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17 Ago [19:37]

Brno – Il commento
Capirossi da record. La disfatta Michelin

Sono tante le cose di cui si parla nel paddock di Brno, perché in una gara tutto sommato senza grandi battaglie e duelli, sono successe tante cose che hanno rivoluzionato la stagione 2008. In primis, la caduta di Casey Stoner, la seconda consecutiva in gara dopo quella di Laguna Seca, che questa volta però vale al pilota australiano il secondo zero in casella da quando è in Ducati. 30 gare, nonché il primo ritiro da quando si è seduto sulla moto di Borgo Panigale. Da segnalare curiosamente che ben dodici anni fa Rossi ottenne la prima vittoria nel motomondiale, all’epoca in 125 con l’Aprilia.

Importante sottolineare la crescita della Suzuki, che per la terza gara consecutiva conquista il podio: al Sachsenring e a Laguna Seca con Chris Vermeulen oggi a Brno con Loris Capirossi, che ha sostituito nella cerimonia di premiazione la Honda che da Assen manca l’appuntamento con lo champagne. Capirossi raggiunge un record importantissimo disputando la 276esima gara nella massima serie (per quello che riguarda il pilota romagnolo si tratta di 500 e Moto Gp, sia 990cc che 800cc), proprio come il brasiliano Alex Barros, ritiratosi alla fine dello scorso anno. Con oggi inoltre, Capirossi conquista il 99esimo podio e a Misano, per la prossima gara, è certamente intenzionato a ripetersi e raggiungere le tre cifre: Bravo Loris!

Sul podio rimane anche la Ducati, questa volta senza lo stemma del team ufficiale, ma con l’Alice Team, che nella mani di Toni Elias ritrova il podio dopo circa un anno e mezzo, in quanto l’ultima Ducati non ufficiale ad agguantare il podio fu quella di Barros al Mugello lo scorso anno, terzo, precedendo proprio Stoner. Torna sul podio Elias che mancava questo traguardo dal Giappone dello scorso anno quando chiuse terzo, mentre ottenne il secondo posto in occasione del GP di Turchia 2007, sempre a bordo della Honda del team Gresini, con cui ottenne il primo successo in Moto GP all’Estoril nel 2006.

Buona la gara di Marco Melandri che conclude al settimo posto, dopo essere scattato dall’undicesima posizione. Non si tratta tuttavia della miglior gara del pilota ravennate, che in Cina ottenne la quinta piazza, pur partendo dalla dodicesima posizione. La prima metà gara non è stata delle più entusiasmanti per Melandri, che però dal decimo giro in poi, con i serbatoi che andavano via via svuotandosi, riesce a trovare il giusto feeling con la moto, rimontando una decina di secondi.

Ottima la prestazione di Shinya Nakano che per la prima volta guida in gara la Honda ufficiale, riuscendo a conquistare il quarto posto. Una prestazione che lo incorona anche primo delle Honda al traguardo, forte anche della fornitura di pneumatici Bridgestone, che riesce a dare alla Hrc il polso della situazione riguardo le prestazioni e la competitività della Rc212v. Non se la prenda a male Andrea Dovizioso se non ha ricevuto lui la fornitura ufficiale (che è stata data più al team Gresini che a Nakano), giunto al traguardo nono, primo pilota gommato Michelin, con una gara davvero superba, se consideriamo che le Yamaha non sono mai state della partita e che Pedrosa ha avuto una flessione prestazionale demotivante, causa anche l’infortunio alla mano che ancora lo affligge.

Rinato sembra invece essere Jorge Lorenzo, che negli ultimi giri di gara con una grinta che sembrava persa, recupera quattro posizioni e si porta in top ten. Ultimo elemento che deve tassativamente attirare l’attenzione è la prestazione del team di Lucio Cecchinello. Al suo terzo anno di esperienza in Moto GP, la squadra italiana sta ottenendo ottimi risultati, ma è spesso alla ribalta della cronaca e sulla bocca degli addetti ai lavori come barzelletta, a causa dell’eccessiva recidività nella caduta dei propri piloti, in questa stagione Randy De Puniet.

Il pilota francese ha dimostrato negli anni le proprie capacità, ma corre il rischio di compromettere la propria carriera per via di una moto nervosissima. Evidentemente in casa Cecchinello non si è ancora riusciti a trovare un giusto set-up, perché non è la prima volta che un pilota del team si trova suo malgrado in terra. Toccò a Stoner nel 2006, impossibile dimenticare il terribile volo in uscita dalle Arrabbiate al Mugello, grazie al quale si guadagnò anche il soprannome di Rolling Stoner.

Persino lo scorso anno un pilota esperto come Carlos Checa ebbe più di una volta difficoltà a tenere in pista la sua moto, equilibrando le sue prestazioni grazie alla sua esperienza. De Puniet, giovane pilota esuberante, sta modificando il suo modo di guidare per adeguarsi a questa Honda, ma paga lo scotto di un anteriore evidentemente troppo instabile.

Antonio Caruccio

Nella foto, il recordman Loris Capirossi