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7 Ago [18:25]

Gronholm e l'Abarth
Possibile, non probabile

S’ode a destra uno squillo di tromba, a sinistra risponde uno squillo. Oddio, proprio squilli non sono, ma bastano e avanzano a trasformare un mezzo abboccamento in un fidanzamento destinato – dicono quelli che sanno sempre tutto – a trasformarsi in matrimonio. E poco importa se d’’amore o di interesse. O di tutto un po’. Il promesso sposo è Marcus Gronholm, la promessa sposa è l’Abarth. Le nozze – dicono sempre quelli che sanno sempre tutto – dovrebbero essere celebrate da qui a poco per essere consumate a dicembre in Scozia, per il gran finale stagionale dell’Intercontinental Rally Challenge. Ma non è detto che vada a finire così. Anche se qualche ammiccamento c’è stato. Contatti poco men che furtivi, comunque.

Lo spilungone finlandese non conferma e non smentisce. Lascia intendere che la possibilità di infilarsi nell’abitacolo di una Punto Super2000 per affrontare una gara che si annuncia tosta non gli dispiacerebbe per niente. E non si fa fatica a credergli: quarantuno anni compiuti lo scorso febbraio, trenta ori e due titoli iridati in carriera, ha fatto in fretta a scoprire che una vita normale scandita solo dagli impegni nella fattoria e quelli nel centro commerciale non è il massimo per uno che era abituato a girare il mondo al ritmo del calendario del mondiale. Difatti, dopo aver accettato di maneggiare una Subaru sulla terra del Portogallo, ha accettato di correre con una Ford su quella ancor più adrenalinica di Pikes Peaks.

Glielo avessero proposto, magari avrebbe corso pure l’Imperiapolis che è una classica d’agosto del capoluogo del ponente ligure per i carrioli. La smentita, secca, arriva dal fronte torinese. Dal quale non nascondono un certo fastidio per le voci che, poco o tanto, possono perturbare i piloti già legati allo Scorpione. Giandomenico Basso e Luca Rossetti, ma anche Umberto Scandola che morde il freno per tornare a calcare quei palcoscenici internazionali dove ancora pochi mesi fa era stato ottimo protagonista e Anton Alen. Il quale – forse non casualmente – in Russia e in Finlandia è tornato a mostrare di non essere solo un figlio d’arte. E che ha un contratto che lo lega all’Abarth anche per la prossima stagione. Non è un no definitivo, quello pronunciato di vertici dell’azienda. Ma ci assomiglia parecchio. Anche se è quasi scontato che chi ha pensato a Gronholm proverà ancora a forzare la mano.

Guido Rancati