Dallara Magazine - page 10

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Il Simulatore negli USA è stato accolto
con grande successo. Ingegner Moroni ci
racconta come è andata l’inaugurazione?
«E' stato un evento molto sobrio ed
essenziale, nonostante la presenza di
personalità di rilievo come il governatore
dello stato dell'Indiana, il decano della
Purdue School of Engineering and Technology
presso la IUPUI, AJ Foyt e Mario Andretti. Il
taglio del nastro è stato preceduto da una
serie di interventi, tra cui quello di
Giampaolo Dallara e del governatore, che
hanno soprattutto evidenziato quanto la
nostra azienda faccia ormai parte in pieno
della realtà sociale ed economica dello stato
dell'Indiana. A seguire c'è stato il momento
del taglio, e successivamente una
dimostrazione dal vivo del simulatore in
funzione, per gli ospiti ed i giornalisti di
stampa e televisione, locali e nazionali».
Quali sono i numeri che possono dare
un’idea delle dimensioni e delle funzioni
del Simulatore?
«I numeri legati al simulatore che abbiamo
inaugurato a Indianapolis sono di fatto
condivisi con quelli del gemello che abbiamo
a Varano Melegari: un volume d0i lavoro di 4
metri di raggio che, abbinato ad una
struttura alleggerita ed irrigidita rispetto ai
normali simulatori commerciali, ed a motori
elettrici ad alte prestazioni, permettono di
trasmettere al pilota oltre 2 g di
accelerazione in qualunque direzione, allo
scopo di fornirgli il massimo realismo di
guida possibile. In aggiunta a questo, un
ambiente virtuale in grado di replicare con
fedeltà più di 40 circuiti di tutto il mondo,
oltre a ricostruzioni di strade pubbliche, e di
riprodurre il comportamento dei più diversi
modelli di automobili, da corsa e no. Negli
ultimi 3 anni più di 80 differenti piloti hanno
avuto modo di preparare al nostro simulatore
gare e competizioni, sia in termini di
allenamento fisico che di messa a punto
dell'assetto della propria macchina».
Chi gestisce quotidianamente il simulatore
Usa e come è stato addestrato?
«Il simulatore nella nostra sede di
Indianapolis è gestito da tecnici tutti
provenienti dal gruppo di persone che in
questi anni si è occupato del nostro
simulatore a Varano. La loro formazione è
stata fatta direttamente sul campo,
prendendosi cura del primo macchinario, dei
suoi sviluppi e dei test con i clienti fatti negli
anni scorsi in Italia. Di fatto continuiamo ad
essere un'unica squadra, che lavora su un
unico progetto da posti differenti. Non è
semplice organizzarsi in modo da avere
questo tipo di continuità e collaborazione tra
uffici così distanti tra loro e con orari così
diversi, ma i vantaggi pratici che ne derivano
valgono qualunque sforzo organizzativo».
In breve, quali sono state le tappe che
hanno portato dall’ideazione alla messa
in opera?
«Il percorso è stato relativamente breve. Ad
aprile del 2013 è stato approvato il progetto
e sono iniziate la produzione del macchinario
e la costruzione dell'edificio dedicato,
entrambe da parte di partner di fiducia e
sotto la nostra supervisione. Nel gennaio
2014 sono poi iniziati in sequenza
l'allestimento di tutta l'infrastruttura
hardware e software che sta dietro al
Simulatore
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