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10 Mag [21:27]

Spa – Gara: tripudio Ferrari
Doppietta in Hypercar e vittoria in GT

Michele Montesano

Inarrestabile Ferrari. Il Cavallino Rampante ha proseguito il suo dominio nel FIA WEC anche nella 6 Ore di Spa-Francorchamps. Sul circuito delle Ardenne la squadra di Maranello ha piazzato una perentoria doppietta consolidando il primato nella classifica generale. Seconda vittoria consecutiva per il terzetto composto da Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado, seguiti dai compagni di squadra Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen. Bottino pieno per Ferrari che ha centrato il successo anche in LMGT3 grazie all’equipaggio composto da Alessio Rovera, Simon Mann e François Heriau.

Nielsen ha sfruttato al meglio la partenza dalla pole allungando subito sugli avversari. Alle spalle del danese Calado ha immediatamente infilato la Ferrari 499P di Phil Hanson salendo in seconda posizione. Ma a sorprendere è stato l’avvio di Frederic Makowiecki che, scattato dalla sesta piazzola, ha dato vita a un recupero forsennato. Il francese, nell’arco della prima mezz’ora di gara, ha infilato anche le Ferrari di Hanson e Calado portandosi nella scia del leader Nielsen. È quindi iniziata una guerra sul filo dei secondi tra la Alpine di Makowiecki e la Ferrari del danese.



A far prendere una boccata d’ossigeno ci ha pensato, suo malgrado, Nico Pino. L’alfiere del Proton Competition, quasi allo scadere della prima ora, ha fermato la sua Porsche 963 LMDh in fondo al rettifilo del Kemmel, salvo poi ripartire per rientrare ai box. Ciò nonostante, la direzione gara ha richiamato la Full Course Yellow. La ripresa della gara è coinciso con il primo colpo di scena nel box Ferrari con Hanson costretto a rientrare ai garage per un problema allo scarico della sua 499P.

Gara che poi è stata nuovamente neutralizzata quando Yasser Shahin ha parcheggiato la sua BMW M4 GT3 nella ghiaia di La Source e, quasi contemporaneamente, Petru Umbrarescu ha fermato la Lexus sul Kemmel. In regime di Virtual Safety Car tutti i team hanno approfittato per anticipare la seconda sosta, con Ferrari che ha effettuato anche il primo cambio piloti rispedendo al comando Molina, subentrato a Nielsen. Mentre Giovinazzi, rilevato il volante della 499P da Calado, ha dovuto vedersela con le Peugeot di Paul Di Resta e Loïc Duvall.



È quindi toccato a Jules Gounon (nella foto sopra) portare a termine il lavoro svolto da Makowiecki. Velocissimo sui saliscendi di Spa, l’alfiere dell’Alpine ha preso il comando nel corso della seconda ora scalzando Molina. Gounon ha quindi provato ad allungare ma, proprio allo scoccare della terza ora, è arrivata l’ennesima neutralizzazione. Protagonisti di un acceso duello Matteo Cairoli, al volante della Mercedes AMG GT3, ha tamponato Sean Gelael che ha sbattuto violentemente contro le barriere di Les Combes. L’impatto ha danneggiato sia la McLaren 720S GT3 che le protezioni richiamando l’ingresso della vettura di sicurezza.

Ancora una volta la neutralizzazione ha visto diversi team modificare le strategie. Salvo una breve incursione da parte della Peugeot di Jean-Eric Vergne, Ferrari e Alpine sono rimaste le uniche vetture costantemente in lotta per il primato. Neppure l’ennesima FCY, dovuta al contatto tra Eduardo Barrichello e Sebastian Baud a Fagnes, ha scomposto le gerarchie con i ferraristi Fuoco e Pier Guidi pronti a darsi battaglia con l’Alpine di Mick Schumacher.



Alla ripartenza Fuoco ha ripreso le redini della gara mentre Pier Guidi, scavalcato da Schumacher, ha dato vita a un intenso duello con la BMW di Robin Frijns sorpassandolo con una manovra spettacolare a Blanchimont. Una foratura lenta ha poi costretto il tedesco dell’Alpine ad anticipare la sosta. In Ferrari hanno quindi cercato di gestire gomme e carburante in vista del finale. La strategia ha pagato e, mentre Schumacher è stato costretto ad effettuare una sosta più lunga, Pier Guidi ha fatto un rapido rabbocco, a 12 minuti dal termine, rientrando in pista davanti al compagno di squadra Nielsen. Le due Ferrari hanno quindi tagliato il traguardo per prime seguire dell’Alpine che, dopo Imola, ha centrato un altro podio.

Partiti quindicesimi, Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa sono riusciti a portare la Toyota GR010 Hybrid al quarto posto. La squadra nipponica ha compensato la mancanza di competitività della vettura con un’ottima strategia evitando uno splash and go nel finale. A seguire le due Cadillac con Alex Lynn, Norman Nato e Will Stevens che hanno avuto la meglio su Jenson Button, Earl Bamber e Sebastien Bourdais. Nonostante una foratura nelle prime fasi di gara, Mike Conway, Kamui Kobayashi e Nyck De Vries hanno tagliato il traguardo settimi precedendo la Alpine di Charles Milesi, Ferdinand Habsburg e Paul Loup Chatin.



Gara complessa in casa Porsche. Kevin Estre, Laurens Vanthoor e l’esordiente Pascal Wehrlein hanno concluso la 6 Ore di Spa al nono posto davanti la BMW di Raffaele Marciello e Kevin Magnussen costretti a scontare due drive through, dapprima per eccesso di velocità ai box e poi per non aver rispettato le procedure in regime di Virtual Safety Car. Solamente dodicesima l’altra Porsche 963 LMDh del Penske Motorsport, costretta subito a una gara in rimonta dopo essere stata centrata dalla Cadillac di Bourdais nel primo giro.

Peccato per Peugeot che ha raccolto meno del previsto (nella foto sopra). Finalmente competitive, anche grazie a un BoP più favorevole, le 9X8 LMH hanno occupato stabilmente le posizioni di vertice battagliando ad armi pari con Ferrari, Alpine e BMW. Purtroppo un contatto sul finale ha costretto Malthe Jakobsen a rientrare mestamente ai box con la sospensione posteriore sinistra piegata. Mentre l’altro equipaggio Peugeot, composto da Vergne, Di Resta e Mikkel Jensen, ha pagato una strategia finale poco incisiva terminando undicesimo. Ennesima gara vissuta nelle retrovie per le Aston Martin Valkyrie.



Intensa e ricca di sorpassi la gara di classe LMGT3. A spuntarla è stata la Ferrari 296 GT3 magistralmente gestita da AF Corse. Rovera, Mann ed Heriau (Nella foto sopra) si sono resi protagonisti di una rimonta culminata con la prima vittoria della stagione. Dapprima Lexus, poi Aston Martin, senza dimenticare BMW e Porsche, sono state davvero numerose le vetture ad alternarsi al comando della 6 Ore di Spa. Ma, grazie a una guida costante e priva di sbavature, Heriau e Mann hanno consegnato la Ferrari a Rovera che ha finalizzato il tutto dapprima con una rimonta perfetta e poi gestendo il vantaggio tanto da tagliare il traguardo con un margine di 14 secondi.

