saputo reagire sempre nel migliore dei modi.



A firmare la vittoria è stato l’equipaggio composto da Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi. Con quest’ultimo che ha aperto la marcia con una spettacolare Hyperpole staccando di oltre sette decimi il primo degli avversari. È quindi toccato a Calado scattare dalla prima piazzola e dettare l’andatura della prima frazione di gara. Preso il testimone, Giovinazzi ha gestito al meglio lo stint centrale prima di cedere il volante a Pier Guidi.

Proprio il pilota di Tortona si è trovato a interpretare la fase più complicata della gara quando, oltre all’ultima neutralizzazione, alcune gocce sono iniziate a comparire sul parabrezza della 499P LMH. Inoltre, complice una strategia differente da parte degli avversari, la Ferrari numero 51 si è ritrovata costretta a dover recuperare anche il terreno perso.

Al termine della gara, Pier Guidi ha raccontato quegli attimi: “Non è stato affatto facile, nel mio stint ho dovuto cercare di gestire l'energia, poi ho iniziato a vedere alcune gocce di pioggia e mi è venuto in mente quel che è accaduto lo scorso anno. C'era sicuramente pressione, ma bisognava rimanere concentrati per non ripetere gli stessi sbagli. Anche il traffico non è stato semplice, ma la squadra ha fatto un ottimo lavoro, specialmente nella scelta delle gomme. Sapevamo che la mescola morbida non era perfetta su pista asciutta e soleggiata, ma c'era il rischio pioggia e quindi era la opzione più sicura e anche un po' più aggressiva. La macchina forse non era così buona in termini di guida, ma come tempi sul giro eravamo sul ritmo delle medie”.



Il piemontese ha quindi proseguito: “Eravamo un po' preoccupati per il degrado degli pneumatici ma, anche potendo cambiarli solo su un lato, siamo riusciti a finire la gara. Nei primi giri, dopo la ripartenza, ho dovuto scaldare le gomme lentamente per cercare di non rovinarle e arrivare alla fine della gara. Quando la BMW è passata davanti, mi hanno detto che era a corto di carburante, sapevo che nell’ultima sosta si sarebbero fermati una decina di secondi in più rispetto a noi. Mi fido dell’operato degli ingegneri, quindi dovevo solo concentrarmi sul fare bene il mio lavoro e tenere il passo. Ho continuato a spingere e siamo riusciti a vincere, non si poteva scegliere circuito migliore per riuscirci”.

A tal proposito nel post gara l’ingegnere Giuliano Salvi, Race and Test Operation Manager, ha spiegato com’è stata gestita la corsa dal lato dei box: “Innanzitutto abbiamo imparato dagli errori commessi in passato. Inoltre il lavoro invernale ha pagato così come le simulazioni effettuate prima del weekend di gara. Abbiamo capito come sfruttare le gomme e il loro degrado, quello che era un punto debole ora è un nostro punto di forza. Sicuramente siamo riusciti a raggiungere tale obiettivo anche grazie all’uso dell’Evo Joker speso lo scorso anno”.

In Ferrari si sono ritrovati a dover lavorare su due fronti. Da un lato sulla vettura numero 51 che partiva dalla pole e doveva gestire la gara e, dall’altro, l’auto numero 50 costretta a una rimonta per salire dal fondo della griglia delle Hypercar. Viste le temperature, fino al terzo pit-stop tutte e tre le Ferrari, inclusa la numero 83 di AF Corse, hanno montato gli pneumatici Michelin Medium. Poi le 499P numero 51 e 83 (che scattava dalla seconda posizione) hanno sostituito tutte e quattro le gomme, mentre la numero 51 solamente le due di destra.



Tale strategia per la 51 si è resa obbligatoria per cercare di risparmiare tempo ai box e provare al fine di recuperare ulteriore tempo e terreno. Tuttavia il ritmo non all’altezza delle aspettative, ha costretto il muretto box Ferrari a richiamare la vettura per mettere le gomme fresche anche sul lato sinistro.

“La pista di Imola è stretta ed è difficile superare – ha spiegato Salvi – per cui diventava importante mantenere la posizione. Il degrado contenuto ci ha aiutato, ma era fondamentale accorciare il più possibile il tempo delle soste per evitare di perdere posizioni. Proprio per questo motivo siamo andati al limite con l’equipaggio della numero 50, cambiando solo due gomme alla volta e tenendo presente che sarebbe potuto venire a piovere nella seconda parte di gara. Addirittura abbiamo provato anche uno stint quadruplo, ma ci siamo accorti che non stava funzionando e abbiamo richiamato ai box la vettura”.



