4 Ott [10:49]
Controcanto
Contro il calo iscritti urgono rimedi
Guido Rancati
Una ventina gli iscritti alla gloriosa Targa Florio: pochi, dannatamente pochi e tuttavia quasi il triplo di quelli che hanno annunciato di voler correre sugli sterrati del Pugli e Lucania. I numeri, bassi che più bassi non si può, dicono con inequivocabile e deprimente chiarezza che la barca fa acqua e che, alla deriva da qualche anno, s’è ormai incagliata.
Ai vecchi del giro, quelli che ancora ricordano i trecento iscritti al Valli Piacentine e non hanno dimenticato la caccia all’amico impiegato alle poste per inoltrare nel primo minuto utile la raccomandata d’adesione a quasi tutti i rally del Bel Paese scuotono la testa e si chiedono come sia stato possibile disperdere in tempi relativamente brevi un capitale di passione che pareva inesauribile. Eppure è successo. Anni di scelte insensate prese da un gruppo di potere con poche idee e senza fantasia non potevano non lasciare il segno.
E mentre i ragazzi del coro fanno finta di niente e continuano a intonare l’irreale “tout va bien madame la marquise, tout va trés bien”, a qualcuno torna in mente la regola Fia che condizionava la conferma della validità iridata di ogni gara a un minimo di cinquanta partenti. C’era chi si aiutava spacciando taxi e altri improbabili veicoli per vetture da rally, ma gli organizzatori a rischio erano comunque obbligati a darsi parecchio da fare per attrarre “clienti” con offerte speciali e incentivi vari. Forse non sarebbe male rispolverarla e importarla. Almeno negli appuntamenti validi per uno dei tanti, troppi, campionati e campionatini tricolori.