Secondo posto di classe per la Ford Mustang GT3 di Giammarco Levorato, Stefano Gattuso e Dennis Olsen. Il terzetto del Proton Competition (nella foto sotto) ha confermato quanto di buono fatto vedere nelle qualifiche siglando il primo podio del campionato. Dopo aver condotto la gara nel corso delle ultime due ore, Francesco Castellacci, Thomas Flohr e Davide Rigon, per un secondo e otto decimi, si sono dovuti accontentare del terzo gradino del podio. L’equipaggio AF Corse ha preceduto la Ford Mustang GT3 di Ben Barker, Ben Tuck e Bernardo Sousa.



Gli alfieri dell’Aston Martin Vantage GT3 dell’Heart of Racing Mattia Drudi, Ian James e Zach Robichon hanno completato la top-5 avendo la meglio sulla vettura gemella del Racing Spirit of Leman di Barrichello, Derek Deboer e Valentin Hasse Clot. Settimi i vincitori di Imola Riccardo Pera, Richard Lietz e Ryan Hardwick con la Porsche 911 GT3 del Manthey. Dopo un avvio scoppiettante, il terzetto della Lexus RC F GT3 composto dal poleman Finn Gehrsitz, Arnold Robin e Yuichi Nakayama ha concluso ottavo davanti la BMW M4 GT3 di Valentino Rossi, Kelvin van der Linde e Ahmad Al Harty. A completare la top-10 la Porsche delle Iron Dames Celia Martin, Rahel Frey e Michelle Gatting.

Sabato 10 maggio 2025, gara

1 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 150 giri
2 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 4"229
3 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 5"148
4 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 32"760
5 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 35"966
6 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 45"357
7 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 46"022
8 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 52"011
9 - Estre-L. Vanthoor-Wehrlein (Porsche 963) - Penske - 1'01"871
10 - Marciello-Magnussen (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'17"326
11 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'27"554
12 - Andlauer-Christensen-Müller (Porsche 963) - Penske - 1'48"436
13 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1 giro
14 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 13 giri
15 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 13 giri
16 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 13 giri
17 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 13 giri
18 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 13 giri
19 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 14 giri
20 - DeBoer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 14 giri
21 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 14 giri
22 - Robin-Gehrsitz-Nakayama (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 14 giri
23 - Rossi-Al Harthy-K. Van Der Linde (BMW M4) - WRT - 14 giri
24 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 14 giri
25 - Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 14 giri
26 - Cairoli-S.Grove-B.Grove (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 14 giri
27 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 14 giri
28 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 14 giri
29 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 17 giri
30 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 39 giri

Giro più veloce: Antonio Fuoco 1'59"617

Ritirati
Rast-Frijns (BMW M Hybrid V8) - WRT
Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot
Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports
Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP
Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT
Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton

9 Mag [16:43]

Spa – Qualifica
Fuoco comanda la tripletta Ferrari

Michele Montesano

La Ferrari si conferma la squadra da battere nel FIA WEC. Dopo aver dominato la 1812 km del Qatar, primo atto stagionale del Mondiale Endurance, e vinto la 6 Ore di Imola, le 499P hanno monopolizzato le prime tre caselle nella qualifica della 6 Ore di Spa. Ma se nei primi due appuntamenti del campionato era stato Antonio Giovinazzi il più veloce nel giro secco, sul circuito delle Ardenne a stampare la pole position è stato Antonio Fuoco.

Dopo aver chiuso le ultime prove libere al vertice della graduatoria, il calabrese si è ripetuto già nel corso del primo segmento della qualifica stampando un crono di 2’00”108, di oltre tre decimi più veloce della Peugeot 9X8 di Jean-Eric Vergne. Fuoco, nel corso della Hyperpole, ha ulteriormente aumentato il ritmo fermando le lancette in 1’59”617. Per il pilota di Cariati, quella di Spa-Francorchamps è stata la pole del riscatto dopo l’
errore commesso in qualifica a Imola.

Oltre a Fuoco, l’unico a scendere sotto il muro dei due minuti è stato Robert Kubica. Tuttavia il polacco della Ferrari griffata AF Corse si è dovuto accontentare del secondo crono a tre decimi e mezzo dal poleman. A completare la tripletta del Cavallino Rampante ci ha pensato Giovinazzi che, però, nel suo ultimo tentativo ha commesso un errore facendo una leggera escursione nella ghiaia di Les Combes. Il pugliese ha ugualmente ripagato la fiducia nel box Ferrari dopo l’uscita di pista, avvenuta al Raidillon nelle FP2 di ieri, in cui ha danneggiato la 499P.



In evidenza le Peugeot con Stoffel Vandoorne (nella foto sopra) autore del quarto crono, seppur a sei decimi da Fuoco. Terza fila per Alex Lynn, al volante della Cadillac V-Series.R LMDh, e l’Alpine di un sempre consistente Mick Schumacher. A seguire Vergne che, però, non è riscuoto a replicare quanto di buono fatto vedere nella prima qualifica. Mentre a chiudere la top-10 sono stati Robin Frijns, sulla BMW M Hybrid V8 LMDh, ed Earl Bamber sulla seconda Cadillac.

Primo ad essere escluso dalla Hyperpole, Raffaele Marciello scatterà dall’undicesima piazzola precedendo le due Porsche del Penske Motorsport. Ancora una volta le 963 LMDh sono parse nettamente più lente pagando un secondo e quattro decimi dalla vetta. Dodicesimo, Kevin Estre ha commesso anche un’uscita di pista a Fagnes danneggiando la carrozzeria della Porsche. A seguire il compagno di squadra Julien Andlauer e la 963 LMDh del Proton Competition guidata da Nico Varrone. Sottotono anche le Toyota che hanno monopolizzato l’ottava fila con Brendon Hartley e Kamui Kobayashi. Ancora una volta, fanalino di coda di classe Hypercar sono state le Aston Martin Valkyrie LMH.



Dopo averla sfiorata a Imola, il team Akkodis ASP è riuscito a regalare la prima pole nel WEC alla Lexus RC F GT3 (nella foto sopra). L’impresa porta la firma di Finn Gehrsitz, autore di un crono di 2’17”732, e del compagno di squadra Arnold Robin che nel primo segmento di qualifica riservato alle LMGT3 ha siglato il quinto tempo. Subito alle spalle troviamo la Aston Martin Vantage GT3, con Eduardo Barrichello protagonista di un ultimo giro quasi perfetto. Seconda fila tutta griffata Ford con le Mustang GT3 di Ben Tuck e Giammarco Levorato.

Scatterà dalla quinta piazzola la Ferrari 296 GT3 di Francesco Castellacci che, per una manciata di centesimi, è riuscito a mettersi dietro l’Aston Martin di Zach Robichon. A seguire la Ferrari di Simon Mann, che non è riuscito ad essere incisivo quanto il suo compagno di squadra François Heriau autore del riferimento nel primo segmento. Costretto a girare con 18 kg di zavorra, per aver vinto la 6 Ore di Imola, Riccardo Pera ha chiuso ottavo precedendo Valentino Rossi, autore di un errore nel suo giro veloce, e Clemens Schmidt che non è riuscito a percorrere nessuna tornata con la Lexus.