Proprio le gomme sono risultate la variabile nell’ultima parte di gara: “Le previsioni meteo dicevano che sarebbe potuto piovere nella seconda parte della corsa, quindi abbiamo dovuto effettuare delle strategie più caute per proteggerci – ha ammesso Salvi – di conseguenza abbiamo montato le Michelin Soft sulla vettura numero 83. Purtroppo la lotta serrata contro gli avversari ha portato al surriscaldamento e al conseguente degrado. Discorso diverso per la numero 51 che, avendo pista libera, è andata decisamente meglio».

Soddisfazione anche da parte di Ferdinando Cannizzo, Head of Ferrari Endurance Race Cars: “Questo risultato ripaga tutti gli sforzi fatti ed è una testimonianza della determinazione di tutta la squadra. La prova dell’equipaggio della vettura numero 51 è stata perfetta, nonostante la gara si sia mostrata complessa e la concorrenza agguerrita. Ora guardiamo avanti consapevoli che ci aspettano altre gare difficili ma, con questo spirito, sono convinto che potremo toglierci altre soddisfazioni”.

20 Apr [20:18]

Imola – Gara
Ferrari trionfa in casa, Rossi a podio

Da Imola - Michele Montesano

Ancora Ferrari. Il Cavallino Rampante ha conquistato il secondo successo consecutivo nel FIA WEC. Dopo il trionfo della 1812 km del Qatar, ad opera di Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, a vincere la 6 Ore di Imola è stato il terzetto composto da Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado. Una gara del riscatto, dopo che lo scorso anno la pioggia aveva negato la gioia del successo agli uomini di Maranello davanti ai suoi tifosi.

Una corsa, quella di Imola, vissuta con il cuore in gola fino alle ultime battute. Tra neutralizzazioni, cambi al vertice e la situazione meteo incerta, la vittoria della Ferrari è stata tutt'altro che scontata. Il finale in crescendo ha, inoltre, acceso gli animi del numeroso pubblico che ha gremito le tribune del circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari.

Assoluta protagonista della prima frazione di gara, la Ferrari ha dettato il ritmo con Calado, scattato dalla prima piazzola grazie alla pole di Giovinazzi, seguito dalla 499P griffata AF Corse di Philip Hanson. Mentre dall'ultima fila della classe Hypercar, dopo la cancellazione del tempo durante le qualifiche di ieri, Nielsen ha iniziato una rimonta furiosa inanellando una sequenza di sorpassi impressionante.



Con la minaccia di una possibile pioggia a incombere sul circuito in riva al Santerno, ad animare la gara è stata Celia Martin. La Iron Dames ha speronato la Corvette di Ben Keating richiamando la prima Full Course della giornata. La ripartenza non ha cambiato gli equilibri con le Ferrari che hanno dettato l'andatura anche a seguito del violento incidente che ha visto protagonista Yasser Shahin spedire a muro l'Aston Martin di Ian James alla Rivazza.

È toccato poi a Giovinazzi prendere le redini del comando da Calado. Il pugliese ha consolidato il primato seguito da Yifei Ye, subentrato ad Hanson, proseguendo la marcia Ferrari. Solo Matt Campbell, complice una strategia differente, ha messo la Porsche davanti a tutti. Ma Giovinazzi ha prontamente ristabilito le gerarchie infilando la 963 LMDh appena prima del secondo colpo di scena: quando Valentino Rossi è arrivato ai ferri corti con Simon Mann per il primato di classe LMGT3. Il 'Dottore' ha sperato la Ferrari che abbia concluso la sua corsa contro le barriere della Rivazza.

Immancabile l'ingresso della safety car che ha ricompattato il gruppo. La gara è ripartita con meno di due ore alla bandiera a scacchi. Inoltre, approfittando della neutralizzazione, diversi team hanno cambiato le strategie rimescolando la classifica. Così a prendere il comando della situazione è stato Sebastien Buemi. L'alfiere della Toyota si è visto insidiare il primato dalla Ferrari di Fuoco. I due hanno dato vita a un intenso duello fin quando si sono toccati finendo nelle vie di fuga del Tamburello. Ad avere la peggio è stato Fuoco che ha forato la posteriore sinistra scivolando al quindicesimo posto.



