Come si è sviluppata la collaborazione con
l'Università?
«Gli stage oggi sono obbligatori. Gli studenti
possono fare tesi e tesine in dipartimento o in
azienda. La maggior parte sceglie l’azienda. Noi ci
siamo resi disponibili in cambio della messa a
disposizione della nostra struttura. Da qui sono
nate le nostre prime assunzioni in termini di
ingegneria, con l'arrivo di Daniel Flisi e Sebastiano
Rossi, i primi. Restarono da noi per lo sviluppo del
motore Beta, e al termine del loro elaborato mi
resi conto che erano ragazzi in gamba, con voglia,
passione e chiesi loro se volevano rimanere con
noi. Stiamo parlando del 2011- 2012. Da lì è nata
la collaborazione che ad oggi è ancora attiva con
il Dipartimento di Meccanica ed Elettronica
dell'Università di Parma».
Che però non è l'unico Ateneo con il quale
avete iniziato un percorso in comune...
«No, infatti, nel frattempo si era accesa la stessa
scintilla con l’università di Modena, anche se in
termini differenti. La “convenzione” nasce perché
un loro studente, di un paese vicino, ci chiese
personalmente di poter fare qui la tesi, e visto che
era particolarmente in gamba, finimmo per
assumerlo nel 2013. Col Politecnico di Milano la
collaborazione è sorta l’anno scorso quando uno
studente di Cremona ha avuto anche lui l'idea di
fare la tesi da noi. Io lo seguo come tirocinante, ma
il tutoraggio gli è dato da un professore interno
all’Università, con il quale io stesso avevo seguito
un corso sui motori a combustione interna:
Giancarlo Ferrari, che è considerato il vate italiano
dei motori. Angelo Onorati, che allora era suo
assistente, nel frattempo è passato titolare di
cattedra, e ora collaboro con loro. Si tratta di una
sorta di interscambio perché noi sviluppiamo i
motori con un software di simulazione
monodimensionale internazionalmente ricono-
sciuto; loro invece stanno sviluppando un codice
sorgente in grado di fare simulazione
monodimensionale e tridimensionale del motore.
Da un discorso di tesi, insomma, nasce la
possibilità per l'Università di sviluppare un
software usufruendo delle nostre strutture. In
altre parole, di usarci come laboratorio».
Quante richieste ricevete da parte degli
studenti?
«La maggior richiesta di tirocini e tesi
ultimamente viene proprio dal Politecnico di
Milano, un flusso continuo. Da Parma negli ultimi
4 anni sono arrivati 7 studenti, da Modena 3. Da
Milano, dove il rapporto è iniziato lo scorso anno,
sono arrivati in 3, ma nell’ultimomese ho ricevuto
almeno 10 studenti candidati per il tirocinio».
Come avviene la selezione?
«Io li assumerei tutti, ma c’è un rapporto stabilito
tra il numero di dipendenti dell’azienda e quello
dei tirocinanti che si possono accogliere. Per
un’azienda come la nostra, di 15-25 unità, si può
arrivare a un massimo di 3 tirocinanti
contemporaneamente».
Quale è la procedura da seguire per gli
interessati?
«Al momento del tirocinio obbligatorio gli
studenti si rivolgono all’ufficio dell’ateneo, che
fornisce loro una lista di aziende convenzionate,
divisa per settori, e loro scelgono quale azienda
contattare autonomamente. Poi devono solo
compilare la documentazione e attivare
l'assicurazione. Noi rispettiamo tutte le
normative: è vero che il candidato non è un costo,
ma c’è tutto un discorso di attivazione di
assicurazioni e visite mediche che a noi piace
rispettare».
Cosa suggerisce agli studenti che arrivano in
Autotecnica Motori?
«A tutti dico sempre: per voi questa è
un’opportunità. Perché li fa entrare a contatto
diretto con il mondo del lavoro, oltre che con un
ambiente che 95 ingegneri su 100 hanno piacere
di visitare e frequentare. Spiego loro che
lavoreranno all 80% per il core business di
Autotecnica Motori, mentre il 20% glielo
concederò per svolgere tirocinio. E che la notte
saranno liberi di scrivere il loro elaborato... Del
resto se lo aspettano, e per loro credo sia molto
più divertente partecipare alle attività aziendali:
li porto in pista, li metto a diretto contatto con la
progettazione. Non è un lavoro accademico, ma la
messa in pratica di cose che non hanno mai
sperimentato. Quando fu il mio turno, terminai gli
studi che non sapevo fare niente. Ai miei tempi era
una chimera poter entrare in un laboratorio
interno all’Università, figuriamoci in realtà
aziendali. Mi metto nei loro panni, e mi rendo
conto di quanto sarei stato felice, da studente, di
avere una opportunità come questa».
14
Al momento del tirocinio
obbligatorio gli studenti si rivolgono
all’ufficio dell’ateneo, che fornisce loro
una lista di aziende convenzionate,
divisa per settori,
e loro scelgono quale azienda
contattare autonomamente.
Poi devono solo compilare
la documentazione e attivare
l'assicurazione. Noi rispettiamo tutte
le normative: è vero che il candidato
non è un costo, ma c’è tutto
un discorso di attivazione
di assicurazioni e visite mediche che
a noi piace rispettare
“
“