Fuori dalla top-10 troviamo la Corvette Z06 di Tom Van Rompuy seguito dalla BMW di Yasser Shahin. Non è andata bene neppure alla Iron Dames Celia Martin, che prenderà il via della 6 Ore di Spa dalla tredicesima piazzola con la sua Porsche 911 GT3. Qualifica complessa sia per le McLaren, con le 720S GT3 quattordicesima e sedicesima, che per le Mercedes AMG GT3 con il neo arrivato nel box Iron Lynx Stephen Grove fanalino di coda.

Venerdì 9 maggio 2025, qualifica

1 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'59"617
2 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'59"964
3 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 2'00"201
4 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2'00"218
5 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 2'00"246
6 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 2'00"368
7 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 2'00"440
8 - Rast-Frijns (BMW M Hybrid V8) - WRT - 2'00"456
9 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 2'00"763
10 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 2'00"887
11 - Marciello-Magnussen (BMW M Hybrid V8) - WRT - 2'01"410
12 - Estre-L. Vanthoor-Wehrlein (Porsche 963) - Penske - 2'01"512
13 - Andlauer-Christensen-Müller (Porsche 963) - Penske - 2'01"588
14 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 2'01"837
15 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 2'01"908
16 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 2'01"911
17 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 2'02"282
18 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 2'02"403
19 - Robin-Gehrsitz-Nakayama (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 2'17"732
20 - DeBoer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 2'18"008
21 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 2'18"016
22 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 2'18"229
23 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 2'18"288
24 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 2'18"314
25 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 2'18"456
26 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 2'18"917
27 - Rossi-Al Harthy-K. Van Der Linde (BMW M4) - WRT - 2'19"753
28 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - Senza tempo
29 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 2'20"215
30 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 2'20"252
31 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 2'20"320
32 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 2'20"482
33 - Berry-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 2'20"539
34 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 2'20"857
35 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 2'21"184
36 - Cairoli-S.Grove-B.Grove (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 2'25"211

8 Mag [11:33]

Rivisto il BoP per Spa
Ferrari e Toyota le più penalizzate

Michele Montesano - XPB Images

Il FIA WEC torna in azione questo fine settimana sul circuito di Spa-Francorchamps. Come da tradizione, la gara delle Ardenne funge da prova generale in vista della 24 Ore di Le Mans. Sarà quindi interessante vedere se i team giocheranno a carte scoperte o preferiranno nascondere i reali valori in campo cercando, così, di ricevere un BoP (Balance of Performance) più vantaggioso per la maratona del Circuit de la Sarthe. A tal proposito, come di consueto, FIA ed ACO hanno modificato i parametri di perso e potenza di Hypercar e LMGT3 in vista della 6 Ore di Spa.

Partiamo dunque dalla vettura che ha dominato le prime due gare della stagione, vale a dire la Ferrari 499P. Le LMH del Cavallino Rampante perderanno ben 19 kW per una potenza complessiva di 489 kW potendo, però, disporre di un incremento del 3,7% superati i 250 km/h. Le 499P verranno inoltre appesantite di 12 kg per un totale di 1057 kg e potranno utilizzare 897 MJ per stint. Ugualmente anche le Toyota vedranno una diminuzione di potenza (- 20 kW) per un totale di 480 kW, a fronte di un incremento del 8,3% dopo i 250 km/h. Leggermente ridotta l’energia per stint, ora a 905 MJ, mentre alla bilancia le GR010 Hybrid peseranno 1069 kg (4 kg in più).



Invariato il peso delle Peugeot 9X8 che resterà a 1030 kg, così come la potenza massima di 520 kW. Inoltre il power gain, superati i 250 km/h, verrà ridotto del 3,7%. Ugualmente, sul fronte energia per stint, le LMH francesi riceveranno un lieve calo scendendo a 902 MJ. La Aston Martin Valkyrie, unica Hypercar priva di sistema ibrido, verrà alleggerita di ben 16 kg per un totale di 1035 kg. Sia la potenza massima che l’energia per stint verranno incrementate, rispettivamente a 520 kW e 908 MJ, mentre il guadagno di potenza subirà una riduzione del 2,7% superati i 250 km/h.

Passando alle LMDh le Porsche 963, apparse in affanno nelle prime due gare della stagione, saranno sicuramente più competitive. A fronte di un aumento di 2 kg, per un peso complessivo di 1055 kg, e di una potenza leggermente ridotta a 494 kW, le Hypercar tedesche potranno disporre di un guadagno di potenza del 3,4% e un’energia per stint di 905 MJ. Reduce dal secondo posto nella 6 Ore di Imola, BMW vedrà le sue M Hybrid V8 LMDh leggermente più penalizzate. A parità di 907 MJ per stint, le vetture bavaresi vedranno un incremento di peso, ora a 1049 kg, è una riduzione di potenza di 10 kW per un totale di 503 kW. Tuttavia il power gained sarà incrementato raggiungendo l’1,2% superati i 250 km/h.



Tra le LMDh più penalizzate troviamo sicuramente le Alpine. Le A424 si vedranno aggiungere un chilo in più arrivando, così, a un peso totale di 1043 kg. Inoltre anche l’energia per stint sarà ridotta a 902 MJ, così come il guadagno di potenza che sarà -4,4% oltre i 250 km/h. Ciò verrà compensato, anche se in minima parte, da una potenza portata a 520 kW (1 kW in più rispetto Imola). Ugualmente anche le Cadillac dovranno fare i conti sia con un aumento di peso, 1042 kg totali, che su una riduzione di potenza 501 kW. Le V-Series.R LMDh avranno, però, un power gain più favorevole, 3,8%, a fronte di un’energia per stint di 906 MJ.



Per quanto riguarda le LMGT3 le più pensati restano le Corvette Z06 R che, seppur alleggerite di 2 kg, sconteranno alla bilancia di Spa ben 1370 Kg. Ad aumentare è sicuramente il peso delle BMW M4 GT3 Evo che sarà di 1346 kg, ben 11 kg in più. Anche le McLaren 720S GT3 Evo subiranno un incremento toccando quota 1365 kg. Seppur le più leggere del lotto, le Ford Mustang GT3 saranno più pensati segnando una massa totale di 1332 kg.

Leggermente ritoccato il peso delle Mercedes AMG GT3 che segneranno alla bilancia 1353 kg, ovvero solamente 1 kg in più rispetto a Imola. Invariato il peso delle Lexus RC F GT3, pari a 1353 kg. Mentre le Aston Martin Vantage sono state alleggerite addirittura di 10 kg, per un totale di 1345 kg. Ugualmente le Ferrari 296 GT3 si sono viste decurtare 7 kg scendendo a 1342 kg. Ulteriormente alleggerite le Porsche 911 GT3 che peseranno alla bilancia 1335 kg.