Ad emergere, al termine dell'ultima tornata di soste ai box, è stato Pier Guidi che ha così ripreso il comando della gara a meno di quindici minuti dal traguardo. Il pilota della Ferrari, in equipaggio con Giovinazzi e Calado, ha riassaporato il gusto del successo dopo il trionfo alla 24 Ore di Le Mans del centenario nel 2023. Non solo, il terzetto della 499P numero 51 è salita al comando della graduatoria generale del Mondiale Endurance.

Secondo gradino del podio per Sheldon van der Linde, René Rast e Robin Frijns. Nonostante una sosta supplementare, per aver danneggiato l'alettone posteriore nel duello con la Toyota nella prima metà di gara, l'equipaggio della BMW ha preceduto l'Alpine di Mick Schumacher, Jules Gounon e Frederic Makowiecki. La LMDh francese è apparsa decisamente competitiva sui saliscendi di Imola avendo la meglio sulla Ferrari 499P di AF Corse, quarta al traguardo grazie a un consistente Robert Kubica. La squadra di Piacenza si è rifatta firmando la vittoria tra i team privati.

Protagonista del rude duello con la Ferrari di Fuoco, Buemi ha concluso la gara quinta. A seguire il francese della Toyota è stata la BMW M Hybrid V8 del terzetto composto da Raffaele Marciello, Kevin Magnussen e Dries Vanthoor. A sorridere anche Peugeot che ha piazzato entrambe le sue 9X8 LMH in top-10, mentre Porsche ha da recriminare una 963 LMDh poco efficace sia in qualifica che sul passo gara. Fanalino di coda di classe Hypercar, le Aston Martin Valkyrie chiuso hanno con quattro giri di distacco dal vertice.



A far saltare il banco in LMGT3 è stata la Porsche del Manthey. Riccardo Pera, Ryan Hardwick e Richard Lietz sono stati i più costanti e, soprattutto, i meno fallosi. Supportati da una strategia perfetta, l'equipaggio della 911 RSR GT3 ha infranto i sogni della BMW numero 46 del Team WRT. Proprio la vettura bavarese ha fatto il bello e il cattivo tempo a Imola. Ahmad Al Harty si è reso protagonista di uno stint perfetto prima di cedere il volante a Rossi. Il 'Dottore' ha poi speronato la Ferrari di Mann venendo sanzionato con uno stop and go. È quindi toccato a Kelvin van der Linde tentare una disperata rimonta.

Il sudafricano è arrivato negli scarichi della Porsche di Lietz a pochi minuti dal termine. Van der Linde ha provato a sferrare l'attacco, ma Lietz si è rivelato un osso duro tagliando il traguardo con un margine di appena tre decimi sulla BMW M4 GT3. A seguire le due Lexus RC F del team Akkodis ASP con Esteban Masson, Finn Gehrsitz e Arnold Robin bravi a salire sul terzo gradino del podio davanti ai compagni di squadra José Maria Lopez, Clemens Schmidt e Petru Umbrarescu.

Top-5 per la Ferrari di Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr. A vincere il duello nel box TF Sport sono stati Charlie Eastwood, Rui Andrade e Tom Van Rumpuy che hanno preceduto i compagni di squadra Ben Keating, Jonny Edgar e Daniel Juncadella. Nonostante le disavventure iniziali, le Iron Dames hanno articolato l'ottavo posto davanti alla McLaren di Darren Leung, Sean Gelael e Marino Sato. A completare la top-10 di classe la Ford Mustang di Bernardo Sousa, Ben Tuck e Ben Barker.

Domenica 20 aprile 2025, gara

1 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 212 giri
2 - Rast-Frijns-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 8"490
3 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 12"450
4 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 20"597
5 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 23"210
6 - Marciello-Magnussen-D. Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 25"516
7 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 31"478
8 - Estre-L. Vanthoor-Campbell (Porsche 963) - Penske - 41"280
9 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 50"904
10 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 53"300
11 - Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 1'14"220
12 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'15"285
13 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'16"135
14 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'17"150
15 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1 giro
16 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 2 giri
17 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 4 giri
18 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 4 giri
19 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 19 giri
20 - Rossi-Al Harthy-K. Van Der Linde (BMW M4) - WRT - 19 giri
21 - Robin-Gehrsitz-Masson (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 19 giri
22 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 19 giri
23 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 20 giri
24 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 20 giri
25 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 20 giri
26 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 20 giri
27 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 20 giri
28 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 20 giri
29 - DeBoer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - RSLeman - 20 giri
30 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 21 giri
31 - Ried-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 21 giri
32 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 21 giri
33 - Schiavoni-Cressoni-Cairoli (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 21 giri
34 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 21 giri

Giro più veloce: Antonio Fuoco 1'32"504

Ritirati
Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse
Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR

19 Apr [16:22]

Imola – Qualifica
Giovinazzi nella prima fila Ferrari
Rossi alla sua prima pole in LMGT3

Da Imola - Michele Montesano

Il tricolore ha sventolato nella qualifica della 6 Ore di Imola. Se Ferrari ha tinto di rosso l’intera prima fila del secondo appuntamento stagionale del FIA WEC, Valentino Rossi ha pensato ad infiammare gli animi in LMGT3. Sessioni tirate e duelli sul filo dei millesimi hanno infiammato il pubblico accorso numerose sugli spalti dell’Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari.

