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FORMULA 1
LA SORPRESA
JORDÁ
PERCHÉ?
Con una mossa che ha lasciato stupefatti tifosi e addetti ai lavori, la Lotus
ha annunciato la ragazza spagnola come development driver. Una mossa
che accentua ulteriormente il sapore di beffa per molti piloti più meritevoli,
ma ovviamente la parte economica ha sempre il suo peso
Marco Cortesi
Carmen Jordá development driver alla
Lotus. No, non è uno scherzo. E non è nem-
meno il primo di aprile, come si chiedeva
con ironia il campione GP3 2012 Mitch
Evans, protagonista anche in GP2. La bel-
lissima pilotessa spagnola, 26 anni, è stata
annunciata da Enstone dopo una serie di
risultati negativi ottenuti negli ultimi tre
anni in GP3. Soffermandoci al solo 2014,
nella natale Barcellona, la Jordá è riuscita,
all'ultimo posto della sessione di qualifica,
a limitare il distacco dalla leadership a 3”1
secondi. Peccato però, che tale risultato
non sia stato più battuto durante il resto
dell'anno. Invece, è arrivato il record di 8”6
secondi di distanza (sempre e rigorosa-
mente in ultima piazza) sul bagnato di Sil-
verstone, fino ai 4”3 di Hockenheim e i 3”2
di Monza. Insomma, un vero disastro,
degna prosecuzione di quello iniziato nelle
scorse stagioni. Parafrasando Robert
Duvall in "Giorni Di Tuono", è quasi un
peccato che sia mancata a Sochi e ad Abu
Dhabi, perché il risultato sarebbe potuto
essere perfetto. Invece, quel cattivone di
Dean Stoneman, salito sulla Dallara nume-
ro 7 ex Carmen, l'ha subito piazzata in pole
prima di centrare due vittorie e tre podi in
quattro gare. Indubbiamente, in Lotus
sono liberi di scegliere chi meglio credano.
E a pensare al portafoglio, date le difficol-
tà economiche di buona parte delle scude-
rie. Quantomeno, un titolo un po' più cre-
dibile di "pilota dello sviluppo" potevano
anche trovarlo, tipo l'affiliated driver affib-
biato alla ben più veloce e solida Simona De
Silvestro dalla Sauber. Il punto è: quale può
essere l'impatto di scelte così discutibili sul-
la già traballante credibilità di una serie che
ormai, anziché rivolgersi ai veri fan, conta
più sui biglietti "a pacchetto", sulla finanza
da multinazionale e sulle strategie politi-
che? Quando un talento come Esteban