30 Apr [12:02]

Regolamento Hypercar esteso al 2032?
Jansonnie (Peugeot): “Ok prolungare,
ma va gestito il passaggio tecnologico”

Michele Montesano

Il FIA WEC sta vivendo sicuramente un periodo florido. Ad oggi è senza dubbio la categoria di caratura mondiale con il più alto numero di costruttori coinvolti, inoltre sono già previsti altri tre marchi che entreranno nei prossimi due anni. Con tali presupposti, diventa sempre più difficile cambiare qualcosa che funziona bene. A tal proposito nel paddock di Imola, teatro del secondo appuntamento stagionale del Mondiale Endurance, circolava la voce di una possibile estensione dell’attuale regolamento Hypercar fino a la 2032.

Inizialmente della durata quinquennale, l’omologazione delle LMH è stata prolungata per andare di pari passo con le LMDh portandola fino al 2027. Infine lo scorso anno, alla vigilia della 24 Ore di Le Mans, si era deciso di allungare ulteriormente il periodo di vita delle Hypercar arrivando fino al 2029. Attualmente con l’arrivo di Genesis, il brand sportivo di Hyundai, il prossimo anno e addirittura Ford e McLaren nel 2027 pare quasi logico portare ancora più in avanti l’attuale regolamento.



Con gli investimenti di nuove Case si è quindi, giustamente, pensato di allungare ulteriormente il ciclo vitale delle Hypercar. Le voci circolate a Imola indicano il 2032 come nuova data di fine omologazione. Tale proposta verrà quindi portata dall’ACO nel prossimo Consiglio Mondiale FIA, che si terrà il 10 giugno 2025 alla vigilia della 24 Ore di Le Mans. Quasi sicuramente, tale estensione verrà approvata anche per dare maggior respiro alla categoria.

Oltre a tutelare i nuovi costruttori in arrivo, questa scelta servirà anche per studiare il futuro della categoria. Infatti si parla sempre più insistentemente dell’arrivo dell’idrogeno nell’Endurance ma, a parte i prototipi di Toyota, Ligier e del programma H24 voluto direttamente da ACO, ad oggi di tangibile non c’è ancora nulla. Anche per questo motivo l’ulteriore tempo a disposizione servirà ai diretti interessati per sedersi a un tavolo e capire quale strada intraprendere.



In occasione della scorsa 6 Ore di Imola, abbiamo avuto l’occasione di parlare con Oliver Jansonnie, Direttore Tecnico di Peugeot Sport, che ha offerto una visione più ampia in merito al futuro del FIA WEC soffermandosi anche sulla questione dei test.

Si dice che Peugeot stia per costruire una nuova LMH, anche in vista di una possibile ulteriore estensione dell’omologazione delle attuali Hypercar, puoi dirci qualcosa in merito?

“Il regolamento tecnico attuale è valido fino al 2029, il resto sono solo voci e ad oggi non c’è nulla di certo. Non è stato comunicato nulla di ufficiale e i nostri piani futuri dipendono anche da questo. Attualmente siamo molto concentrati su questa stagione”.

Qual è la sua opinione generale su un’ipotetica estensione dell’omologazione? Sarebbe un bene per il campionato?

“Ci sono due facce della medaglia. Da una parte, prima o poi bisognerà passare a una nuova tecnologia. La nostra sensazione è che, in generale, come categoria non siamo ancora pronti, quindi avrebbe senso estendere l’omologazione. Il secondo punto è che ci sono nuovi costruttori in arrivo nei prossimi anni. Non ha molto senso arrivare con una macchina nuova nel 2027 se il regolamento finisce nel 2029. La domanda si sposta su come gestire il passaggio tra le attuali vetture e la prossima generazione che, attualmente, non è ancora molto chiaro”.



Un altro argomento, molto importante, riguarda i test che si possono effettuare…

“Nell’arco della stagione abbiamo pochissime sessioni per testare la vettura e a volte non sono sufficienti. Avendo un numero molto limitato di giorni, è dura perderne anche solo uno com’è capitato a Imola per via della pioggia (ricordiamo che Peugeot, assieme ad altri team, ha effettuato sul circuito in riva al Santerno i test pre-gara NdR). Alcuni costruttori erano presenti per due giorni, noi solo per uno e siamo stati fortunati, abbiamo fatto solo 20 giri realmente utili”.

Secondo lei serve una maggior apertura su tale argomento?

“È sicuramente un aspetto da modificare perché tutti noi costruttori affermiamo che serve più tempo per testare delle vetture così complesse. Ma, allo stesso tempo, cerchiamo di ridurre i costi, e i test sono una voce di spesa. Insomma c’è sempre un compromesso da trovare”.

Ci sono, però, costruttori che corrono in due campionati…

“Ci sono chiaramente grandi differenze tra chi gira con due auto nel WEC e chi corre in due campionati con più vetture. Quindi o ci atteniamo alle attuali regole o entriamo in IMSA per avere più giorni di test. Ma, sempre a livello di budget, entrare nel campionato americano per avere solamente qualche sessione in più non ha molto senso”.

25 Apr [15:18]

Wehrlein e Müller al via della
6 Ore di Spa sulle Porsche 963 LMDh

Michele Montesano

Dalla Formula E al FIA WEC, il passaggio è più semplice di quel che si creda. Sono diversi i piloti impegnati contemporaneamente sia nel campionato riservato alle monoposto elettriche che nel Mondiale Endurance. In occasione della 6 Ore di Spa-Francorchamps, terzo atto stagionale del WEC, vedremo sia il campione in carica di Formula E Pascal Wehrlein che Nico Müller, alfiere del team Andretti nella serie elettrica, impegnati al volante delle Porsche 963 LMDh gestite dal Penske Motorsport.

Dopo aver preso parte alla 24 Ore di Daytona, primo appuntamento stagionale dell’IMSA SportsCar Championship, con la Porsche del JDC-Miller MotorSports, Wehrlein è già stato annunciato come pilota dell’equipaggio della terza Porsche Penske che affronterà la prossima
24 Ore di Le Mans. Il campione in carica di Formula E in Francia andrà ad affiancare Felipe Nasr e Nick Tandy.

Per prepararsi al meglio, in vista della maratona del Circuit de la Sarthe, Wehrlein affronterà la 6 Ore di Spa con i campioni del mondo in carica Kevin Estre e Laurens Vanthoor dividendo, così, la Porsche 963 LMDh numero 6. L’obiettivo dell’ufficiale Porsche in Formula E sarà quello di prendere confidenza sia con la vettura che, soprattutto, con la squadra in ottica della gara di Le Mans.

Anche sulla Porsche numero 5 vedremo una formazione rivista. Infatti ad affiancare i regolari Michael Christensen e Julian Andlauer ci sarà Müller, presenza fissa nel team Andretti in Formula E. Per lo svizzero si tratta di un ritorno nel WEC poiché, fino allo scorso anno, ha fatto parte della squadra Peugeot. Müller, che ha guidato per la prima volta in gara la Porsche 963 LMDh del JDC-Miller MotorSports nella 12 Ore di Sebring, rivestirà inoltre il ruolo di pilota di riserva in occasione della 24 Ore di Le Mans.