Dopo aver centrato la Hyperpole in Qatar, Antonio Giovinazzi si è ripetuto anche sui saliscendi di Imola. Velocissimo già nella Q1, il pugliese della Ferrari ha firmato il miglior crono in 1’28”920 in Hyperpole. Unico pilota ad abbattere il muro del 1’29”, Giovinazzi ha staccato di oltre sette decimi la vettura gemella di Robert Kubica. Il polacco ha ripagato al meglio il lavoro svolto dagli uomini di AF Corse, costretti a sostituire il propulsore della 499P a seguito di un problema riscontrato nelle prove libere della mattinata.

In una giornata che poteva essere trionfale per Ferrari, a mancare all’appello è stato Antonio Fuoco. Il calabrese non è riuscito ad accedere nella Hyperpole dopo che si è visto togliere il miglior crono per aver oltrepassato i track limits nella variante Gresini. Un peccato per il pilota Ferrari, che partirà in fondo allo schieramento delle Hypercar.



Pur pagando un distacco di quasi un secondo dalla vetta, Dries Vanthoor è riuscito a portare in terza posizione la BMW M Hybrid V8. Il portacolori del Team WRT scatterà davanti le Toyota di Ryo Hirakawa e Nyck De Vries, divisi da appena un millesimo. Sesto crono per un sempre più consistere Mick Schumacher, su Alpine A424 LMDh, bravo a mettersi alle spalle la Peugeot 9X8 di Jean-Eric Vergne e il suo compagno di squadra Charles Milesi.

A chiudere la top-10 sono stati Alex Lynn, protagonista di un brutto fuoripista nel corso delle ultime prove libere, e Kevin Estre al volante di una Porsche 963 LMDh tutt’altro che competitiva. A tal proposito è andata anche peggio alla vettura gemella di Julien Andlauer, dodicesima alle spalle della Peugeot di Stoffel Vandoorne. Sottotono anche la qualifica di Sebastien Bourdais, più veloce solamente delle due Aston Martin Valkyrie LMH portate in pista da Harry Tincknell e Marco Sørensen.



Prima delle Ferrari a mandare in visibilio il pubblico, assiepato sugli spalti di Imola, ci ha pensato Rossi. Il ‘Dottore’ ha infatti conquistato la sua prima pole position nel Mondiale Endurance. Sulla pista di casa l’ex campione della MotoGP si è rivelato imprendibile siglando il riferimento di classe in 1’42”355. A distanza di un anno esatto dal suo primo podio nel WEC, Rossi ora punta dritto alla vittoria di classe. L’alfiere del Team WRT ha finalizzato al meglio il lavoro svolto da Ahmad Al Harthy, autore del riferimento nel primo segmento di qualifica.

Nulla da fare per Clemens Schmidt. Secondo, l’alfiere della Lexus RC F GT3 dell’Akkodis ASP ha dovuto alzare il piede nel suo giro veloce dopo aver pizzicato i track limits della Piratella. Seconda fila per Zach Robichon, su Aston Martin di Heart of Racing Team, e Simon Mann bravo a controllare la sua Ferrari 296 GT3 in sovrasterzo al Tamburello. Finn Gehrsitz, al volante della Lexus RC F, ha completato la top-5 davanti al velocissimo Giammarco Levorato con la Ford Mustang GT3 del Proton Competition.

Quarta fila per Riccardo Pera, sulla Porsche del Manthey, che ha chiuso a un secondo dalla vetta. Più attardate le McLaren 720S di Sean Gelael e Sebastian Baud e la Corvette di Rui Andrade, decimo al termine della qualifica. Tra i nomi eccellenti a non entrare in Hyperpole troviamo Thomas Flohr, autore dell’undicesimo crono, e Ben Keating solamente sedicesimo di classe.

