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8 Set [3:00]

Austin – Gara
Porsche al primo centro stagionale

Michele Montesano - XPB Images

Pioggia, neutralizzazioni e ben cinque interventi della safety-car, il ritorno al successo nel FIA WEC di Porsche è stata una vera e propria corsa a ostacoli. La 963 LMDh mancava dal gradino più alto del podio del Mondiale Endurance da quasi un anno, per la precisione dalla 6 Ore del Fuji 2024.

L’obiettivo ad Austin è stato centrato dal terzetto composto da Kevin Estre, Laurens Vanthoor e Matt Campbell che ha regalato al team Penske Motorsport il successo davanti al pubblico di casa. La Lone Star Le Mans passerà agli annali del WEC anche per la prima vittoria della McLaren in LMGT3. Impresa riuscita all’equipaggio dello United Autosports composto da Marino Sato, Sean Gelael e Darren Leung.

Così come avvenuto nella qualifica di ieri, anche quest’oggi la pioggia è stata la protagonista assoluta. Sul circuito di Austin si è abbattuto un vero e proprio nubifragio, tanto che la direzione gara ha optato per un avvio dietro la safety-car. Ma, visti i primi testacoda e la pioggia che non ha accennato a diminuire, dopo 59 minuti è stata esposta la bandiera rossa.

Oltretutto tale decisione è stata figlia anche del caos che si è venuto a creare a seguito dell’avvicendamento tra le due vetture di sicurezza. Infatti la prima safety-car è stata richiamata ai box, per effettuare il rifornimento, ma l’altra è rientrata a metà dello schieramento stravolgendo l’ordine di marcia.



Con il cronometro che è continuato a scorrere, la gara è ripresa dopo circa 40 minuti. Trascorsi un paio di giri dietro la vettura di sicurezza, finalmente è arrivato il fatidico semaforo verde. Ma la lotta è durata relativamente poco, le tremende condizioni della pista hanno visto uscire contemporaneamente sia l’Alpine di Frederic Makowiecki che la Aston Martin Valkyrie LMH di Tom Gamble, entrambi traditi dall’aquaplaning. Ad avere la peggio è stata la A424 LMDh che, visibilmente danneggiata dall’urto contro le barriere, ha disseminato detriti lungo la pista, con la gara nuovamente neutralizzata.

La ripartenza è avvenuta nel corso della terza ora. Phil Hanson, al comando delle operazioni, si è visto minacciato da James Calado. La lotta tra le due Ferrari 499P ha visto l’alfiere di AF Corse sempre più in difficoltà, tanto da rischiare più volte tra sbandate e controlli in extremis. Con la pioggia che non accennava a diminuire, Calado ha quindi preso le redini della gara a metà della terza ora.

Alle spalle delle due Ferrari, Estre ha cercato di consolidare il terzo posto allungando sulla 499P di Nicklas Nielsen. Ma Nico Varrone, finito nella ghiaia con la Porsche 963 LMDh del Proton Competition, ha richiesto l’ennesimo intervento della direzione gara.



La Virtual Safety Car ha così consentito di effettuare il primo cambio piloti senza perdere eccessivo tempo. Ma il pit-stop si è rivelato disastroso per AF Corse. Hanson è arrivato ai box fuori dalla piazzola, i meccanici hanno dovuto spostare la vettura perdendo secondi preziosi tanto da far scivolare Yifei Ye al quinto posto. Ad approfittarne sono stati Campbell e Antonio Fuoco rientrati, nell’ordine, alle spalle del nuovo leader Antonio Giovinazzi. Il pugliese ha quindi gestito alla perfezione il suo stint prima di cedere il volante ad Alessandro Pier Guidi.

La svolta decisiva è avvenuta a meno di due ore dalla bandiera a scacchi. Infatti una nuova ripartenza, dovuta all’ennesima safety-car questa volta per consentire di spostare dalla ghiaia la Toyota di José-Maria Lopez, ha visto Estre arrivare ai ferri corti con Pier Guidi. I due si sono toccati con la Ferrari che ha avuto la peggio forando l’anteriore sinistra. Estre, preso il comando, è schizzato via con la sua Porsche.

L’esperienza del francese si è poi rivelata fondamentale nell’ultima fase quando il circuito è iniziato ad asciugarsi. Estre, di concerto con il muretto box del Penske, ha preferito mantenere le rain effettuando solamente il rifornimento. La scelta si è rivelata vincente con il francese che ha riportato al successo nel WEC la Porsche.



Alle spalle della 963 LMDh ha chiuso la Ferrari 499P di Fuoco, Nielsen e Miguel Molina. Proprio quest’ultimo si è reso protagonista di uno stint solido e costante che gli ha consentito di scalare la classifica fino al secondo posto. Austin ha sorriso a Peugeot che, complice un BoP favorevole, ha piazzato le sue 9X8 LMH in terza e quarta piazza.

A salire sul podio sono stati Stoffel Vandoorne, Loïc Duval e Malthe Jakobsen mentre, complice anche un drive through nelle prime battute, Jean-Eric Vergne, Mikkel Jensen e Paul Di Resta si sono dovuti accontentare della quarta piazza. Sprofondato al dodicesimo posto, Pier Guidi ha iniziato una furiosa rimonta culminata in top-5, risultato fondamentale in ottica campionato.

Nulla da fare per la Ferrari di AF Corse che, nonostante un coriaceo Robert Kubica, ha chiuso al settimo posto tra le due Cadillac. Nonostante il tergicristallo rotto, Earl Bamber, Sebastien Bourdais e Jenson Button hanno chiuso la Lone Star Le Mans sesti. Più attardati i compagni di squadra Alex Lynn, Will Stevens e Norman Nato che hanno perso terreno nelle ultime fasi di gara.

Fine settimana da dimenticare per Toyota. Mai in gara, le GR010 Hybrid hanno sofferto molto la pioggia andando più di qualche volta in testacoda. Il nono posto di Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa è la cartina tornasole di quanto visto in pista. A completare la top-10 di classe la Porsche di Mathieu Jaminet, Michael Christensen e Julien Andlauer, quest’ultimo autore del primo testacoda della giornata.