23 Apr [9:24]

Ferrari vince in pista e di strategia
Salvi: “Abbiamo imparato dagli errori”

Michele Montesano

La 6 Ore di Imola, seconda tappa stagionale del FIA WEC, ha riportato alla memoria un’epoca d’oro per Ferrari. Dopo oltre cinquant’anni di attesa, il Cavallino Rampante ha scritto una nuova pagina nella storia del Mondiale Endurance conquistando una vittoria davanti al suo pubblico che mancava dalla 1000 km di Monza del 1973, con la storica 312 PB condotta da Jacky Ickx e Brian Redman. Oltre al riscatto per la vittoria sfumata lo scorso anno, il trionfo di domenica è anche una conferma della competitività della 499P LMH.

Dopo i due trionfi consecutivi alla 24 Ore di Le Mans, nel 2023 e 2024, il successo ad Austin dello scorso anno e la tripletta nella 1812 km del Qatar, primo atto stagionale del WEC 2025, Ferrari si è confermata anche sul circuito di casa a Imola. Tracciati diametralmente opposti tra di loro che dimostrano, ancora una volta, l’efficacia e la duttilità dell’Hypercar del Cavallino Rampante, oltre alla bravura della squadra di Maranello.

Il fine settimana di Imola ha visto, infatti, le 499P sempre in vetta alla classifica di ciascuna sessione. Dapprima nelle prove libere e poi nella qualifica, la Ferrari è risultata costantemente la più veloce sul circuito in riva al Santerno. Messo alla prova da una gara ricca di insidie, neutralizzazioni, strategie e dal clima incerto, il muretto box ha saputo reagire sempre nel migliore dei modi.



A firmare la vittoria è stato l’equipaggio composto da Alessandro Pier Guidi, James Calado e Antonio Giovinazzi. Con quest’ultimo che ha aperto la marcia con una spettacolare Hyperpole staccando di oltre sette decimi il primo degli avversari. È quindi toccato a Calado scattare dalla prima piazzola e dettare l’andatura della prima frazione di gara. Preso il testimone, Giovinazzi ha gestito al meglio lo stint centrale prima di cedere il volante a Pier Guidi.

Proprio il pilota di Tortona si è trovato a interpretare la fase più complicata della gara quando, oltre all’ultima neutralizzazione, alcune gocce sono iniziate a comparire sul parabrezza della 499P LMH. Inoltre, complice una strategia differente da parte degli avversari, la Ferrari numero 51 si è ritrovata costretta a dover recuperare anche il terreno perso.

Al termine della gara, Pier Guidi ha raccontato quegli attimi: “Non è stato affatto facile, nel mio stint ho dovuto cercare di gestire l'energia, poi ho iniziato a vedere alcune gocce di pioggia e mi è venuto in mente quel che è accaduto lo scorso anno. C'era sicuramente pressione, ma bisognava rimanere concentrati per non ripetere gli stessi sbagli. Anche il traffico non è stato semplice, ma la squadra ha fatto un ottimo lavoro, specialmente nella scelta delle gomme. Sapevamo che la mescola morbida non era perfetta su pista asciutta e soleggiata, ma c'era il rischio pioggia e quindi era la opzione più sicura e anche un po' più aggressiva. La macchina forse non era così buona in termini di guida, ma come tempi sul giro eravamo sul ritmo delle medie”.



Il piemontese ha quindi proseguito: “Eravamo un po' preoccupati per il degrado degli pneumatici ma, anche potendo cambiarli solo su un lato, siamo riusciti a finire la gara. Nei primi giri, dopo la ripartenza, ho dovuto scaldare le gomme lentamente per cercare di non rovinarle e arrivare alla fine della gara. Quando la BMW è passata davanti, mi hanno detto che era a corto di carburante, sapevo che nell’ultima sosta si sarebbero fermati una decina di secondi in più rispetto a noi. Mi fido dell’operato degli ingegneri, quindi dovevo solo concentrarmi sul fare bene il mio lavoro e tenere il passo. Ho continuato a spingere e siamo riusciti a vincere, non si poteva scegliere circuito migliore per riuscirci”.

A tal proposito nel post gara l’ingegnere Giuliano Salvi, Race and Test Operation Manager, ha spiegato com’è stata gestita la corsa dal lato dei box: “Innanzitutto abbiamo imparato dagli errori commessi in passato. Inoltre il lavoro invernale ha pagato così come le simulazioni effettuate prima del weekend di gara. Abbiamo capito come sfruttare le gomme e il loro degrado, quello che era un punto debole ora è un nostro punto di forza. Sicuramente siamo riusciti a raggiungere tale obiettivo anche grazie all’uso dell’Evo Joker speso lo scorso anno”.

In Ferrari si sono ritrovati a dover lavorare su due fronti. Da un lato sulla vettura numero 51 che partiva dalla pole e doveva gestire la gara e, dall’altro, l’auto numero 50 costretta a una rimonta per salire dal fondo della griglia delle Hypercar. Viste le temperature, fino al terzo pit-stop tutte e tre le Ferrari, inclusa la numero 83 di AF Corse, hanno montato gli pneumatici Michelin Medium. Poi le 499P numero 51 e 83 (che scattava dalla seconda posizione) hanno sostituito tutte e quattro le gomme, mentre la numero 51 solamente le due di destra.



Tale strategia per la 51 si è resa obbligatoria per cercare di risparmiare tempo ai box e provare al fine di recuperare ulteriore tempo e terreno. Tuttavia il ritmo non all’altezza delle aspettative, ha costretto il muretto box Ferrari a richiamare la vettura per mettere le gomme fresche anche sul lato sinistro.

“La pista di Imola è stretta ed è difficile superare – ha spiegato Salvi – per cui diventava importante mantenere la posizione. Il degrado contenuto ci ha aiutato, ma era fondamentale accorciare il più possibile il tempo delle soste per evitare di perdere posizioni. Proprio per questo motivo siamo andati al limite con l’equipaggio della numero 50, cambiando solo due gomme alla volta e tenendo presente che sarebbe potuto venire a piovere nella seconda parte di gara. Addirittura abbiamo provato anche uno stint quadruplo, ma ci siamo accorti che non stava funzionando e abbiamo richiamato ai box la vettura”.



Proprio le gomme sono risultate la variabile nell’ultima parte di gara: “Le previsioni meteo dicevano che sarebbe potuto piovere nella seconda parte della corsa, quindi abbiamo dovuto effettuare delle strategie più caute per proteggerci – ha ammesso Salvi – di conseguenza abbiamo montato le Michelin Soft sulla vettura numero 83. Purtroppo la lotta serrata contro gli avversari ha portato al surriscaldamento e al conseguente degrado. Discorso diverso per la numero 51 che, avendo pista libera, è andata decisamente meglio».

