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23 Gen [11:14]

Petrucci, ultimo anno in Pramac
"Per il 2018 vorrei una vittoria"

Jacopo Rubino

La stagione 2018 di MotoGP non è nemmeno cominciata, ma per Danilo Petrucci, comunque vada, segnerà la chiusura di un capitolo: sarà l'ultima sotto le insegne del team Pramac, in cui è arrivato nel 2015 mettendo in mostra una crescita costante. E il suo erede designato sembra già essere Francesco Bagnaia, ora in Moto2. Uno scenario che il pilota ternano sta vivendo in piena serenità, come fosse nell'ordine naturale delle cose. "Con Paolo Campinoti (proprietario della scuderia, ndr) ne eravamo coscienti: lui mi ha tirato fuori dagli inferi, ma sapevamo che questo sarebbe stato l'ultimo anno assieme, il ciclo si sta completando", si legge sulla Gazzetta dello Sport. "È an­che il senso del progetto Pra­mac. Io ho un contratto con la Ducati, ho un'opzione che scade a giugno per entrare nel team ufficiale, altrimenti sarò libero".

Sulla carta Petrucci potrebbe quindi trovarsi in sella a una Desmosedici anche nel 2019, ma solo ottenendo la promozione nella squadra interna che oggi schiera Andrea Dovizioso e Jorge Lorenzo. Non sarà semplice, come lui stesso spiega: "Il sogno è quello, ma credo che tutto si deciderà durante le prime gare e non trovo sia molto giusto: se firmi dopo tre Gran Premi, gli altri 15 li corri con una motivazione diversa".

Inevitabile perciò guardarsi attorno, valutando le potenziali alternative. E "Petrux" rivela: "Nel 2017 la tentazione di an­dare in Aprilia è stata forte, diventare pilota di un marchio ita­liano mi allettava molto. Ma non volevo finire da separato in casa. Però dopo sette anni in Moto­GP l'ambizione è quella". Un modo per strizzare l'occhio verso gli uomini di Noale?

Nel frattempo, comunque, c'è un campionato ancora tutto da scrivere. Petrucci, che in queste settimane ha seguito una dieta rigidissima perdendo quattro chili, ha ben chiari i suoi obiettivi: "Ripetere nel bene quanto mi è riuscito nel 2017, ma con me­no bassi. Ci sono state gare nel­le quali non ho capito i proble­mi che il mio stile di guida causava. A me piace guidare di tra­verso, ma le Michelin sono gomme delicate e l'ho pagata. Un anno fa ero preoccupato non sapen­do se sarei riuscito a fare quel passo necessario per essere tra i migliori. Ora lo sono molto meno". Lo scorso anno è salito quattro volte sul podio, il sogno adesso è raggiungere il gradino più alto: "Non mi metto tra chi può vincere il Mondiale, ma vorrei conquistare quella vitto­ria sfiorata due volte".