Detto dell’incidente di Makowiecki, le Alpine quest’oggi non hanno particolarmente brillato. Forse eccessivamente penalizzate dal BoP, le A424 LMDh non sono riuscite ad esprimersi sui livelli delle altre Hypercar. Ugualmente anche BMW non ha impressionato, inoltre la M Hybrid V8 LMDh di René Rast è subito uscita di scena per un problema al sistema ibrido.

Menzione speciale per le Aston Martin Valkyrie che, avvantaggiare da un BoP nullo, hanno militato costantemente nelle prime dieci posizioni. Purtroppo noie meccaniche hanno costretto entrambe le vetture alla resa quando mancava meno di un’ora al traguardo.



Come da tradizione, la lotta per la vittoria in LMGT3 è stata incerta fino all’ultimo. Anzi, il risultato finale è stato deciso solamente dopo la bandiera a scacchi. A differenza delle Hypercar, in GT3 il passaggio alle gomme slick nell’ultima frazione di gara si è rivelata la mossa vincente.

Ne sa qualcosa Davide Rigon che, montati gli pneumatici da asciutto, ha iniziato a volare con la sua Ferrari 296 GT3. Il veneto, in equipaggio con Francesco Castellacci e Thomas Flohr, si è reso protagonista di intensi duelli che l’hanno portato a tagliare il traguardo per primo.

Ma, proprio in una lotta corpo a corpo, la direzione gara ha visto una manovra sopra le righe del Ferrarista che è stato penalizzato di cinque secondi scivolando al terzo posto. Ad approfittarne è stato il terzetto Sato, Gelael e Leung che ha regalato il primo successo nel Mondiale Endurance alla McLaren 720S GT3.

Alle spalle del trio dello United Autosports ha chiuso la BMW M4 GT3 di Valentino Rossi, Ahmad Al Harthy e Kelvi van der Linde. Proprio quest’ultimo ha trainato l’equipaggio del WRT verso un nuovo podio in LMGT3. Quarto posto per l’altra BMW di Augusto Farfus, Timur Boguslavskiy e Yasser Shahin, mentre la top-5 di classe è stata completata dalla McLaren di James Cottingham, Sebastien Baud e Gregoire Saucy.

Non è bastato il recupero di Mattia Drudi, velocissimo nel suo ultimo stint, per consentire alla Aston Martin Vantage GT3 di salire in zona podio. Il team The Heart of Racing si è dovuto accontentare del sesto posto in LMGT3 davanti alla Ford Mustang GT3 di Ben Barker, Ben Tuck e Bernardo Sousa. A lungo nelle posizioni di testa, le vetture dell’Ovale Blu hanno pagato dazio sul finale per non aver montato le slick.

Così anche i poleman Giammarco Levorato, Stefano Gattuso e Dennis Olsen hanno tagliato il traguardo noni dietro alla Porsche dei leader di campionato Richard Lietz, Ryan Hardwick e Riccardo Pera, quest’ultimo protagonista di un intenso duello con la BMW di Rossi. A completare la top-10 di classe la Mercedes AMG GT3 griffata Iron Lynx di Fran Rueda, Lorca Hanafin e Andrew Gilbert.

Domenica 7 settembre 2025, gara

1 - Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) - Penske - 120 giri
2 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 8"625
3 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 9"541
4 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 15"149
5 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 22"619
6 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 42"517
7 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 56"955
8 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'10"896
9 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'14"615
10 - Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 1'16"117
11 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'40"766
12 - Marciello-Magnussen-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1 giro
13 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 2 giri
14 - Lopez-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 4 giri
15 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 4 giri
16 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 5 giri
17 - Rossi-Al Harthy-K.van Der Linde (BMW M4) - WRT - 5 giri
18 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 5 giri
19 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 5 giri
20 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 5 giri
21 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 5 giri
22 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 5 giri
23 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 5 giri
24 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 5 giri
25 - Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 5 giri
26 - Deboer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 5 giri
27 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 5 giri
28 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 6 giri
29 - Robin-Gehrsitz-Barnicoat (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 6 giri

Giro più veloce: Kevin Estre 2'03"443

Ritirati
Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx
Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport
Umbrarescu-Schmid-Hawksworth (Lexus RC F) - Akkodis ASP
Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT
Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames
Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin
Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin

6 Set [23:53]

Austin – Qualifica
Kubica batte Giovinazzi sotto la pioggia

Michele Montesano

A quasi due mesi dalla 6 Ore di San Paolo, il FIA WEC ha riacceso i motori facendo tappa ad Austin. In Texas, dove un tempo si sfidavano cowboy e indiani, si assisterà al terzultimo appuntamento stagionale del Mondiale Endurance. La Lone Star Le Mans sarà quindi un crocevia importante per l’assalto finale al campionato. A rimescolare le carte, quest’oggi, ci ha pensato il meteo con la pioggia che è caduta proprio durante la qualifica. Ad emergere è stata la Ferrari che ha monopolizzato la prima fila con Robert Kubica, autore della pole position e bravo a mettersi alle spalle il pilota ufficiale Antonio Giovinazzi.

Contrariamente a quanto visto nelle prove libere, ad Austin il sole ha lasciato il posto alle nuvole che hanno scaricato acqua proprio in concomitanza con il semaforo verde della qualifica. Le iniziali condizioni di pioggia leggera, però, hanno tratto in inganno diversi piloti con relative eliminazioni eccellenti. Unica certezza la Ferrari che ha centrato l’ingresso in Hyperpole con tutte e tre le 499P. Ma a brillare sul circuito texano è stato Kubica. Già autore un anno fa di una splendida vittoria assoluta con Yifei Ye e Robert Shwartzman, il polacco del team AF Corse ha messo in chiaro i suoi obiettivi siglando la pole in 1’57”655. Tempo rimasto imbattuto con Giovinazzi che, per appena 96 millesimi, si è dovuto accontentare della seconda piazzola.