Soddisfazione anche da parte di Ferdinando Cannizzo, Head of Ferrari Endurance Race Cars: “Questo risultato ripaga tutti gli sforzi fatti ed è una testimonianza della determinazione di tutta la squadra. La prova dell’equipaggio della vettura numero 51 è stata perfetta, nonostante la gara si sia mostrata complessa e la concorrenza agguerrita. Ora guardiamo avanti consapevoli che ci aspettano altre gare difficili ma, con questo spirito, sono convinto che potremo toglierci altre soddisfazioni”.

20 Apr [20:18]

Imola – Gara
Ferrari trionfa in casa, Rossi a podio

Da Imola - Michele Montesano

Ancora Ferrari. Il Cavallino Rampante ha conquistato il secondo successo consecutivo nel FIA WEC. Dopo il trionfo della 1812 km del Qatar, ad opera di Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen, a vincere la 6 Ore di Imola è stato il terzetto composto da Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado. Una gara del riscatto, dopo che lo scorso anno la pioggia aveva negato la gioia del successo agli uomini di Maranello davanti ai suoi tifosi.

Una corsa, quella di Imola, vissuta con il cuore in gola fino alle ultime battute. Tra neutralizzazioni, cambi al vertice e la situazione meteo incerta, la vittoria della Ferrari è stata tutt'altro che scontata. Il finale in crescendo ha, inoltre, acceso gli animi del numeroso pubblico che ha gremito le tribune del circuito intitolato a Enzo e Dino Ferrari.

Assoluta protagonista della prima frazione di gara, la Ferrari ha dettato il ritmo con Calado, scattato dalla prima piazzola grazie alla pole di Giovinazzi, seguito dalla 499P griffata AF Corse di Philip Hanson. Mentre dall'ultima fila della classe Hypercar, dopo la cancellazione del tempo durante le qualifiche di ieri, Nielsen ha iniziato una rimonta furiosa inanellando una sequenza di sorpassi impressionante.



Con la minaccia di una possibile pioggia a incombere sul circuito in riva al Santerno, ad animare la gara è stata Celia Martin. La Iron Dames ha speronato la Corvette di Ben Keating richiamando la prima Full Course della giornata. La ripartenza non ha cambiato gli equilibri con le Ferrari che hanno dettato l'andatura anche a seguito del violento incidente che ha visto protagonista Yasser Shahin spedire a muro l'Aston Martin di Ian James alla Rivazza.

È toccato poi a Giovinazzi prendere le redini del comando da Calado. Il pugliese ha consolidato il primato seguito da Yifei Ye, subentrato ad Hanson, proseguendo la marcia Ferrari. Solo Matt Campbell, complice una strategia differente, ha messo la Porsche davanti a tutti. Ma Giovinazzi ha prontamente ristabilito le gerarchie infilando la 963 LMDh appena prima del secondo colpo di scena: quando Valentino Rossi è arrivato ai ferri corti con Simon Mann per il primato di classe LMGT3. Il 'Dottore' ha sperato la Ferrari che abbia concluso la sua corsa contro le barriere della Rivazza.

Immancabile l'ingresso della safety car che ha ricompattato il gruppo. La gara è ripartita con meno di due ore alla bandiera a scacchi. Inoltre, approfittando della neutralizzazione, diversi team hanno cambiato le strategie rimescolando la classifica. Così a prendere il comando della situazione è stato Sebastien Buemi. L'alfiere della Toyota si è visto insidiare il primato dalla Ferrari di Fuoco. I due hanno dato vita a un intenso duello fin quando si sono toccati finendo nelle vie di fuga del Tamburello. Ad avere la peggio è stato Fuoco che ha forato la posteriore sinistra scivolando al quindicesimo posto.



Ad emergere, al termine dell'ultima tornata di soste ai box, è stato Pier Guidi che ha così ripreso il comando della gara a meno di quindici minuti dal traguardo. Il pilota della Ferrari, in equipaggio con Giovinazzi e Calado, ha riassaporato il gusto del successo dopo il trionfo alla 24 Ore di Le Mans del centenario nel 2023. Non solo, il terzetto della 499P numero 51 è salita al comando della graduatoria generale del Mondiale Endurance.

Secondo gradino del podio per Sheldon van der Linde, René Rast e Robin Frijns. Nonostante una sosta supplementare, per aver danneggiato l'alettone posteriore nel duello con la Toyota nella prima metà di gara, l'equipaggio della BMW ha preceduto l'Alpine di Mick Schumacher, Jules Gounon e Frederic Makowiecki. La LMDh francese è apparsa decisamente competitiva sui saliscendi di Imola avendo la meglio sulla Ferrari 499P di AF Corse, quarta al traguardo grazie a un consistente Robert Kubica. La squadra di Piacenza si è rifatta firmando la vittoria tra i team privati.

Protagonista del rude duello con la Ferrari di Fuoco, Buemi ha concluso la gara quinta. A seguire il francese della Toyota è stata la BMW M Hybrid V8 del terzetto composto da Raffaele Marciello, Kevin Magnussen e Dries Vanthoor. A sorridere anche Peugeot che ha piazzato entrambe le sue 9X8 LMH in top-10, mentre Porsche ha da recriminare una 963 LMDh poco efficace sia in qualifica che sul passo gara. Fanalino di coda di classe Hypercar, le Aston Martin Valkyrie chiuso hanno con quattro giri di distacco dal vertice.



A far saltare il banco in LMGT3 è stata la Porsche del Manthey. Riccardo Pera, Ryan Hardwick e Richard Lietz sono stati i più costanti e, soprattutto, i meno fallosi. Supportati da una strategia perfetta, l'equipaggio della 911 RSR GT3 ha infranto i sogni della BMW numero 46 del Team WRT. Proprio la vettura bavarese ha fatto il bello e il cattivo tempo a Imola. Ahmad Al Harty si è reso protagonista di uno stint perfetto prima di cedere il volante a Rossi. Il 'Dottore' ha poi speronato la Ferrari di Mann venendo sanzionato con uno stop and go. È quindi toccato a Kelvin van der Linde tentare una disperata rimonta.

Il sudafricano è arrivato negli scarichi della Porsche di Lietz a pochi minuti dal termine. Van der Linde ha provato a sferrare l'attacco, ma Lietz si è rivelato un osso duro tagliando il traguardo con un margine di appena tre decimi sulla BMW M4 GT3. A seguire le due Lexus RC F del team Akkodis ASP con Esteban Masson, Finn Gehrsitz e Arnold Robin bravi a salire sul terzo gradino del podio davanti ai compagni di squadra José Maria Lopez, Clemens Schmidt e Petru Umbrarescu.

Top-5 per la Ferrari di Davide Rigon, Francesco Castellacci e Thomas Flohr. A vincere il duello nel box TF Sport sono stati Charlie Eastwood, Rui Andrade e Tom Van Rumpuy che hanno preceduto i compagni di squadra Ben Keating, Jonny Edgar e Daniel Juncadella. Nonostante le disavventure iniziali, le Iron Dames hanno articolato l'ottavo posto davanti alla McLaren di Darren Leung, Sean Gelael e Marino Sato. A completare la top-10 di classe la Ford Mustang di Bernardo Sousa, Ben Tuck e Ben Barker.