Sabato 19 aprile 2025, qualifica

1 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'28"920
2 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'29"678
3 - Marciello-Magnussen-D. Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'29"885
4 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'30"042
5 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'30"043
6 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 1'30"190
7 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'30"301
8 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'30"305
9 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'30"448
10 - Estre-L. Vanthoor-Campbell (Porsche 963) - Penske - 1'30"815
11 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'30"848
12 - Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 1'30"862
13 - Rast-Frijns-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'30"970
14 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'31"382
15 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'31"925
16 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'31"963
17 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'32"853
18 - Rossi-Al Harthy-K. Van Der Linde (BMW M4) - WRT - 1'42"355
19 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'42"661
20 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 1'42"703
21 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 1'42"920
22 - Robin-Gehrsitz-Masson (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'43"132
23 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 1'43"152
24 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 1'43"376
25 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 1'43"413
26 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 1'43"721
27 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 1'43"807
28 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 1'44"348
29 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 1'44"376
30 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 1'44"412
31 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 1'44"440
32 - DeBoer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 1'44"591
33 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 1'44"963
34 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'46"400
35 - Schiavoni-Cressoni-Cairoli (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 1'46"619
36 - Ried-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 1'46"636

18 Apr [11:18]

Barclay lascia Jaguar in Formula E
Dirigerà il progetto McLaren LMDh

Da Imola - Michele Montesano

L’indiscrezione che girava già a Miami, in occasione dell’E-Prix di Formula E dello scorso fine settimana, è diventata una certezza a Imola. Alla vigilia del secondo appuntamento stagionale del FIA WEC, e a pochi giorni dall’annuncio del programma LMDh, McLaren inizia a delineare il suo rientro nella categoria regina del Mondiale Endurance. A dirigere il progetto della squadra di Woking, come riportato da 'Il Messaggero', sarà James Barclay.

Due giorni fa, come un fulmine a ciel sereno, Jaguar aveva annunciato la separazione con il Team Principal sudafricano al termine dell’attuale stagione di Formula E. Barclay ha ricoperto un ruolo determinante per la Casa inglese seguendo l’intero progetto dalla nascita, oltre a guidare la squadra fin dal debutto nella serie elettrica avvenuto nel 2016. Sotto il comando dell’inglese Jaguar ha ottenuto finora quindici vittorie e il titolo team al termine dello scorso campionato.

Oltre che in Formula E, Barclay fino al primo agosto rivestirà anche il ruolo di Managing Director di Jaguar Land Rover Motorsport. Proprio in questa veste, l’inglese ha avuto un ruolo fondamentale nel delineare il programma Rally Raid con cui il marchio Defender scenderà in campo nella categoria Stock della prossima Dakar, oltre che nel FIA World Rally Raid Championship.

Concluso il sodalizio ultra decennale con Jaguar, Barclay sarà pronto ad affrontare la nuova avvenuta con McLaren. La sua vasta esperienza, maturata in una categoria così competitività come la Formula E, servirà per impostare il lavoro che la squadra di Woking dovrà affrontare per sviluppare e realizzare la LMDh che, ricordiamo, farà il suo debutto nel WEC a partire dalla stagione 2027.

16 Apr [17:06]

Genesis svela la GMR-001 LMDh
Telaio Oreca e motore V8 bi-turbo

Michele Montesano

In occasione del Salone Internazionale dell’Auto di New York Genesis, marchio di lusso della Hyundai, ha svelato la sua GMR-001 LMDh con cui affronterà il FIA WEC a partire dalla stagione 2026. Non si tratta, però, della vettura reale, bensì di un modello a grandezza naturale realizzato appositamente per mostrare la livrea con cui la Casa coreana farà il suo debutto nel Mondiale Endurance e la 24 Ore di Le Mans.

Come prevedibile, la colorazione predominate è l’arancione a simboleggiare ‘l’energia vibrante della Corea’. Livrea a parte, sebbene non ancora definitivo il modello presenta già alcune soluzioni interessati che fungeranno da base per la vettura che girerà in pista nei prossimi mesi. Realizzata sul telaio Oreca, la GMR-001 LMDh presenta alcuni richiami sia alla Alpine A424 che all’Acura ARX-06, entrambe realizzate sullo stesso chassis del costruttore francese.



Il frontale presenta la firma luminosa sdoppiata, che caratterizza anche le Genesis stradali, oltre a un profilo alare sul cofano che collega i due passaruota, soluzione già vista proprio sull’Acura. L’ampio spazio tra lo splitter, che nella conformazione ricalca quello della Ferrari 499P LMH, e la carrozzeria permetterà di incanalare il flusso d’aria che andrà ad investire il corpo vettura e alimentare le pance laterali.