La pioggia ha portato anche altre sorprese a partire dalla seconda fila che vedrà partire la Peugeot 9X8 LMH di Jean-Eric Vergne (nella foto sopra) davanti la Porsche 963 LMDh di Kevin Estre. A completare la top-5 ci ha pensato l’ufficiale Ferrari Nicklas Nielsen incalzato da uno splendido Nico Varrone. L’argentino del Proton Competition ha addirittura chiuso il primo segmento di qualifica al primo posto con la Porsche 963 LMDh privata. Autore del settimo crono, Charles Milesi ha confermato le doti velocistiche con la Alpine A424 LMDh chiudendo la sessione davanti alla Toyota di Ryo Hirakawa.

Protagonista di un fuoripista nel suo ultimo tentativo, fortunatamente innocuo, Dries Vanthoor ha piazzato la BMW M Hybrid V8 al nono posto. L’altra notizia degna di nota è sicuramente l’ingresso in Hyperpole della Aston Martin Valkyrie LMH che, nelle mani di Alex Riberas, ha poi centrato la top-10. Al contrario a sparire dalle posizioni di vertice sono state le due Cadillac. Dopo aver sbaragliato la concorrenza nella 6 Ore di San Paolo, il team Jota è stato tratto in inganno dalla pioggerella montando le gomme rain su entrambe le V.Series-R. Sia Earl Bamber che Alex Lynn sono letteralmente sprofondati chiudendo la qualifica, rispettivamente, sedicesimo e diciassettesimo. Peggio solamente la Toyota di Kamui Kobayashi, tristemente fanalino di coda tra le Hypercar.



L’aria di casa deve aver fatto bene a Ford che ha monopolizzato la prima fila di classe LMGT3. La pole, in particolare, parla ampiamente italiano. Dapprima Stefano Gattuso è riuscito a strappare l’accesso alla Hyperpole, a seguito della cancellazione dei tempi di Petru Umbrarescu, colpevole di aver preso due volte la bandiera a scacchi. Poi è toccato a Giammarco Levorato (nella foto sopra) fermare le lancette del cronometro in 2’07”645 piazzando la Mustang GT3 in pole position. Il veneto ha staccato di appena 18 millesimi il suo compagno di squadra Ben Tuck, autore del secondo crono.

Decisamente più attardati gli altri, a partire da Sean Gelael terzo con la McLaren 720S GT3 dello United Autosports. Buon quarto posto per Valentino Rossi e la sua BMW M4 GT3. Nonostante l’asfalto viscido, l’ex campione della MotoGP ha lottato senza timori reverenziali contro piloti ben più esperti. Jonny Edgar, al volante della Corvette Z06, ha centrato la top-5 scalzando per un soffio la McLaren di Sebastien Baud. Settima la Lexus RC F GT3 di Finn Gehrsitz seguito da Fran Rueda, il più rapido al volante della Mercedes AMG GT3. La zavorra ha rallentato il leader di campionato Ryan Hardwick, tredicesimo con la Porsche 911 GT3 del Manthey. Al contrario di quanto accaduto in Hypercar, le Ferrari non hanno brillato in LMGT3. Quattordicesima la 296 GT3 condotta da Thomas Flohr, solamente terzultimo François Heriau. 


Aggiornamento
La Peugeot 9X8 LMH di Jean-Eric Vergne, terza al termine della sessione, sarà costretta a partire dal fondo della griglia di classe Hypercar. Il pilota francese si è visto cancellare tutti i crono, registrati nel corso della qualifica, per non aver accesso la luce posteriore rossa, da attivare in caso di pioggia.

Sabato 6 settembre 2025, qualifica

1 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'57"655
2 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'57"751
3 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'58"506
4 - Estre-L.Vanthoor-Campbell (Porsche 963) - Penske - 1'58"619
5 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'58"640
6 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'58"839
7 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 2'00"468
8 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 2'02"926
9 - Marciello-Magnussen-D.Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 2'03"243
10 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 2'04"024
11 - Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 2'00"731
12 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2'00"744
13 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 2'00"763
14 - Rast-Frijns-S.van der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 2'01"034
15 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 2'01"100
16 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 2'03"382
17 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 2'03"952
18 - Lopez-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 2'05"282
19 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 2'07"645
20 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 2'07"663
21 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 2'08"262
22 - Rossi-Al Harthy-K.van Der Linde (BMW M4) - WRT - 2'08"972
23 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 2'09"465
24 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 2'09"499
25 - Robin-Gehrsitz-Barnicoat (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 2'09"727
26 - Gilbert-Hanafin-Rueda (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 2'10"113
27 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 2'10"229
28 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 2'10"640
29 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 2'16"801
30 - Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 2'17"308
31 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 2'17"545
32 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 2'18"128
33 - Deboer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 2'20"382
34 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 2'21"236
35 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 2'22"433
36 - Umbrarescu-Schmid-Hawksworth (Lexus RC F) - Akkodis ASP - Senza tempo

4 Set [19:32]

Svelato il BoP per Austin
Penalizzate Cadillac e Porsche

Michele Montesano - XPB Images

In occasione della Lone Star Le Mans, sesto appuntamento stagionale del Mondiale Endurance, ACO e FIA hanno diramato il nuovo BoP (Balance of Performance) sia per le vetture di classe Hypercar che per le LMGT3. Se confrontato con quanto visto nella 6 Ore di San Paolo, sul tracciato di Austin le Cadillac V-Series.R saranno le più penalizzate, anche in virtù della doppietta ottenuta sul circuito brasiliano. Stessa sorte per le Porsche 963 LMDh, reduce dal podio ottenuto sempre nell’ultima gara del FIA WEC.