Domenica 20 aprile 2025, gara

1 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 212 giri
2 - Rast-Frijns-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 8"490
3 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 12"450
4 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 20"597
5 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 23"210
6 - Marciello-Magnussen-D. Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 25"516
7 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 31"478
8 - Estre-L. Vanthoor-Campbell (Porsche 963) - Penske - 41"280
9 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 50"904
10 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 53"300
11 - Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 1'14"220
12 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'15"285
13 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'16"135
14 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'17"150
15 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1 giro
16 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 2 giri
17 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 4 giri
18 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 4 giri
19 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 19 giri
20 - Rossi-Al Harthy-K. Van Der Linde (BMW M4) - WRT - 19 giri
21 - Robin-Gehrsitz-Masson (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 19 giri
22 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 19 giri
23 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 20 giri
24 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 20 giri
25 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 20 giri
26 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 20 giri
27 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 20 giri
28 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 20 giri
29 - DeBoer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - RSLeman - 20 giri
30 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 21 giri
31 - Ried-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 21 giri
32 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 21 giri
33 - Schiavoni-Cressoni-Cairoli (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 21 giri
34 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 21 giri

Giro più veloce: Antonio Fuoco 1'32"504

Ritirati
Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse
Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR

19 Apr [16:22]

Imola – Qualifica
Giovinazzi nella prima fila Ferrari
Rossi alla sua prima pole in LMGT3

Da Imola - Michele Montesano

Il tricolore ha sventolato nella qualifica della 6 Ore di Imola. Se Ferrari ha tinto di rosso l’intera prima fila del secondo appuntamento stagionale del FIA WEC, Valentino Rossi ha pensato ad infiammare gli animi in LMGT3. Sessioni tirate e duelli sul filo dei millesimi hanno infiammato il pubblico accorso numerose sugli spalti dell’Autodromo intitolato a Enzo e Dino Ferrari.

Dopo aver centrato la Hyperpole in Qatar, Antonio Giovinazzi si è ripetuto anche sui saliscendi di Imola. Velocissimo già nella Q1, il pugliese della Ferrari ha firmato il miglior crono in 1’28”920 in Hyperpole. Unico pilota ad abbattere il muro del 1’29”, Giovinazzi ha staccato di oltre sette decimi la vettura gemella di Robert Kubica. Il polacco ha ripagato al meglio il lavoro svolto dagli uomini di AF Corse, costretti a sostituire il propulsore della 499P a seguito di un problema riscontrato nelle prove libere della mattinata.

In una giornata che poteva essere trionfale per Ferrari, a mancare all’appello è stato Antonio Fuoco. Il calabrese non è riuscito ad accedere nella Hyperpole dopo che si è visto togliere il miglior crono per aver oltrepassato i track limits nella variante Gresini. Un peccato per il pilota Ferrari, che partirà in fondo allo schieramento delle Hypercar.



Pur pagando un distacco di quasi un secondo dalla vetta, Dries Vanthoor è riuscito a portare in terza posizione la BMW M Hybrid V8. Il portacolori del Team WRT scatterà davanti le Toyota di Ryo Hirakawa e Nyck De Vries, divisi da appena un millesimo. Sesto crono per un sempre più consistere Mick Schumacher, su Alpine A424 LMDh, bravo a mettersi alle spalle la Peugeot 9X8 di Jean-Eric Vergne e il suo compagno di squadra Charles Milesi.

A chiudere la top-10 sono stati Alex Lynn, protagonista di un brutto fuoripista nel corso delle ultime prove libere, e Kevin Estre al volante di una Porsche 963 LMDh tutt’altro che competitiva. A tal proposito è andata anche peggio alla vettura gemella di Julien Andlauer, dodicesima alle spalle della Peugeot di Stoffel Vandoorne. Sottotono anche la qualifica di Sebastien Bourdais, più veloce solamente delle due Aston Martin Valkyrie LMH portate in pista da Harry Tincknell e Marco Sørensen.



Prima delle Ferrari a mandare in visibilio il pubblico, assiepato sugli spalti di Imola, ci ha pensato Rossi. Il ‘Dottore’ ha infatti conquistato la sua prima pole position nel Mondiale Endurance. Sulla pista di casa l’ex campione della MotoGP si è rivelato imprendibile siglando il riferimento di classe in 1’42”355. A distanza di un anno esatto dal suo primo podio nel WEC, Rossi ora punta dritto alla vittoria di classe. L’alfiere del Team WRT ha finalizzato al meglio il lavoro svolto da Ahmad Al Harthy, autore del riferimento nel primo segmento di qualifica.

Nulla da fare per Clemens Schmidt. Secondo, l’alfiere della Lexus RC F GT3 dell’Akkodis ASP ha dovuto alzare il piede nel suo giro veloce dopo aver pizzicato i track limits della Piratella. Seconda fila per Zach Robichon, su Aston Martin di Heart of Racing Team, e Simon Mann bravo a controllare la sua Ferrari 296 GT3 in sovrasterzo al Tamburello. Finn Gehrsitz, al volante della Lexus RC F, ha completato la top-5 davanti al velocissimo Giammarco Levorato con la Ford Mustang GT3 del Proton Competition.

Quarta fila per Riccardo Pera, sulla Porsche del Manthey, che ha chiuso a un secondo dalla vetta. Più attardate le McLaren 720S di Sean Gelael e Sebastian Baud e la Corvette di Rui Andrade, decimo al termine della qualifica. Tra i nomi eccellenti a non entrare in Hyperpole troviamo Thomas Flohr, autore dell’undicesimo crono, e Ben Keating solamente sedicesimo di classe.

