World Endurance

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Güven primo successo di strategia

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Gounon conquista la sua prima pole

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10 Ago [13:07]

Europeo - Il punto
La tentazione di Kopecky

La corona continentale non è il suo obiettivo. Ha già tante carne al fuoco, Jan Kopecky: c’è l’Intercontinental Rally Challenge da provare a vincere e c’è l’impegno nel Campionato Italiano da onorare. Ma adesso che in un colpo ha quasi raddoppiato il suo euro-bottino stagionale, un pensierino a garantirsi un posto al tavolo d’onore della premiazione FIA di fine anno, potrebbe anche farcelo. Certo, anche dopo essersi messo in tasca i trentanove punti in palio sull’asfalto di Madeira, il ragazzo della Repubblica Céca è ancora lontano dalla vetta. Intanto, però, ha scalato la classifica fino al secondo gradino. Proponendosi come il più ostico degli avversari di Luca Rossetti.

A separare i due, a cinque gare dalla fine della contesa europea, ci sono pur sempre sessantasette punti e sono tanti. Pur se già a fine mese, dopo il Barum che il friulano dell’Abarth non disputerà, è più che possibile che il margine si riduca ulteriormente. E se anche all’est l’appetito vien mangiando... Rox comuque non si preoccupa. Incassa i complimenti di chi ha apprezzato la sua voglia di essere grande protagonista anche sulla Perola di Atlantico e non si cura di chi, creciuto nel culto di Niki Lauda – capostipite dei ragionieri da corsa – mormora che se sull’asfalto dell’isola lusitana se la fosse presa più comoda, avrebbe di fatto chiuso i giochi.

Spiega che a tradirlo non è stato un eccesso di aggressività, ma una valutazione un tantino ottimistica: “In quel tratto, nel passaggio precedente – racconta – avevo avuto la netta impressione che si potesse osare di più e l’ho fatto. Tutto qui”. Difende quella che è stata a tutti gli effetti una scelta non solo d’orgoglio: “Volevo dimostrare che la Punto Abarth è ancora competitiva e può ancora giocarsela alla pari con le auto della concorrenza”, chiarisce. Aggiunge: “Del resto, il vantaggio sugli altri pretendenti al Campionato d’Europa mi consentiva di osare. E’ andata come è andata, ma non ho veri rimpianti: se volevo sfruttare il vantaggio di affrontare la seconda tappa partendo dietro a Freddy Loix, dovevo chiudere la prima a una decina di secondi da lui”.

g. r.