Ma procediamo con ordine. A scontare un maggior peso sulla bilancia saranno sempre le LMH di Ferrari e Toyota. Nello specifico le 499P, a fronte di 1069 kg, avranno una potenza di 480 kW con la possibilità di sfruttare un incremento del 4,8% sopra i 250 km/h. Con soli 890 MJ, le Hypercar di Maranello avranno però l’energia per stint più bassa del lotto. A parità di peso, Toyota conferma una potenza di 484 kW, ma potrà contare su un guadando di potenza del 7,4% oltre a 901 MJ di energia per stint.



Sempre restando un ambito LMH, le Aston Martin Valkyrie e le Peugeot 9X8 saranno nuovamente le Hypercar più leggere in pista. Con un peso di 1030 kg, le vetture inglesi disporranno della potenza massima di 520 kW, anche superati i 250 km/h, e di un’energia per stint di 918 MJ. A parità di massa, le Peugeot disporranno ugualmente di una potenza di 520 kW che, però, scenderà del 7,3% oltre la soglia dei 250 km/h, più ridotta anche l’energia per stint pari a 895 MJ.

Passando sul fronte LMDh, come dicevamo in precedenza, le Cadillac V-Series.R affronteranno il circuito di Austin con un peso di 1059 kg e una potenza di 511 kW, che calerà dello 0,8% superata la velocità di 250 km/h, con l’energia per stint fissata a 902 MJ. Anche le Porsche 963 LMDh vedranno lievitare il peso a 1065 kg oltre a una riduzione dell’energia per stint, ora di 901 MJ. La potenza, invece, sarà pari a 488 kW ma subirà un guadagno di potenza del 2,5%.

Piccole modifiche per Alpine. Le A424 LMDh gireranno con un peso di 1052 kg avendo a disposizione una potenza di 506 kW, che calerà del 4,5% superati i 250 km/h, e un’energia di 890 MJ per stint. Infine le BMW M Hybrid V8 LMDh peseranno alla bilancia 1056 kg a fronte di un’energia per stint fissata a 899 MJ e una potenza di 497 kW che subirà un guadagno di potenza dell’1% oltre i 250 km/h.



Anche nella classe LMGT3 ci saranno cambiamenti rilevanti di BoP. L’unica vettura a non variare peso è la Lexus RC F GT3, che resta stabile a 1354 kg. La BMW M4 GT3 riceve uno sconto di ben 26 kg, scendendo a 1332 kg tanto da diventare, assieme alla Porsche 911 GT3 R, la più leggera della griglia. A ruota troviamo le Mercedes AMG GT3 con una massa di 1333 kg. Anche le Ford Mustang GT3 scendono a 1334 kg, appena un chilogrammo in più rispetto alla Corvette Z06 GT3.R che, invece, si ferma a 1355 kg. Al contrario la Aston Martin Vantage GT3 riceve un aggravio di peso, raggiungendo i 1334 kg.

Nonostante un BoP più favorevole, le McLaren 720S GT3 si attesteranno a 1339 kg. Infine le Ferrari 296 GT3, al pari delle Lexus, sconteranno un peso di 1354 kg. A completare il quadro c’è il Success Handicap, che aggiunge ulteriori zavorre in base ai risultati ottenuti e alla posizione in classifica. La Porsche leader del campionato di Riccardo Pera, Richard Lietz e Ryan Hardwick caricherà ulteriori 36 kg. A seguire la Ferrari del terzetto Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau con 24 kg di zavorra. A quota più 18 kg troviamo sia la Lexus di Jack Hawksworth, Clemens Schmid e Petru Umbrarescu, che la Corvette di Rui Andrade, Charlie Eastwood e Tom Van Rompuy. Infine l’altra Corvette e l’Aston Martin Vantage del Racing Spirit of Léman sconteranno 6 kg di zavorra.


4 Set [10:50]

Toyota: Lopez sostituisce Conway ad
Austin, Porsche con equipaggi a tre punte

Michele Montesano

Alla vigilia della Lone Star Le Mans, sesta tappa del FIA WEC, Toyota si è ritrovata costretta a rivedere una delle sue formazioni. Mike Conway, durante un allenamento, si è infortunato alla clavicola e non potrà prendere parte al fine settimana di Austin. Anche lo scorso anno, a seguito di una caduta dalla bici, il britannico fu costretto a dare forfait alla 24 Ore di Le Mans.

Così come avvenne più di dodici mesi fa sul Circuit de La Sarthe, anche questa volta a prendere il posto di Conway sarà nuovamente José Maria Lopez. L’argentino, prima riserva di Toyota, andrà ad affiancare Kamui Kobayashi e Nyck De Vries sulla GR010 Hybrid LMH. Solitamente impegnato al volante della Lexus RC F GT3 del team Akkodis-ASP, Lopez a sua volta sarà sostituito da Jack Hawksworth che dividerà l’abitacolo con Clemens Schmidt e Petru Umbrarescu.



Oltre a Toyota, anche Porsche rivedrà i suoi equipaggi. Dopo gli incoraggianti risultati della 24 Ore di Le Mans e della 6 Ore di San Paolo, entrambe concluse a podio, il team Penske Motorsport ad Austin schiererà due 963 LMDh con tre piloti ciascuno. Il motivo riguarda sia le caratteristiche del circuito che le temperature, si prevede infatti una gara torrida con oltre 30 gradi di media. Con tre appuntamenti da disputare, e 64 punti di distacco dalla vetta, Porsche può ancora puntare alla lotta per il titolo costruttori.

Proprio per questo motivo, in Porsche non verrà lasciato nulla al caso. Attualmente al quinto posto nella classifica generale riservata ai piloti, i campioni in carica del Mondiale Endurance Laurens Vanthoor e Kevin Estre saranno affiancati da Matt Campbell. Mentre, reduci dal terzo posto nella 6 Ore di San Paolo, Julien Andlauer e Michael Christensen potranno contare nuovamente sul supporto di Mathieu Jaminet.