Ampi gli sfoghi dei passaruota anteriori che, oltretutto, hanno lo scopo anche di indirizzare i flussi verso l’esterno dell’auto. Non manca la pinna dorsale che partendo dall’airbox, posto sopra l’abitacolo, si protende sul cofano motore fino a collegarsi con l’alettone formando una svergolatura simile a quella della Ferrari LMH. Le paratie verticali dell’ala posteriore sono incastonate sui bordi dei passaruota, infine anche il retrotreno è caratterizzato dalla doppia firma luminosa LED.



A spingere il prototipo coreano sarà il V8 realizzato partendo dal propulsore quattro cilindri in linea 1.6 turbo che equipaggia la Hyundai i20N Rally1 del WRC. Con la contrapposizione dei cilindri si è quindi ottenuto un motore bi-turbo. Tale soluzione ha permesso di velocizzare i tempi di sviluppo oltre che di abbattere i costi sulla realizzazione di una nuova unità da zero. Al propulsore termico verrà poi abbinata la controparte elettrica realizzata in monofornitura da Bosch.

Il team Genesis Magma Racing avrà sede nei pressi del circuito del Paul Ricard presso le strutture della IDEC Sport, squadra che attualmente sta affrontando la European Le Mans Series con due LMP2 proprio in vista del debutto nel WEC. Genesis, nel 2027, farà il suo esordio anche in IMSA con una squadra ancora da definire. Stando a quanto detto da Cyril Abiteboul, Team Principal di Genesis Magma Racing, il prossimo passo avverrà ad agosto quando sarà effettuato il primo shakedown della GMR-001 LMDh.



10 Apr [13:38]

McLaren nel 2027 torna nella classe
regina con una LMDh su base Dallara

Michele Montesano

“We’re back”. Siamo tornati, così recita la breve clip postata sui social che segna ufficialmente il ritorno di McLaren nella classe regina del FIA WEC. Attuale campione in carica in Formula 1, il team di Woking tornerà a calcare il palcoscenico del Mondiale Endurance a partire dal 2027. Poche ancora le notizie in merito, se non l’indiscrezione che la squadra inglese scenderà in pista con una LMDh realizzata sul telaio Dallara.

Costantemente associata al WEC, le voci di un possibile ingresso di McLaren nel campionato di durata si erano intensificate nel corso degli ultimi mesi. Così a sciogliere le riserve ci ha pensato direttamente Zak Brown, CEO di McLaren Racing, che ha lanciato ufficialmente l’assalto anche alla 24 Ore di Le Mans. Infatti nel prossimo mese di giugno si celebrerà il trentesimo anniversario dello storico successo ottenuto sul Circuit de la Sarthe con la F1 GTR guidata dal terzetto Yannick Dalmas, Masanori Sekiya e JJ Lehto.

Con ogni probabilità proprio in occasione della prossima 24 Ore di Le Mans, in programma il fine settimana del 15 giugno, verranno ulteriormente dipanate le nubi in merito all’impegno di McLaren nel WEC. Ad oggi, oltre all’immagine della sagoma frontale della futura LMDh, sappiamo solamente che il prototipo verrà realizzato sulla base del telaio Dallara LMP2. Una garanzia, perché il costruttore di Varano de’ Melegari fornisce gli chassis anche a BMW e Cadillac.

Nessuna notizia anche in merito al propulsore termico. Mentre la controparte elettrica, come da regolamento, verrà realizzata in mono-fornitura da Bosch. Con ogni probabilità a gestire in pista le LMDh sarà il team United Autosports, squadra di cui lo stesso Brown è comproprietario, e che dallo scorso anno gestisce le 720S Evo in classe LMGT3 del WEC. Inoltre, ad oggi, il marchio inglese non ha reso noto se affronterà anche il campionato IMSA.

Con l’annuncio dell’ingresso nel Mondiale Endurance, McLaren allarga sempre più il suo impegno nel motorsport. Infatti, oltre che in Formula 1, il costruttore di Woking è attualmente impegnato anche in IndyCar, GT3 e Formula E. Inoltre, proprio nella categoria elettrica, il nome di McLaren è associato a una possibile
partnership con Hyundai, Casa automobilistica che debutterà nel WEC il prossimo anno con il marchio Genesis.

