13 Ott [10:55]
TOUR DE CORSE HISTORIQUE
Alla ricerca del tempo perduto
Tempo, tempo comunque vadano le cose lui passa e se ne frega se qualcuno è in ritardo. Diceva e dice bene Jovanotti: lo puoi misurare, il tempo, ma non fermarlo. E quando stai bene lui va via come un lampo. Per tutti, anche per chi ha fatto sognare eserciti di appassionati e per chi sognava di diventare campione del mondo. Come Yves Loubet che quando si trovò proiettato nella squadra più organizzata, più forte, più tutto del mondiale, pensò che fosse l’inizio di una bella storia. Invece era l’inizio della fine di una carriera soltanto abbozzata. Sembra ieri, invece sono già passati vent’anni. Nel frattempo, il Lupetto ha cominciato a perdere il pelo, ma non il vizio di respirare l’aria delle corse. S’è fatto coinvolgere, ha coinvolto altri inguaribili. Il Tour de Corse Historique è (ri)nato anche grazie a lui. Cinque tappe da Bastia a Ile Rousse, sulle strade del rallye che fu e che forse tornerà ad essere. Con quindici prove speciali – dovevano essere sedici, ma la prima è saltata – a far classifica. A far divertire piloti e suiveurs. Con gente nota e meno nota a darci dentro con auto da leggenda: Porsche 911, Ford Escort, Alpine A110, Renault 5 Turbo, Ferrari 308. E ancora: Talbot Lotus e Opel Kadett, Ascona e una CG Simca che ai ragazzi di oggi dice poco, eppure, in Francia, correva e vinceva...
Una gara quasi vera, insomma. Con piloti veri. Per dire, Jean-Claude Andruet, età indefinita e indefinibile, Philippe Gache e Jean-Pierre Manzagol (nella foto), inossidabile come la sua berlinette rouge. Tutti con una gran voglia di scrivere un altro capitolo di quella che è una storia umana. Molto umana, con gioie e dolori. Con la delusione di Andruet, fuori strada e fuori gara all’ottava prova per via dell’accelleratore bloccato e quella di Gache stoppato dal cambio della sua Talbot Lotus e rientrato in gara all’ultimissimo posto. Ma alla fine contento come un bimbo per il Trofeo Jean-Charles Martinetti che premi il più performante a prescidenre. E che sarà mai se nei tabulati resterà scritto che Hervé Guignard, primo con una Porsche, lo ha preceduto di quattro ore.
Mzungo Mzee
La classifica finale
1. Guignard-Meffre (Porsche 911) in 2.49’24”0
2. Dépons.Bourgoin (Ford Escort) in 2.51”02”0
3. Antonini-Raffaelli (Porsche 914) in 2.53’15”9
4. Servais-Ciocca (Porsche 911) in 2.54’53”0
5. Manzagol-Mangini (Alpine A110) in 2.55’03”8