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24 Lug [10:47]

GUIDO IO
Per Andolfi, test fai da te

Guido Rancati

La voce dell'amico rivela un misto di sorpresa e incredulità. Chiama dalla Finlandia dove lui, uomo di corse, è nato e cresciuto e non lo fa solo per rendermi partecipe della sua scelta di vivere la lunga vigilia dell'appuntamento fra laghi, campi e boschi seguendo alcuni di quei test ai quali nessuna squadra poco più che amatoriale non può rinunciare. Mi racconta di essersi così imbattuto anche in Tom Cave e in Fabio Andolfi, due dei ragazzi che proveranno ad essere protagonisti nella sfida del profondo nord con le Hyundai i20 in versione R5.

A sorprenderlo, mi spiega, non è stata la professionalità del team che segue il britannico “perché ormai – dice – tutti sanno che solo per sperare di far bene è necessario non lasciare nulla al caso”, quanto la, diciamo così, leggerezza della struttura che supporta l'italiano: niente ingegnere, nessun esperto di ammortizzatori e nemmeno un logistico che potrebbe venir buono nel caso di un forzato cambiamento di programma. “Ho visto – assicura il mio interlocutore – solo un paio di meccanici che immagino siano bravissimi, ma che potrebbero non bastare per effettuare qualche intervento appena più che di routine”.

Vorrei poter mettere in dubbio le informazioni ricevute, ma proprio non posso farlo. E allora mi vien da pensare cosa si potrebbero inventare i – si fa per dire – responsabili dell'Aci Team Italia per giustificare l'ennesima operazione fatta tanto per fare: non son neppure tanto fantasiosi e potrebbero esibire una serie di certificati con i quali medici illustri testimoniano che un paio di ingegneri e almeno un altro paio di meccanici hanno dato forfait per un raffreddore. Ma penso anche e soprattutto al pilota savonese abbandonato a sé stesso e ai tristi fiancheggiatori dei federalotti italici. E vorrei tanto che coloro sempre pronti ad abbassare il capo e a dire di sì per un miserrimo interesse personale o solo per piaggeria si fermassero un attimo a riflettere...