22 Mar [17:51]

Per il terzo anno consecutivo
Cetilar è partner della Ferrari

Per il terzo anno consecutivo, il brand Cetilar sarà presente sulle due Ferrari 499P ufficiali impegnate nel mondiale WEC L’accordo con il Team Ferrari-AF Corse, una partnership iniziata nel 2023, anno di esordio della Ferrari 499P nel World Endurance Championship, prevede la presenza del brand Cetilar - una linea di prodotti a base di esteri cetilati per il benessere di muscoli e articolazioni, ora anche nella versione Nutrition, linea di integratori pensati per chi pratica sport in maniera costante - sulle due Hypercar ufficiali del cavallino rampante e sulle tute dei sei piloti Ferrari al volante dei due prototipi. Ma non solo.

Medical Partner ufficiale di Club Competizioni GT, Med-Ex si occuperà della preparazione fisica e degli aspetti sanitari dei piloti ufficiali del cavallino rampante e di tutti i membri della squadra, avvalendosi dei prodotti delle linee Cetilar, della gamma nutrizione clinica e degli altri complementi nutrizionali realizzati da PharmaNutra, dove l’applicazione della Tecnologia Sucrosomiale garantisce una migliore tollerabilità̀ e ottimi livelli di assorbimento.

Roberto Lacorte, Vicepresidente e AD di PharmaNutra S.p.A., dichiara: "Abbiamo creduto nel progetto Hypercar di Ferrari fin dall’inizio, quando era ancora in una fase embrionale, perché eravamo sicuri che fosse una sfida vincente: ora che siamo al terzo anno di partnership, possiamo dire di aver avuto ragione, perché i risultati ottenuti dalle 499P parlano chiaro. Legare il nostro brand Cetilar a queste straordinarie performances ottenute da Ferrari, a partire dalle vittorie nelle ultime due edizioni della 24 Ore di Le Mans, è davvero motivo di grande orgoglio e soddisfazione per la nostra azienda".

Amato Ferrari, Team Principal di AF Corse, dichiara: "Crediamo nelle partnership con aziende di valore, con cui costruire rapporti di medio-lungo periodo. Questo è esattamente il percorso intrapreso con PharmaNutra e con il loro brand Cetilar. Nel 2025 siamo in un nuovo capitolo della nostra collaborazione pluriennale: insieme, abbiamo raggiunto successi indimenticabili. Ora guardiamo al futuro, cercando di cogliere nuovi successi. La vittoria nel primo round del mondiale 2025 non è che l'inizio di una nuova storia".

14 Mar [16:21]

IL CASO
Un BoP sempre più stringente
lascia poco margine ai team

Michele Montesano

Croce e delizia del FIA WEC, il Balance of Performance (BoP) è da sempre nel mirino di costruttori e tifosi. Se i primi, come da regolamento, a partire dallo scorso anno non possono neppure nominarlo, per gli appassionati è ormai un vero e proprio argomento di discussione. Nel corso delle stagioni del Mondiale Endurance, il BoP ha subito numerose variazioni al fine di trovare la giusta quadratura del cerchio.

Non per ultimo, grazie all’ausilio della tecnologia, si è riuscito ad affinarlo permettendo di livellare al meglio vetture così diverse tra loro, a partire dai differenti regolamenti quali LMH e LMDh, garantendo gare equilibrate e una lotta in pista più serrata. Ma, oltre a creare i soliti malumori tra gli sconfitti, il BoP pare stia prendendo una deriva sempre più stringente lasciando sempre meno margine di manovra ai team.



Se fino al 2023 i valori del BoP erano interamente derivati dalle simulazioni, a partire dallo scorso anno si è dato maggior peso alle correlazioni in pista. Sulle vetture sono stati montati diversi sensori per consentire di controllare molteplici parametri, come quelli del gruppo powertrain, direttamente sul circuito. Poi, una volta raccolti e studiati i dati, FIA e ACO possono intervenire sui parametri delle Hypercar modificando peso, potenza ed energia da usare per stint.

Inoltre, dalla scorsa 6 Ore di Imola, ha fatto il suo debutto il guadagno di potenza. In pratica quando la vettura supera i 210 km/h può variare la potenza massima, redatta in precedenza dal BoP, con l’obiettivo di far coincidere la velocità in rettilineo di tutte le Hypercar. Tale sistema punta a compensare le prestazioni dei prototipi cercando di ridurre al minimo i sorpassi “di potenza” in pieno rettifilo.



Inoltre, da quest’anno, è cambiato anche il modo con cui vengono calcolate le prestazioni delle vetture. In pratica il BoP viene definito analizzando i 10 giri più rapidi tra le Hypercar di ciascun costruttore oltre al 60% dei giri più veloci in gara, mentre fino al 2024 si considerava solamente il 20%. Ciò, seppur indirettamente, coinvolgerà anche la durata degli pneumatici andando a livellare ulteriormente le prestazioni in pista.