2 Set [10:42]

Genesis: concluso il primo test della
GMR-001, più di 500 giri a Le Castellet

Michele Montesano

Estate rovente per Genesis. Il brand premium di Hyundai prosegue senza sosta la marcia di avvicinamento verso il debutto nel FIA WEC. Dopo aver effettuato il primo
shakedown della GMR-001 LMDh a inizio agosto, il costruttore coreano ha proseguito sul circuito di Le Castellet, in Francia, lo sviluppo della sua Hypercar con un vero e proprio test di cinque giorni. Infatti, al termine della sessione, i piloti André Lotterer e Pipo Derani hanno completato oltre 500 giri.

Come anticipato da Cyril Abiteboul, Team Principal del Genesis Magma Racing, la squadra seguirà un fitto programma di test in vista dell’esordio nel Mondiale Endurance 2026. Proprio per questo motivo si è deciso di svolgere le prime sessioni sulla pista del Paul Ricard, tracciato che sorge non distante dalla nuova sede di Genesis oltre che alla fabbrica Oreca, azienda che realizza il telaio della LMDh coreana.



È quindi proseguito il lavoro iniziato durante lo shakedown, con i piloti che si sono focalizzati sulla messa a punto del powertrain. Si è quindi lavorato affinché il sistema ibrido, realizzato in mono-fornitura da Bosch, dialogasse con il V8 bi-turbo da 3.2 litri. Dapprima con sequenze di giri più brevi, per poi passare a veri e propri long-run, si è effettuata la prima messa a punto del software di gestione cercando anche di far emergere eventuali problemi di gioventù.

In cinque giorni di test sono stati completati più di 500 giri del tracciato del Paul Ricard, per un totale di circa 2900 chilometri. Come già visto in occasione dello shakedown, i tecnici Genesis e quelli Oreca hanno lavorato fianco a fianco al fine di risolvere prima gli eventuali problemi di affidabilità oltre che di accelerare ulteriormente i tempi di sviluppo.



L’attenzione si è poi spostata su una prima messa a punto della vettura. Anche in questo caso l’esperienza di Lotterer e Derani si è rivelata fondamentale per dare le prime indicazioni sul set-up e su quale direzione intraprendere per indirizzare lo sviluppo della GMR-001. Il fitto programma di test proseguirà nei prossimi mesi su diversi circuiti europei. Gli uomini di Genesis e Oreca lavoreranno sia sull’affidabilità che sulla prestazione della GMR-001 LMDh prima del suo debutto che avverrà nella 1812 km del Qatar, gara di apertura della stagione 2026 del WEC.

1 Set [12:16]

Peugeot annuncia Cassidy
nella formazione del 2026

Michele Montesano

Non solo Formula E, nel prossimo anno agonistico di Nick Cassidy ci sarà spazio anche per il FIA WEC. Chiuso il rapporto con la Jaguar, squadra con cui ha ottenuto il titolo di vicecampione della serie riservata alle monoposto elettriche, Cassidy si è legato al Gruppo Stellantis. Se il programma in Formula E pare ancora nebuloso, il neozelandese è stato già annunciato come pilota Peugeot nel Mondiale Endurance.

Prima di poter tornare a competere nella serie elettrica, a tal proposito si parla di un suo
possibile approdo a Citroën che rileverà il posto di Maserati, Cassidy potrà saggiare la Peugeot 9X8 LMH già nei prossimi test collettivi che si terranno la prossima settimana sul circuito del COTA, ad Austin, appena dopo la Lone Star Le Mans, sesto appuntamento stagionale del WEC. Per l’occasione, oltre al neozelandese, Peugeot farà provare la sua Hypercar anche a Theo Pourchaire.

Per Cassidy si tratta di un ritorno nel mondo delle gare a ruote coperte. Infatti, oltre ad aver conquistato 11 E-Prix di Formula E, il neozelandese ha preso parte anche al WEC. L’ultima apparizione nel Mondiale Endurance risale al 2022 quando ha corso in classe LMGTE Am dividendo la Ferrari 488 GTE di AF Corse con Francesco Castellacci e Thomas Flohr. Inoltre il curriculum di Cassidy può contare anche su un titolo in Super GT e uno in Super Formula, oltre a due vittorie nel DTM con la Ferrari 488 GT3 di AF Corse.

Peugeot sfrutterà i test di Austin per capire le potenzialità dei suoi piloti. Tale sessione consentirà alla squadra francese di poter avere delle basi su cui decidere la formazione dei suoi due equipaggi che prenderanno parte alla prossima stagione del Mondiale Endurance.

26 Ago [12:13]

BMW farà debuttare nel 2026 la
M Hybrid V8 rivista nell’aerodinamica

Michele Montesano

Confermato l’impegno a lungo termine, sia nel
FIA WEC che nell’IMSA SportsCar Championship, BMW ha mostrato la nuova veste aerodinamica della sua M Hybrid V8 LMDh. Sebbene la fase di sviluppo sia ad uno stato decisamente avanzato, la Casa di Monaco di Baviera ha già reso noto che la vettura, dotata di un nuovo look e una rinnovata aerodinamica, farà il suo esordio in occasione della prossima 24 Ore di Daytona, prevista a fine gennaio 2026.

Dopo aver fatto il suo debutto assoluto nella stagione 2023 nell’IMSA, con il supporto del team RRL, la M Hybrid V8 LMDh nel 2024 ha esordito con il Team WRT anche nel Mondiale Endurance. Proprio lo scorso inverno i tecnici BMW hanno utilizzato il primo Evo Joker, dei cinque a disposizione per l’intero ciclo di omologazione della vettura, per ottimizzare l’impianto frenante. Nello specifico sulla LMDh tedesca è stato cambiato anche il fornitore passando da Carbone Industrie a Brembo.



Anche se non è stato confermato l’uso del secondo Jolly, BMW ha ora mostrato la sua M Hybrid V8 dotata di una nuova veste aerodinamica. Le principali modifiche riguardano sicuramente il frontale con l’iconica griglia a doppio rene che è stata sensibilmente ridotta, al fine di migliorare l’efficienza aerodinamica che investe la vettura. Anche lo splitter è stato rivisto, così come i fari abbinati ancora una volta alla firma luminosa BMW Iconic Glow che avvolge la mascherina.

