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17 Giu [16:01]

PUNTASPILLI
Assi di cuori
e assi di denari

Non occorre essere in grado di fare le uova per giudicare una frittata. Il concetto espresso, mi pare, da uno dei grandi presidenti degli Stati Uniti è chiaro: non è necessario saper far meglio per giudicare. E non fa una grinza, nemmeno un plissé. È così e basta. Del resto, il diritto alla critica è uno di quelli fondamentali. Con qualche limite, però. Almeno quelli imposti della decenza. Che, a sorpassarli, si sconfina subito nell'arroganza. “Modo di comportarsi insolente e troppo presuntuoso si sé”, ricorda il vocabolario della lingua italiana di Nicola Zingarelli.
Flavio Briatore non se ne cura. Non quando reagisce al gesto di stizza canadese di Giancarlo Fisichella con una frase che fa torto alla sua intelligenza: “È pagato per correre - dice in sostanza il manager cuneese - e se non gli va bene può sempre andarsene”. È la Formula 1, bellezza. Peggio: è la vita. E difatti Claude Satinet, numero uno di Automobiles Citroen, ancora in Turchia, una decina di giorni prima di autorizzare il reintegro di François Duval nella sua squadra ci teneva a far sapere che stava pensando a rescindere il contratto del belga senza versargli il compenso pattuito a inizio stagione. Parlava di una sorta di licenziamento per giusta causa, lo accusava di grave errore professionale.
È la solita storia, purtroppo. I padroni del vapore fanno sempre così. Con o senza “le belle braghe bianche” non riescono ad aver neppure un po' di rispetto per chi rischia, per l'Uomo. Per loro conta solo la Macchina. Anche se sono assai pochi gli appassionati che si ricordano chi ha vinto il Mondiale Costruttori tre anni fa...

ran.