Già con l’introduzione dell’energia da utilizzare per ogni stint si decide, di fatto, quanti giri ciascuna vettura è in grado di completare prima del rifornimento. Inoltre, con l’ultimo intervento da parte di ACO e FIA, si rischia di “contollare” anche la gestione delle gomme e il relativo consumo. In parole povere le soste ai box, da sempre fattore chiave nelle gare di durata, rischiano di rivestire un ruolo sempre più marginale.



Sebbene tali modifiche sembrano ridurre ulteriormente gli spazi di manovra di ciascun team, pare che siano stati proprio alcuni costruttori a spingere in tale direzione. Durante una serie di incontri tecnici tra la FIA, l'ACO e i produttori delle Hypercar, è stata concordata una maggiore estensione del BoP proprio per eliminare le differenze prestazionali tra le LMH e LMDh.

Ma, con vetture che partono da regolamenti quasi diametralmente opposti, difficilmente si riuscirà a trovare l’equiparazione perfetta. La forza del WEC è proprio la varietà delle soluzioni tecniche che si vedono in pista, toccherà a chi gestisce il tutto cercare di non forzare troppo la mano rischiando di rompere un oggetto tanto bello quanto fragile.

12 Mar [10:27]

Genesis ad aprile svelerà la sua LMDh
Il V8 derivato dal 1.6 della i20N Rally1

Michele Montesano

Il conto alla rovescia è iniziato. Genesis nel mese di aprile toglierà i veli dalla GMR-001 LMDh con cui darà la caccia al FIA WEC nel 2026 e, a partire dall’anno successivo, scenderà in campo anche nell’IMSA SportsCar Championship. Il marchio di lusso di Hyundai non sta lasciando nulla al caso seguendo, a pieno ritmo, la tabella di marcia prefissata, oltre a lavorare su diversi fronti per consentire di effettuare il primo shakedown della vettura già il prossimo agosto.

Ricordiamo che in Hyundai hanno scelto il telaio Oreca 07 LMP2 come base per la GMR-001 LMDh. Se l’aspetto aerodinamico, seppur in parte, era già stato
svelato con dei rendering lo scorso dicembre, mancava ancora il tassello del Powertrain. A tal proposito si è deciso di realizzare un V8 partendo dal propulsore quattro cilindri in linea 1.6 turbo che equipaggia la Hyundai i20N Rally1 del WRC. Contrapponendo i cilindri si è quindi ottenuto un motore bi-turbo. Questo verrà poi adattato alla controparte elettrica realizzata in mono-fornitura da Bosch.

Il progetto della Hypercar si sta rivelando una vera e propria corsa contro il tempo per il costruttore coreano. Come confermato da Cyril Abiteboul, Team Principal del Genesis Magma Racing, il lavoro di sviluppo e realizzazione del motore è avvenuto in appena sei mesi. Inoltre Abiteboul ha aggiunto che la squadra è alla ricerca di ulteriori figure, circa sessanta persone, per ampliare l’organigramma. Dopo la partenza di Christian Loriaux, passato al Team Overdrive nei rally raid, in Genesis hanno già trovato una figura che rivestirà il ruolo di ingegnere capo.

Altro aspetto da non sottovalutare sarà che, quest’anno, il lavoro del reparto sportivo di Hyundai avverrà su due fronti. Infatti, oltre allo sviluppo in fabbrica dell’Hypercar, si dovrà strutturare anche la squadra che lavorerà in pista. A tal proposito Genesis si è legata con il team Idec Sport, diretto dall’ex pilota Nicolas Minassian, che affronterà l’intera stagione della European Le Mans Series, oltre alla 24 Ore di Le Mans, con due LMP2 in via esplorativa. L’ultimo acquisto della squadra francese è l’esperto Daniel Juncadella che andrà ad affiancare Jamie Chadwick e Magnus Jaubert.

Ad occuparsi dello sviluppo della Genesis GMR-001 LMDh saranno i piloti Pipo Derani e André Lotterer, entrambi figure di riferimento nel panorama dell’Endurance internazionale. Sebbene sia decisamente ancora troppo presto per fare proclami, Abiteboul ha spiegato che per il 2026 l’obiettivo principale sarà quello di fare esperienza e trovare l’affidabilità delle vetture. Una volta raggiunto il primo gradino, si cercherà di entrare stabilmente nella top-5 con entrambe le Hypercar per poi puntare al podio.

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