Tali aggiornamenti aerodinamici hanno lo scopo di garantire prestazioni più costanti per la M Hybird V8 LMDh, visto che in alcuni tracciati la vettura ha sofferto per la sua maggiore “impronta aerodinamica” del frontale. Inoltre le modifiche apportate hanno consentito di rivedere l’intero flusso aerodinamico che avvolge il prototipo migliorando, così, sia l’efficienza della vettura che il raffreddamento delle componenti meccaniche.



Lo sviluppo della nuova carrozzeria è frutto dei dati raccolti in questi due anni e mezzo di gare. Le modifiche sono state dapprima studiate con il CFD, con gli ingegneri BMW che hanno lavorato a stretto contatto con gli uomini Dallara, ricordiamo che la LMDh tedesca è realizzata proprio sul telaio del costruttore italiano. La M Hybrid V8 è quindi scesa in pista per una prima serie di test, tra cui la sessione effettuata sul circuito del Paul Ricard a Le Castellet.

Il primo debutto “in società” avverrà in occasione dei test collettivi che si svolgeranno sul tracciato del COTA, ad Austin in Texas, il nove e dieci settembre dopo la Lone Star Le Mans, sesto appuntamento stagionale del Mondiale Endurance. Seguiranno ulteriori sessioni di test prima dell’effettiva omologazione in vista del debutto che avverrà in occasione della 24 Ore di Daytona, primo atto stagionale dell’IMSA, il prossimo gennaio.

15 Ago [10:52]

Il punto della stagione – Seconda parte
BMW e Alpine i primi tra gli inseguitori

Michele Montesano - XPB Images

Tra i campionati con il più alto numero di costruttori impegnati in pista, il FIA WEC può contare ben otto marchi pronti a contendersi ad ogni gara la vittoria assoluta. Ma, com’è lecito aspettarsi, con un parterre del genere gioco forza a qualcuno tocca restare fuori dal podio. Inoltre, in una stagione come quella attuale, che ha visto Ferrari ottenere quattro vittorie e Cadillac firmare una doppietta in Brasile, difficilmente è rimasto spazio anche per gli altri.



A contendersi le posizioni di rincalzo finora sono state Porsche e Toyota. Ma i due marchi devono prestare attenzione al recupero di BMW e Alpine che, dopo un anno di apprendistato, in questa stagione sono parse nettamente più competitive.

Quinta in classifica costruttori, BMW nella prima parte del campionato ha mostrato un buon passo gara. In Qatar, primo appuntamento stagionale del WEC, la M Hybrid V8 LMDh guidata da Raffaele Marciello, Kevin Magnussen e Dries Vanthoor ha sfiorato il podio classificandosi quarta. Mentre nella successiva 6 Ore di Imola il terzetto René Rast, Robin Frijns e Sheldon van der Linde ha centrato un meritato secondo posto.

Segnali tangibili di un netto miglioramento sia da parte della vettura che del Team WRT, il quale gestisce le operazioni in pista. Tuttavia, le premesse non sono state mantenute nel prosieguo della stagione, con entrambe le M Hybrid V8 LMDh fuori dalla top-5 sia in Belgio sia nella 24 Ore di Le Mans.

Mentre si è assistito a una, seppur piccola, ripresa nella 6 Ore di San Paolo con Rast e van der Linde quinti. BMW, proprio negli ultimi giorni, ha inoltre fatto sapere che il programma Hypercar proseguirà sia nel WEC che in IMSA. Ciò significa che in quel di Monaco di Baviera credono nel progetto e continueranno ad investire per puntare alla vittoria.



Quasi speculare la stagione di Alpine. Dopo un avvio difficile in Qatar, il marchio francese si è affacciato in zona podio nella successiva 6 Ore di Imola con Mick Schumacher, Joules Gounon e Frederik Makowiecki. Lo stesso equipaggio ha poi bissato il risultato anche a Spa-Francorchamps, dopo aver inizialmente lottato per la vittoria quasi ad armi pari contro la Ferrari.

Così come avvenuto già lo scorso anno, la competitività delle A424 LMDh è sparita in occasione della 24 Ore di Le Mans. Fortunatamente, a differenza di 12 mesi fa, entrambe le Alpine sono riuscite a concludere la gara in zona punti.

Risultati alla mano, a distanza di un anno la A424 è sicuramente tra le LMDh che è cresciuta maggiormente. Risolto il problema di affidabilità del V6 Mecachrome monoturbo, i tecnici Alpine si sono focalizzati sul set-up per migliorare anche le prestazioni.

Proprio su quest’ultimo aspetto, si è rivelata fondamentale l’esperienza di Makowiecki maturata nello sviluppare la Porsche 963 LMDh. Forse anche alla luce di questo aspetto, l’equipaggio dov’è presente il francese è stato più competitivo rispetto al terzetto composto da Charles Milesi, Paul-Loup Chatin e Ferdinand Habsburg.



Tutt’altra storia per Peugeot. L’altro marchio francese impegnato nel WEC, a fronte dell’investimento fatto, anche in questa prima parte di stagione ha raccolto decisamente poco. La 9X8 Evo, che ha debuttato lo scorso anno a Imola, non si è rivelata all’altezza della concorrenza.

Nonostante sia stata rivista completamente nella parte aerodinamica, con l’aggiunta dell’alettone posteriore, la Hypercar del Leone soffre sui circuiti che richiedono maggior carico. Infatti, le migliori prestazioni cronometriche sono state registrate a Imola e a Spa.

Ma è stato in Brasile, contro ogni pronostico, che Peugeot ha ottenuto il miglior risultato. Loïc Duval e Malthe Jakobsen, sesti al traguardo della 6 Ore di San Paolo, hanno preceduto i compagni di squadra Mikkel Jensen e Paul Di Resta. Zona punti centrata grazie ad un BoP (Balance of Performance) nettamente favorevole.

