19 Ott [12:01]
ADDIO A JACQUES DURANT
L’ultimo dei sognatori
Ci sono notizie così, che restano nell’ombra. Ma ti riempiono di quella tristezza che quando cade in fondo al cuore, come la neve non fa rumore. Jacques Durant è arrivato al capolinea di una vita intensa come poche. Se n’è andato a ottantanove anni, in punta di piedi. Senza clamori, senza conquistare le prime pagine dei giornali. Capita, ai cacciatori di sogni e ai poeti. E il francese era un po’ questo e un po’ quello. Era un artista che usava strumenti particolari: il tecnografo, certo, ma anche e soprattutto gli utensili da officina: disegnava e poi realizzava i suoi progetti. Senza occuparsi troppo dei conti che non tornavano quasi mai. Tanto, le difficoltà non lo abbattevano: potevano metterlo in ginocchio, ma poi si rialzava e ricominciava tutto da capo. Troppo forte, in lui, la voglia di disegnare e costruire in piccola o piccolissima serie automobili molto particolari, belle e con una forte vocazione corsaiola. Prima l’Atla, con il motore della Renault 4CV, poi la Sera con il motore Panarhd. Quindi la Jidé (nella foto) – la J di Jacques e la D di Durant – con il cuore della R8 e della R12 Gordini montato in posizione centrale. Alta tre spanne, leggerissima e dannatamente competitiva in pista e nei rally transalpini fra gli anni Sessanta e i Settanta. Pure bella: una miniatura della Ford GT40. Un centinaio di esemplari venduti non bastarono a permettere alla sua azienda di sopravvivere ad una delle tante crisi ricorrenti del mercato. E allora fondò la Scora. Altro giro, altro regalo. A chi si poteva permettere le berlinette vendute anche in scatola di montaggio e a chi quelle berlinette le vedeva aggredire l’asfalto delle Cevennes, del Criterium Alpin, del TourAuto de France... Altri tempi, ricordi di un’epoca che Durant aveva fatto il massimo per prolungare e alla quale era sopravvissuto. Anni ruggenti, quelli. Come Ragnotti, Robini e Tchine, tre dei tanti piloti che le Jidé e le Scora le sapevano maneggiare bene. Quelli le cui fotografie lo hanno accompagnato nell’ultimo viaggio.
g.ran.