9 Giu [10:22]
Anteprima Acropolis
Un olimpo per pochi
Quarantasette, morto che parla. Difficile non pensare alla smorfia davanti a un elenco degli iscritti, quello diramato dagli organizzatori dell’Acropoli, decisamente miserello. E non c’è da stare allegri. Mentre federali e federalotti se ne stanno abbottonati e coperti in attesa di sapere chi dovranno compiacere dopo le elezioni d’ottobre, il mondiale avanza senza squilli in quella strada senza uscita imboccata qualche anno fa con lo sciagurato calendario allargato ispirato da David Richards, accettato da Guy Frequelin e benedetto da Max Mosley. È una lenta agonia, quella della serie iridata. Forse irreversibile.
La barca fa acqua da tutte le parti ed a suonare sul ponte sono rimasti in pochi e senza tanto estro. Sono quelli che allestendo un appuntamento con il bollino nero ci campano, venditori di fumo in servizio permanente effettivo impegnati a garantirsi un futuro più o meno sereno. Sperando di restare nel giro in qualche modo. Lo fanno i portoghesi e pure gli italiani, forse anche gli argentini. Ma non i greci che con un bilancio sempre più rosso manco osano sperare di restare nel giro. Anche perché cominciano ad averne abbastanza di traslocare da una località all’altra: lasciata Lamia, hanno trovato per un po’ ospitalià ad Atene – ed è stato un bagno di sangue per le finanze dell’Elpa – e adesso hanno piantato le tende a Loutraki. Ridisegnando in parte un percorso che, alla vigilia, hanno già amputato: una prova cancellata per non precisati “motivi di forza maggiore”. Giusto per dare un’idea dello spirito con il quale nella terra degli dei si preparano ad accogliere protagonisti (pochi) e comprimari (pochissimi) del circo.
Battuto sugli sterrati sardi, su strade che non ha mai amato e mai, forse, amerà, il cavalier Sébastien Loeb (nella foto), affronta la trasferta senza più l’assillo di dover vincere: il quarto posto finale gli ha tolto ogni possibilità di centrare la “stagione perfetta”, di fare l’en-plein. Ma non ha intaccato le sue chances, enormi, di portare a casa quel sesto titolo che lo avvicinerebbe a Michael Schumacher, alla leggenda. Solo secondo dietro al suo teorico scudiero Jari-Matti Latvala, Mikko Hirvonen è ancora a diciassette lunghezze dalla vetta della classifica e sa che anche vincendo nell’Ellade non si rilancerebbe. Insomma, non si può fare illusioni. E non se ne fa neppure Malcolm Wilson, malgrado la doppietta isolana dei suoi. La Citroen è sempre làssù, sull’attico. Con un vantaggio – 29 punti – che va venire in mente la storiella del manager che dice al suo pugile che se ammazza l’avversario fa pari...
di Guido Rancati