18 Ott [15:27]
RALLYE ANTIBES – FINALE
Basso senza problemi
ANTIBES – “Ben giocata, amico”. La Punto con il numero 1 si ferma a un passo dal cartello giallo che precede l’ultimo parco assistenza e i primi ad andare incontro a Giandomenico Basso sono gli uomini di Michal Solowow. Per fargli i complimenti, of course. Il veneto incassa, ringrazia e poi si concede all’abbraccio dei suoi. E’ fatta, finalmente. Il campione vero dell’Abarth non ha vinto anche la seconda tappa, ma ha vinto la gara. Alla stragrande. E facendolo ha messo altri cinque punti fra sè e l’imprenditore-pilota polacco. Il titolo europeo ancora non l’ha in cassafoprte, ma gli basta allungare una mano per acchiapparlo. I numeri confermano: in vantaggio di quattordici punti, al Valais gli basterà rastrellarne sei per mettersi al sicuro da ogni sorpresa.
“Anch’io ho fatto i conti, anch’io ho già pensato che se vinceremo le prime due tappe dell’appuntamento svizzero saremo campioni”, fa Mitia Dotta. Giando annuisce e si fa scappare una mezza promessa: “Vuol dire – dice – che proverò ad essere più veloce di Solowow nelle due frazioni iniziali in modo di festeggiare il titolo già la sera prima dell’ultima tappa”. Si chiacchiera, nel parcheggio del Min di Nizza. Il dominatore del fine settimana fra la Costa Azzurra e le Alpi Marittime conferma di non esseresi divertito poi tanto nelle due boucles domenicali. “E’ che – spiega – a me piace attaccare o difendermi, ma solo se gli avversari sono a pochi secondi. Stamani, invece, sono ripartito con quasi due minuti di vantaggio e l’imperativo di non sbagliare niente. Ed è una situazione che non mi piace”.
Si chiacchiera e si aspetta che dopo Solowow e Julian Maurin, terzo a sorpresa con la Fabia “italiana”, al gruppo si unisca anche Luca Betti, l’eroe della giornata. Ma il cuneese tarda ad arrivare. Quando finalmente compare all’orizzonte, non ci vuole una gran vista per vedere che quel che resta della ruota posteriore sinistra della sua 207 va di qui e di là. “E’ successo tutto alla fine dell’ultimo tratto cronometrato: il cambio si era indurito e mi sono deconcentrato quel che basta per urtare qualcosa”, informa. L’inossidabile Innocenti dà un’occhiata ai danni e lo tranquillizza: “Nei dieci minuti che avremo a disposizione – gli assicura – ti metteremo in condizione di arrivare al traguardo”. Detto e fatto: la Peugeot della Kimera Motorsport esce dall’assistenza quasi guarita. Betti evita la beffa.
All’appello manca invece Massimo Cesa che all’inizio dell’ultimo giro ha staccato una ruota della C2 R2 Max e manca pure Marc Amourette che ha commesso lo stesso errore del bellunese e ha azzoppato la sua C2 Super1600. Offrendo il quarto posto al sempre più convincente Thierry Neuville. “E’ stato un bel fine settimana”, commenta serafico il ragazzino belga. Non per tutti, ça va sens dire. Ma per lui lo è stato davvero. Per lui e ovviamente per Basso.
Guido Rancati
La classifica finale
1. Basso-Dotta (Abarth Grande Punto S2000) in 2.45'35"7
2. Solowow-Baran (Peugeot 207 S2000) a 3'00"1
3. Maurin-Thimonier (Skoda Fabia S2000) a 6'55"8
4. Neuville-Gilsoul (Citroen C2 R2 Max) a 10'47"2
5. Perrin-Perrin (Citroen C2 R2 Max) a 13'43"8
6. Lions-Veillas (Mitsubishi Lancer EVO IX)) a 13'47"6
7. Escharavil-Salva (Renault Clio S1600) a 14'30"3
8. Bosch-Tempier (Citroen C2 R2 Max) a 16'10"5