Sabato 19 aprile 2025, qualifica

1 - Pier Guidi-Calado-Giovinazzi (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'28"920
2 - Kubica-Ye-Hanson (Ferrari 499P) - AF Corse - 1'29"678
3 - Marciello-Magnussen-D. Vanthoor (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'29"885
4 - Buemi-Hartley-Hirakawa (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'30"042
5 - Conway-Kobayashi-De Vries (Toyota GR010 Hybrid) - Toyota - 1'30"043
6 - Gounon-Makowiecki-Schumacher (Alpine A424) - Alpine - 1'30"190
7 - Di Resta-Jensen-Vergne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'30"301
8 - Chatin-Habsburg-Milesi (Alpine A424) - Alpine - 1'30"305
9 - Lynn-Nato-Stevens (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'30"448
10 - Estre-L. Vanthoor-Campbell (Porsche 963) - Penske - 1'30"815
11 - Duval-Jakobsen-Vandoorne (Peugeot 9X8) - Peugeot - 1'30"848
12 - Andlauer-Christensen-Jaminet (Porsche 963) - Penske - 1'30"862
13 - Rast-Frijns-S. Van Der Linde (BMW M Hybrid V8) - WRT - 1'30"970
14 - Jani-Pino-Varrone (Porsche 963) - Proton - 1'31"382
15 - Bamber-Bourdais-Button (Cadillac V-Series.R) - Jota - 1'31"925
16 - Tincknell-Gamble (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'31"963
17 - Riberas-Sorensen (Aston Martin Valkyrie) - Aston Martin - 1'32"853
18 - Rossi-Al Harthy-K. Van Der Linde (BMW M4) - WRT - 1'42"355
19 - Umbrarescu-Schmid-Lopez (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'42"661
20 - Drudi-James-Robichon (Aston Martin Vantage) - HoR - 1'42"703
21 - Rovera-Heriau-Mann (Ferrari 296) - AF Corse - 1'42"920
22 - Robin-Gehrsitz-Masson (Lexus RC F) - Akkodis ASP - 1'43"132
23 - Gattuso-Levorato-Olsen (Ford Mustang ) - Proton - 1'43"152
24 - Hardwick-Pera-Lietz (Porsche 911) - Manthey - 1'43"376
25 - Leung-Gelael-Sato (McLaren 720S) - United Autosports - 1'43"413
26 - Cottingham-Baud-Saucy (McLaren 720S Evo) - United Autosports - 1'43"721
27 - Van Rompuy-Andrade-Eastwood (Corvette Z06) - TF Sport - 1'43"807
28 - Flohr-Castellacci-Rigon (Ferrari 296) - AF Corse - 1'44"348
29 - Shahin-Boguslavskiy-Farfus (BMW M4) - WRT - 1'44"376
30 - Sousa-Tuck-Barker (Ford Mustang) - Proton - 1'44"412
31 - Frey-Gatting-C.Martin (Porsche 911) - Iron Dames - 1'44"440
32 - DeBoer-Barrichello-Hasse Clot (Aston Martin Vantage) - R.S.Leman - 1'44"591
33 - Keating-Edgar-Juncadella (Corvette Z06) - TF Sport - 1'44"963
34 - Fuoco-Molina-Nielsen (Ferrari 499P) - Ferrari AF - 1'46"400
35 - Schiavoni-Cressoni-Cairoli (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 1'46"619
36 - Ried-Hodenius-M.Martin (Mercedes AMG) - Iron Lynx - 1'46"636

18 Apr [11:18]

Barclay lascia Jaguar in Formula E
Dirigerà il progetto McLaren LMDh

Da Imola - Michele Montesano

L’indiscrezione che girava già a Miami, in occasione dell’E-Prix di Formula E dello scorso fine settimana, è diventata una certezza a Imola. Alla vigilia del secondo appuntamento stagionale del FIA WEC, e a pochi giorni dall’annuncio del programma LMDh, McLaren inizia a delineare il suo rientro nella categoria regina del Mondiale Endurance. A dirigere il progetto della squadra di Woking, come riportato da 'Il Messaggero', sarà James Barclay.

Due giorni fa, come un fulmine a ciel sereno, Jaguar aveva annunciato la separazione con il Team Principal sudafricano al termine dell’attuale stagione di Formula E. Barclay ha ricoperto un ruolo determinante per la Casa inglese seguendo l’intero progetto dalla nascita, oltre a guidare la squadra fin dal debutto nella serie elettrica avvenuto nel 2016. Sotto il comando dell’inglese Jaguar ha ottenuto finora quindici vittorie e il titolo team al termine dello scorso campionato.

Oltre che in Formula E, Barclay fino al primo agosto rivestirà anche il ruolo di Managing Director di Jaguar Land Rover Motorsport. Proprio in questa veste, l’inglese ha avuto un ruolo fondamentale nel delineare il programma Rally Raid con cui il marchio Defender scenderà in campo nella categoria Stock della prossima Dakar, oltre che nel FIA World Rally Raid Championship.

Concluso il sodalizio ultra decennale con Jaguar, Barclay sarà pronto ad affrontare la nuova avvenuta con McLaren. La sua vasta esperienza, maturata in una categoria così competitività come la Formula E, servirà per impostare il lavoro che la squadra di Woking dovrà affrontare per sviluppare e realizzare la LMDh che, ricordiamo, farà il suo debutto nel WEC a partire dalla stagione 2027.

16 Apr [17:06]

Genesis svela la GMR-001 LMDh
Telaio Oreca e motore V8 bi-turbo

Michele Montesano

In occasione del Salone Internazionale dell’Auto di New York Genesis, marchio di lusso della Hyundai, ha svelato la sua GMR-001 LMDh con cui affronterà il FIA WEC a partire dalla stagione 2026. Non si tratta, però, della vettura reale, bensì di un modello a grandezza naturale realizzato appositamente per mostrare la livrea con cui la Casa coreana farà il suo debutto nel Mondiale Endurance e la 24 Ore di Le Mans.

Come prevedibile, la colorazione predominate è l’arancione a simboleggiare ‘l’energia vibrante della Corea’. Livrea a parte, sebbene non ancora definitivo il modello presenta già alcune soluzioni interessati che fungeranno da base per la vettura che girerà in pista nei prossimi mesi. Realizzata sul telaio Oreca, la GMR-001 LMDh presenta alcuni richiami sia alla Alpine A424 che all’Acura ARX-06, entrambe realizzate sullo stesso chassis del costruttore francese.



Il frontale presenta la firma luminosa sdoppiata, che caratterizza anche le Genesis stradali, oltre a un profilo alare sul cofano che collega i due passaruota, soluzione già vista proprio sull’Acura. L’ampio spazio tra lo splitter, che nella conformazione ricalca quello della Ferrari 499P LMH, e la carrozzeria permetterà di incanalare il flusso d’aria che andrà ad investire il corpo vettura e alimentare le pance laterali.

Ampi gli sfoghi dei passaruota anteriori che, oltretutto, hanno lo scopo anche di indirizzare i flussi verso l’esterno dell’auto. Non manca la pinna dorsale che partendo dall’airbox, posto sopra l’abitacolo, si protende sul cofano motore fino a collegarsi con l’alettone formando una svergolatura simile a quella della Ferrari LMH. Le paratie verticali dell’ala posteriore sono incastonate sui bordi dei passaruota, infine anche il retrotreno è caratterizzato dalla doppia firma luminosa LED.



A spingere il prototipo coreano sarà il V8 realizzato partendo dal propulsore quattro cilindri in linea 1.6 turbo che equipaggia la Hyundai i20N Rally1 del WRC. Con la contrapposizione dei cilindri si è quindi ottenuto un motore bi-turbo. Tale soluzione ha permesso di velocizzare i tempi di sviluppo oltre che di abbattere i costi sulla realizzazione di una nuova unità da zero. Al propulsore termico verrà poi abbinata la controparte elettrica realizzata in monofornitura da Bosch.

Il team Genesis Magma Racing avrà sede nei pressi del circuito del Paul Ricard presso le strutture della IDEC Sport, squadra che attualmente sta affrontando la European Le Mans Series con due LMP2 proprio in vista del debutto nel WEC. Genesis, nel 2027, farà il suo esordio anche in IMSA con una squadra ancora da definire. Stando a quanto detto da Cyril Abiteboul, Team Principal di Genesis Magma Racing, il prossimo passo avverrà ad agosto quando sarà effettuato il primo shakedown della GMR-001 LMDh.



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