Dallara Magazine - page 6

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Una “palestra” da
Super Formula
La vittoria di Max Angelelli nella
Grand-Am nel 2013 ha premiato
ancora una volta Dallara. Quale
è stato il ruolo della factory in
quest'avventura? Quanti
persone hanno seguito il
progetto e che tipo di
assistenza è stata fornita?
«Dallara è entrata nella serie
nel 2008, alla ricerca della
competizione che stava, e sta
scomparendo da tutte le altre
categorie in cui si muove.
Avevamo la possibilità di
misurarci con altri costruttori di
telai- Lola, Riley, Multimatic,
Coyote - ed interfacciarci con
differenti motoristi - Ford, GM,
Porsche, Lexus. L'idea era di
utilizzare la serie come
"palestra" dove mantenere vivo
lo spirito competitivo
dell'azienda, nei limiti, molto
stretti, del regolamento di
allora: la maggior parte dei
pezzi che compongono la
vettura sono congelati e quindi
è molto difficile fare la
differenza. Abbiamo disegnato
una carrozzeria che
introducesse concetti
aerodinamici nuovi e telaio e
sospensioni che avessero target
di rigidezza/leggerezza migliori
della concorrenza. In più
abbiamo aggiunto una vasta
possibilità di aggiustamenti sia
aerodinamici che meccanici che
rendessero la macchina
pienamente adattabile alla
varietà di piste - lente e tortuose
oppure superveloci su ovale - e
tipologie di gare: gare sprint di
2h 45', gare endurance di 6h e
la 24h di Daytona. Il progetto è
stato seguito nella sua fase di
impostazione da un team di
circa 10 persone, che sono via
via diminuite quando si è
passati dalla fase di
progettazione a quella di
mantenimento».
Quali sono state le difficoltà
più difficili da superare?
«
Da subito la vettura è risultata
molto veloce e competitiva - la
prima pole position è arrivata
alla terza gara dal debutto -,
ma avevamo sottovalutato la
caratteristica "gladiatoria" delle
gare di questo campionato, a
cui ci eravamo disabituati dopo
anni di gare Formula.
Sportellate, “bussate”,
speronamenti, corpo a corpo,
sono il tratto distintivo di
questo tipo di gare. I sorpassi
"puliti" non esistono e le
escursioni nell'erba, nella
sabbia, sono da mettere in
conto. Nelle prime gare
abbiamo quindi sofferto molto
la scelta di privilegiare la
riduzione di peso a scapito di
una "extra" robustezza in
alcune aree come i bracci delle
sospensioni: in caso di contatti
la nostra vettura aveva la
peggio pur essendo la più
veloce. Siamo quindi intervenuti
incrementando la resistenza e
poi il peso di alcune aree. Altra
difficoltà è stata tenere sotto
controllo la temperatura
dell'abitacolo, anche questa una
problematica ovviamente
inesistente su una Formula. Ma
la sfida più affascinante è
progettare una vettura che duri
per 24 ore di funzionamento
continuate. Significa che ogni
componente, per quanto
insignificante, deve essere
disegnato per questo scopo e
deve essere facile da sostituire in
caso di incidente per non
perdere troppo tempo. Basti
considerare che alla fine di una
24 ore la vettura pesa alcuni
chilogrammi in meno solo di
materiali che si sono consumati
lungo la gara: freni, carrozzerie,
vernice, fondo, ali, bandelle...
Questo per capire quanto
difficile ma anche
straordinariamente motivante
sia trovarsi a confronto con
questi temi. Da ultimo metterei
che confrontarsi con 2-3 vetture
contro 15 avversari, anche solo
dal punto di vista statistico, è
un bell'handicap. Ma le 15
vittorie, 18 pole position ed il
titolo di quest'anno ci
inorgogliscono ancora di più».
Come si è sviluppato il
rapporto con la Chevrolet?
«E' in buona parte un rapporto
mediato dalla squadra. WTR e
Max Angelelli in particolare
hanno un rapporto storico e
consolidato con loro. Abbiamo
quindi tenuto un approccio
completamente aperto. In
alcuni casi abbiamo lavorato a
quattro mani, come quando si è
trattato di modificare il telaio
Dallara per renderlo
compatibile con le nuove regole
e la nuova carrozzeria GM. C'è
stima reciproca e talvolta anche
un po' di sana competizione che
è funzionale a spingere WTR
I
L SUCCESSO NELLA
G
RAND
-A
M A FIANCO DEL TEAM
WTR
E DI
M
AX
A
NGELELLI
,
AL TERMINE DI UNA
STAGIONE ESALTANTE FATTA DI
15
VITTORIE E
18
POLE POSITION
,
È SERVITO A DIMOSTRARE CHE
D
ALLARA È
PIÙ CHE MAI IN GRADO DI REGGERE LA CONCORRENZA
,
ANCHE IN UN CAMPIONATO DECISAMENTE DURO E
COMBATTIVO COME QUELLO DELLE
S
PORT AMERICANE
. I
L SEGRETO
,
COME SEMPRE
,
È SAPERSI ADATTARE AL
CARATTERE DELLA SFIDA CONSERVANDO LA PASSIONE PER L
'
ECCELLENZA
. L
UCA
B
ERGIANTI
,
CAPO DELL
'
UFFICIO
CALCOLI E TEST STATICHE
,
CI RACCONTA MOTIVI E PROSPETTIVE DI UN
'
AVVENTURA CHE DURA DAL
2008
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