A tal proposito le 9X8 LMH sono costantemente tra le Hypercar più leggere del lotto. Ciò nonostante, la Casa francese non riesce a spiccare il volo occupando la nona posizione in classifica generale a ben 147 lunghezze dalla vetta.



Come prevedibile, Aston Martin sta pagando lo scotto del noviziato. Al debutto nella classe regina del Mondiale Endurance, la Casa inglese è tristemente fanalino di coda con soli due punti guadagnati in occasione della 24 Ore di Le Mans. Le Valkyrie LMH sono parse nettamente distanti dalle altre Hypercar sia in qualifica sia sul passo gara. Inoltre, l’assenza del sistema ibrido a supporto del propulsore V12 di certo non aiuta nei tratti più guidati. Tale soluzione, che di fatto ha semplificato il lavoro di sviluppo, ha finito col ritorcersi contro.

Le prestazioni in pista sono figlie anche del progetto Valkyrie, l’unica Hypercar derivata da una vettura stradale come voleva il regolamento originale FIA e ACO. Questo comporta anche un minor margine di intervento per migliorare la hypercar. Tuttavia la strategia del team The Heart of Racing, partner tecnico di Aston Martin, di prendere parte anche al campionato IMSA sta dando i suoi primi frutti. E' proprio nella serie americana che sono arrivate le prime soddisfazioni con l’ingresso in zona punti. Risultati incoraggianti che fanno ben sperare anche nel prosieguo della stagione nel WEC.

14 Ago [10:43]

Il punto della stagione - Prima parte
Ferrari regna, male Toyota e Porsche

Michele Montesano - XPB Images

Con l’arrivo della pausa estiva, e i motori delle Hypercar spenti, si possono tirare le somme della prima parte di stagione del FIA WEC. Varcato il giro di boa del campionato dopo la 24 Ore di Le Mans, e quando mancano solamente tre appuntamenti al termine, lo scenario finale del Mondiale Endurance sembra già delineato. Infatti finora è stata la Ferrari a dominare la scena vincendo le prime quattro gare, inclusa la maratona del Circuit de La Sarthe. L’unica variazione sul tema è stata la 6 Ore di San Paolo, dove si è assistito a una perentoria doppietta Cadillac.

Ma a sorprendere è stato senza dubbio un netto cambio delle forze in campo. Infatti, a distanza di 12 mesi, si è passati dalla lotta tra Porsche e Toyota, che si sono divisi i titoli al termine della stagione 2024, al dominio Ferrari e al primo successo di Cadillac nel WEC. Inoltre sia il costruttore tedesco che quello giapponese sono quasi del tutto scomparsi dai radar. Colpa del BoP (Balance of Performance) o merito delle altre squadre? Fatto sta che finora si è assistito quasi sempre a gare tirate e combattute fino all’ultimo.



Non si può che iniziare dal marchio che ha dominato l’intera prima metà del Mondiale Endurance. Già vincente a Le Mans negli anni passati, la Ferrari ha sorpreso per l’incredibile costanza e l’equilibrio che si è creato tra gli equipaggi. Infatti, in questa stagione tutte e tre le 499P hanno conquistato almeno una vittoria, segno inequivocabile della competitività dell’Hypercar di Maranello. Nella 1812 km del Qatar, primo appuntamento stagionale del WEC, si è assistito a una tripletta tutta Ferrari con l’equipaggio composto da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen che ha tagliato per primo il traguardo.

Terzi a Losail, Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado si sono rifatti subito vincendo davanti al pubblico di casa a Imola per poi ripetersi nella successiva 6 Ore di Spa, dove si è registrata anche una doppietta Ferrari. A completare il quadro, la straordinaria vittoria della 499P di AF Corse al termine di una serrata 24 Ore di Le Mans che ha visto come protagonisti assoluti Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson.

Inoltre, il terzo posto conquistato in Francia ha permesso a Pier Guidi-Giovinazzi-Calado di rafforzare il primato in classifica generale. Il terzetto della Ferrari numero 51 è seguito, a sole 12 lunghezze, dai vincitori di Le Mans. Di contro, esclusi per un’irregolarità tecnica sulla 499P al termine della 24 ore, Fuoco-Molina-Nielsen sono ora quarti a 48 punti dalla vetta.



Protagonista assoluta delle prime quattro gare, Ferrari è stata offuscata da Cadillac nella 6 Ore di San Paolo. Estremamente veloce sul giro secco, come dimostrato dalla Hyperpole conquistata a Le Mans da Alex Lynn, alla V-Series.R LMDh è mancato sempre qualcosa per poter tramutare il potenziale in vittoria. I pianeti si sono allineati in Brasile dove, un BoP più favorevole, ha consentito alle Hypercar americane di dominare sia la qualifica sia la gara. Lynn, Norman Nato e Will Stevens hanno tagliato per primi il traguardo con oltre 57 secondi di vantaggio sui compagni di squadra Earl Bamber, Jenson Button e Sebastien Bourdais.

Risultato che rende merito sia alla Cadillac ma soprattutto al Team Jota. Dopo due stagioni in cui ha gestito le Porsche 963 LMDh private, la squadra inglese è stata scelta al termine dello scorso anno dalla Casa americana per sostituire il Chip Ganassi Racing.

Concluso un rapido periodo di rodaggio, la nuova accoppiata angloamericana è subito apparsa tra le più competitive in pista. I risultati parlano chiaro con Cadillac che occupa il secondo posto nella classifica costruttori, a 55 lunghezze dalla Ferrari, e Lynn-Nato-Stevens terzi a 37 punti dalla vetta. Il marchio americano si è quindi guadagnato sul campo il ruolo di primo avversario del Cavallino Rampante.



Per due costruttori che sorridono ce ne sono altrettanti che masticano amaro, è il caso di Toyota e Porsche. Proprio il marchio tedesco si è ritrovato, nell’arco di un anno, da primo attore a semplice comparsa. Il terzo posto nella classifica costruttori è frutto di una lieve ripresa di competitività dopo un avvio di stagione da incubo.

