27 Nov [9:08]
SAFARI CLASSIC – 5° GIORNO
Waldegard fora, Duncan ringrazia
Fin che la barca va. Ian Duncan non canta, ma ha il sorriso rassicurante di Orietta Berti ed è come se lo facesse. “Quando le cose vanno bene, lasciamole andare bene”, fa il keniota dopo essersi lasciato dietro le spalle altri controlli selettivi, dopo aver archiviato anche la quinta giornata di gara nella savana. Dopo aver consolidato di un altro po’ il vantaggio nei confronti di Bjorn Waldegard. Poi, con calma, spiega che lui e Amaar Slatch hanno avuto un momento difficile, ma ne sono venuti fuori senza tanti danni. “A un certo punto – racconta – si sono rotti i ganci che bloccano il cofano della Mustang e per andare avanti abbiamo dovuto trovare una soluzione estremporanea, ricorrendo a una cinghia per evitare guai maggiori”. Ai due, mettere i piedi a terra è costato qualcosa in termini di tempo: un minuto e forse più. Niente di che, comunque, in confronto ai quattro minuti che il veterano svedese ha dovuto perdere nel primo tratto di Sanya Juu per cambiare una ruota posteriore della sua Porsche. Dopo aver pizzicato un pneumatico. Il vecchio Bjorn scuote la testa perplesso, non ha ovviamente gradito il fuori-programma: “E’ la corsa – commenta – però ero quasi certo di passare indenne. Invece...”.
Anche Gerard Marcy – il belga che divide l’abitacolo di un’altra due porte di Stoccarda con Stéphane Prevot – fa sapere di aver tagliato un copertone. Anche lui assicura che era quasi certo di cavarsela a buon mercato. Invece ha lasciato altre manciate di minuti per strada. E la sua rincorsa alle posizione di vertice ha subito un brusco rallentamento. Anche se vincere il terzo dei settori del dì gli ha comunque permesso di risalire all’ottavo posto. A un’ora e passa dal leader, però. A una cinquantina di minuti da Steve Perez che, zitto zitto, continua ad occupare con la Datsun 260Z un posto sul podio virtuale. Quello che è ormai un miraggio irraggiungibile per Eric Comas e gli altri “alpinisti”, tutti nel secondo foglio della classifica. Tutti costretti a saltare qualche tratto per evitare la resa definitiva. Tutti ben contenti che oggi, finalmente, si tiri il fiato. Un po’ di riposo dopo cinque giornate tirate ci voleva proprio...
Mzungo Mzee
I top five
1. Duncan-Slatch (Ford Mustang) in 9.07’05”
2. Waldegard-Sagoo (Porsche )11) in 9.12’06”
3. Perez-Parmander (Datsun 260Z9 in 9.42’17”
4. Bell-Challen (Datsun 180B9 in 9.55’40”
5. Alexander-Runnalls (Datsun 260Z9 in 10.00’33”
Nella foto McKlein, la Datsun 260Z9 di Perez-Pamander