Dallara Magazine - page 20

Michela, come sono andati i primi test
con la Formula E?
«Durante i test abbiamo avuto tutta una
serie di problematiche tecniche che,
ovviamente, bisogna comprendere dato
che si tratta non solo di un campionato
ma anche di una tecnologia
completamente nuova. Occorre capire che
queste vetture sono un mondo
completamente diverso, non c'è dentro un
motore "conosciuto", che va con la
benzina, eccetera. È alimentata da
energia elettrica e questo cambia tutto il
discorso. Alla fine ho girato veramente
poco ma, fortunatamente, almeno con la
seconda vettura siamo stati in grado di
completare più chilometri e acquisire un
po' di dati, così da poter lavorare un po'
sulla macchina».
Che impressione le ha fatto il
campionato?
«In questo test ne abbiamo potuto
saggiare i lati positivi. L'organizzazione è
stata fantastica, l'idea è geniale, il livello
dei piloti e delle squadre altissimo è
soprattutto c'è un'attenzione mediatica
enorme. Poi il calendario parla da solo,
visto che si andrà a correre in location
splendide. Io credo che ne verrà fuori una
stagione eccellente, anche se ovviamente
ci sarà da imparare».
In cosa la vettura è diversa da una
formula "normale"?
«La macchina è completamente diversa
da qualsiasi altra cosa abbia mai guidato.
E'... strana. E' una Formula,
indubbiamente, ma che ha un peso
importante, quasi 800 chili. Quindi il
comportamento è differente rispetto a
quello delle formule tradizionali. Per me
non è stato facile usare per la prima
volta i freni in carbonio, che non
conoscevo. Ed è difficile anche la gestione
del riscaldamento, per via del fatto che
l'autonomia è limitata quindi devi
scaldare e portarla subito al limite.
Questo in particolare per me è un ottimo
esercizio».
E come si è trovata con l'assenza
di rumore?
«Tra le cose più strane c'è proprio il fatto
di non sentire il rumore della macchina.
Non è qualcosa che mi da fastidio, ma
bisogna abituarcisi. Certo, il rumore del
motore è anche un riferimento al quale ci
si può affidare, per esempio in uscita di
curva, per capire meglio il come la
macchina sta accelerando e come stai
andando. E' un elemento in più a che ti
può dare una mano. Nella Formula E si
sente un po' di rumore meccanico solo in
pit-lane. E ad un certo punto, ho anche
tolto i tappi per le orecchie. E lì sono
stata impressionata dal rumore del vento.
Quando si guida una macchina non ci si
rende conto di quanto l'aria interagisca
con la vettura».
Correrà col team di Jarno Trulli, uno
dei piloti di riferimento del panorama
italiano. Che effetto le fa?
«Mi sono sento assolutamente lusingata
e onorata. Sembra strano da dire, ma
mi hanno accolto perché contano
davvero su di me e gli interessa lavorare
con me e questo ha compensato anche i
problemi che abbiamo avuto. C'è fiducia
e non mi hanno voluto con loro così per
dire, ma perché ci credono. Questa è
una grande svolta per me e per la mia
carriera verso il professionismo. Poi
avere come compagno Jarno Trulli non
può lasciare indifferenti. Certo ho già
corso insieme a Johnny Herbert, però
con Trulli è diverso, è italiano,
ha avuto una carriera tutta incentrata
sulla Formula 1 e, sebbene prima
di iniziare a correre non seguissi
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Formula E
moltissimo le corse, ha un'età per cui
mi ricordo di lui e dei risultati che
otteneva. Insomma, al momento
quest'occasione mi sembra quasi surreale,
come tutto l'ambiente che ho trovato...
davano quasi per scontato che fossi stata
in F.1, e gli ho dovuto spiegare che una
F.1 a momenti non l'avevo mai vista!».
Qual è il tracciato su cui non vede
l'ora di correre?
«C'è da dire che tutto il calendario è
splendido. Il 14 marzo si va a Miami che
non dev'essere niente male in quel
periodo... sole, oceano... Però attendo
anche Punta del Este in Uruguay perché
quella zona è splendida. Ma tutto il
calendario è eccezionale, perché si
alternano piste in grandi capitali come
Berlino e Londra, ma anche correre a
Monte Carlo. Non pensavo a questo per
come si è sviluppata la mia carriera che
sarei riuscita a correre a Monte Carlo in
un contesto di questo livello. Quello che
manca è una presenza italiana. Roma
sarebbe stata perfetta!».
Diverse piloti donna si stanno
finalmente affermando nel panorama
del motorsport mondiale, pensa che
sia cambiato qualcosa?
Non credo sia cambiato qualcosa. Siamo
parte di questo mondo e stiamo
percorrendo la nostra strada. Certo, forse
il fatto positivo è che si riesce ad andare
avanti, ma la situazione è abbastanza
lineare. Ci siamo da molti anni ormai,
penso anche a Simona de Silvestro,
Beitske Visser e le altre che per qualcuno
forse ora sono una novità ma per me non
lo erano, le seguo già da tempo. Vedremo
dove ci porterà il futuro...
Marco Cortesi
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