Le due 963 LMDh gestite dal team ufficiale Penske Motorsport, nelle prime tre gare sono state costantemente ai margini della top-10. La musica è cambiata nella 24 Ore di Le Mans, dove i campioni in carica Kevin Estre e Laurens Vanthoor, supportati da Matt Campbell, sono riusciti a spezzare il dominio Ferrari conquistando il secondo posto.

Ugualmente in Brasile, in occasione della 6 Ore di San Paolo, le Porsche sono state le uniche a impensierire, seppur marginalmente, le Cadillac. Julien Andlauer e Michael Christensen hanno concluso a podio, a quasi un minuto dai vincitori, precedendo i compagni di squadra Estre e Vanthoor, quest’ultimi doppiati di un giro.

A dispetto degli aggiornamenti portati prima dell’inizio di stagione, sfruttando anche i relativi Joker, le 963 LMDh hanno pagato una scarsa competitività e un passo gara inferiore rispetto alla concorrenza. Inoltre, la scelta di schierare solamente due piloti fissi a equipaggio, alternando il terzo nelle gare più lunghe, non ha dato i benefici sperati. A stridere è il confronto, a parità di vettura e team, con le vittorie ottenute in IMSA.



Ugualmente Toyota non ha molto da festeggiare. Il costruttore giapponese sta vivendo la sua peggior stagione da quando è stata introdotta la classe Hypercar. Mai a podio le due GR010 Hybrid non hanno fatto meglio del quarto posto, ottenuto nella 6 Ore di Spa dal terzetto Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa. Tuttavia la costanza finora ha premiato l’altro equipaggio composto da Kamui Kobayashi, Mike Conway e Nyck De Vries, attualmente al sesto posto in classifica generale a 61 punti dalla vetta. Risultati che, se combinati, vedono Toyota quarta nella graduatoria costruttori.

Sebbene le GR010 Hybrid negli ultimi anni non avessero particolarmente brillato in qualifica, in gara erano state costantemente le vetture da battere. Il vantaggio di sfruttare al meglio gli pneumatici, consentendo di utilizzare le mescole più morbide anche oltre il doppio stint, in questa stagione si è completamente sgretolato.

Toyota nella prima metà di campionato è sembrata la brutta copia di se stessa. Forse il progetto della vettura, se confrontato con le altre Hypercar, sta pagando il peso dell’età. Ricordiamo che la GR010 Hybrid, nella prima fase della sua carriera agonistica ha vinto contro avversari decisamente meno agguerriti rispetto a Ferrari, Cadillac o Porsche. Vedremo se nelle prossime gare tornerà competitiva, magari vincendo nella gara di casa al Fuji.

13 Ago [12:39]

Genesis: completato lo shakedown
della GMR-001 LMDh a Le Castellet

Michele Montesano

Nel caldo agosto francese, la Genesis GMR-001 LMDh ha mosso i suoi primi passi in pista. Come già annunciato nelle scorse settimane, il programma che vede il marchio premium di Hyundai fare il suo esordio, a partire dal 2026, nel FIA WEC sta procedendo secondo i piani prefissati. Lo shakedown della Hypercar coreana è avvenuto con successo sul circuito del Paul Ricard. Tracciato non lontano dagli stabilimenti Oreca, azienda che si occupa della realizzazione del telaio, e vicino al nuovo quartier generale di Genesis Magma Racing sito proprio a Le Castellet.

L’onore di portare al debutto la GMR-001 LMDh è toccato ad André Lotterer e Pipo Derani, i due piloti già annunciati per la prossima stagione del Mondiale Endurance. Questi, dopo intense sessioni al simulatore, sono scesi in pista sul prototipo ancora in nero carbonio per accertarsi che tutto funzionasse a dovere. Ovviamente in Genesis non si è parlato né dei chilometri percorsi né, tantomeno, dei riferimenti cronometrici. Lo shakedown è servito semplicemente per sincerarsi del corretto funzionamento della meccanica, in particolare del sistema ibrido che vede il V8 biturbo lavorare in sinergia con il sistema elettrico Bosch.



Dopo l’installazione del motore, della componente ibrida e della trasmissione, e la
prima accensione avvenuta lo scorso mese, i tecnici francesi di Oreca hanno completato l’assemblaggio prima di affidare la GMR-001 LMDh agli ingegneri Genesis per il programma di prove. In questa prima fase di sviluppo il simulatore si è rivelato fondamentale. Il lavoro virtuale ha permesso di calibrare il modello digitale e definire un set-up di base della Hypercar. Il tutto per rendere il primo contatto in pista più mirato alla verifica dei sistemi meccanici ed elettrici che alla pura ricerca della prestazione.

Lo shakedown è stata una tappa cruciale per Genesis Magma Racing, come sottolineato dal Team Principal Cyril Abiteboul che ha rimarcato come ogni giornata porti nuovi progressi. Il trasferimento nella nuova sede e l’avvio dei test ha rappresentato il momento esatto in cui i due filoni del progetto si sono uniti. Della stessa idea il Direttore Tecnico François-Xavier Demaison, il quale ha evidenziato il valore di ogni chilometro percorso dal prototipo in questa prima fase di rodaggio.



Il ruolo di Oreca, partner tecnico per il telaio, non si è esaurito con la realizzazione del primo prototipo. L’azienda francese resterà coinvolta nel prosieguo del progetto e dello sviluppo affiancando i tecnici Genesis sia in fabbrica che in pista. A tal proposito la vettura che è scesa sul circuito del Paul Ricard è la prima delle tre che verranno realizzate nei prossimi mesi per accelerare ulteriormente la fase di sviluppo.

Dopo questa prima uscita, la GMR-001 LMDh affronterà un intenso programma di prove su diversi circuiti europei. I dati scaturiti dalle sessioni di test verranno poi elaborati nella sede di Le Castellet e affinati attraverso ulteriori sessioni al simulatore. Il tutto in vista dell’omologazione e dell’esordio ufficiale previsto nella 1812 km del Qatar, prima gara della stagione 2026 del Mondiale Endurance.

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