Dallara Magazine - page 10

10
Quando e come è
iniziata la vostra
collaborazione con
Dallara? Cosa vi ha
spinto a collaborare
con l'azienda italiana?
«Tutto è iniziato nel
2010, con un accordo
sotto forma di
protocollo d'intenti che
è stato poi firmato nel
2012. Ciò che ci ha
portato a collaborare
con Dallara è stato
l'incastro ideale fra la
miglior Università per l'Ingegneria nello
Stato dell'Indiana e il miglior progettista di
macchine da corsa del mondo. La
collaborazione è stata sviluppata grazie al
fatto che Danny White, il direttore del
Motorsport della Purdue University, è stato
membro del team di Eddie Cheever che vinse
la 500 Miglia di Indianapolis nel 1998.
Quella fu la prima Indy 500 di Dallara, ed è
stata la grande amicizia con l'Ingegner
Dallara a condurlo al Campus e a rinsaldare
il rapporto fra le due organizzazioni.
Questo incontro ha dato vita al progetto M-
STEM della Purdue University, una iniziativa
che intende attrarre i giovani verso il
Motorsport inserendo la tecnologia e il
fascino delle corse all'interno dei curricula
di studi K-12, di pari passo con i nostri
insegnamenti di Scienza, Tecnologia,
Engineering e Matematica (STEM)».
Ci può parlare più in dettaglio degli scopi e
delle caratteristiche del progetto M-STEM?
«Lo scopo è quello di attirare i giovani che
attraversano una fase cruciale dei loro studi
(scuola media) verso le discipline dello STEM
usando il fascino "cool" della gare
automobilistiche a ruote scoperte. Il
programma M-STEM è progettato per
indirizzarli verso due sfide importanti. In
primo luogo, considerato che i figli del baby-
boom si stanno avviando verso la pensione,
abbiamo bisogno di coinvolgere un pubblico
più giovane in questo grande sport che sono
le corse. In secondo luogo, le industrie
manifatturiere e mediche stanno
attraversando un periodo critico, e hanno
bisogno di avere a disposizione talenti ben
preparati per rimpiazzare i «baby boomers»
ormai sulla via
della pensione.
l'M-STEM affronta
queste due sfide 1)
inserendo
attraverso progetti
educativi e pratici
evoluti le corse a
ruote scoperte nei
curricula K-12; 2)
sfruttando
strumenti di
insegnamento
interattivi di alto
livello presso la
Dallara Factory, dove gli studenti posso
rendersi conto dei procedimenti scientifici
che stanno dietro le auto da corsa. E quindi
3) facendo progettare agli studenti stessi
veicoli magnetici e go-kart elettrici che poi
gareggiano nel Motor Speedway. Queste
sono attività che affascinano i giovani e li
avvicinano alle discipline STEM, mentre allo
stesso tempo insegnano loro a produrre cose
usando le mani - il tutto grazie all'effetto
"cool" della serie IndyCar. Per citare Mitch
Daniels, l'ex governatore dell'Indiana e
attuale Presidente della Purdue University,
“mettere insieme Motorsport e studi STEM è
l'uovo di Colombo».
Chi decide la struttura dei corsi e che tipo
di formazione hanno i docenti?
«I docenti delle scuole K-12 sono parte
integrante del team che studia i curricula e
decide i corsi, poiché sanno quali sono gli
argomenti STEM che vanno curati e come
raggiungere studenti di età diverse. Sono gli
insegnanti K-12 a stabilire gli obiettivi dei
vari progetti M-STEM. La Purdue University
e i suoi partner industriali forniscono il
supporto per lo sviluppo sia didattico sia
tecnico. L'Università inoltre provvede a
fornire valutazioni oggettive dell'M-STEM
per capire cosa funziona e cosa va
sviluppato nel progetto. Purdue «ci ha
messo la faccia», possiamo dire, creando
una nuova figura che all'interno
dell'Ufficio personale si occupa di gestire il
progetto M-STEM. Per quanto riguarda la
formazione, sono presenti docenti di varie
discipline, in particolare provenienti
dall'area ingegneristica e da quella della
didattica».
A che studenti vi rivolgete e quali
opportunità offrite loro alla fine degli
studi? Possiamo parlare di un progetto
capace di mettere insieme mondo degli
affari ed educazione primaria e
secondaria?
«Il progetto M-STEM è stato studiato per
rivolgersi a tutti gli studenti, sia maschi sia
femmine, con diversi percorsi scolastici: 1)
studenti di area ingegneristico/scientifica, 2)
studenti che diventeranno periti tecnici, e 3)
studenti che hanno interesse al mondo della
comunicazione e degli affari. Ad esempio
ora stiamo lavorando alla progettazione di
un go-kart elettrico che possa essere
realizzato nella scuola media superiore. Il
progetto comprende 1) la matematica
applicata alla scienza e all'ingegneria che
sovrintendono alle varie componenti del go-
kart, 2) le tecnologie pratiche che richiede la
costruzione del go-kart, 3) un business e
marketing plan in grado di finanziare parte
del progetto attraverso realtà locali, 4)
strategie di comunicazione e di marketing
che rendano effettivamente vendibile il go-
kart prodotto dalla scuola; e infine 5) un
project management che consenta di
completare tutto nei tempi e all'interno del
budget stabilito. Un progetto simile è stato
ideato per una scuola media utilizzando
una vettura ad energia magnetica. Al
momento posso dire che entrambi i veicoli
gareggeranno al Motor Speedway di
Indianapolis nel prossimo mese di maggio,
con team provenienti da diversi istituti. Fra
tutti gli elementi esistono varie connessioni:
studenti di college, kart "evGrandPrix" da
competizione con batterie ad alta potenza;
go-kart elettrici a rapido consumo per le
scuole superiori; veicoli a energia magnetica
per le scuole medie e piccoli veicoli
magnetici in legno e plastica senza pilota
per le scuole elementari. L'obiettivo è che
noi gruppo ispiri e trascini il gruppo più
giovane. Infine, tutti questi progetti hanno
una componente educativa molto forte, per
la quale il vincitore non dipende solo dalla
prestazione in gara, ma anche sulla
tecnologia e le conoscenze scientifiche
utilizzate per lo scopo».
Che rapporto intrattenete con la IndyCar e
il Motor Speedway?
«Abbiamo un ottimo rapporto con lo
Purdue University
Jim Caruthers
1,2,3,4,5,6,7,8,9 11,12,13,14,15,16,17,18,19,20,...34
Powered by FlippingBook