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9 Ott [13:38]

Intervista ad Alberto Puig, manager di Dani Pedrosa

In Moto GP ci sono molti personaggi che lavorano più o meno all’ombra dei piloti, come può essere l’entourage di Valentino Rossi, o la famiglia che Loris Capirossi si porta sempre dietro, con la moglie che collabora nelle ultime stagioni con Mediaset per alcuni promo. C’è invece un personaggio molto contestato, che è il manager di Dani Pedrosa. Non piace perché pare sia riuscito ad influenzare molte scelte della Honda e del team per il quale il giovane spagnolo corre. Ecco cosa emerge da un’intervista che gli è stata fatta da MotoGP dopo l’ultimo GP d’Australia da motogp.com.


Dani era uno dei candidati al titolo 2008 e ora probabilmente non sarà nemmeno secondo. Cosa è successo?

"Per prima cosa alcuni piloti hanno fatto meglio di lui, questo è chiaro. Ha iniziato la stagione appena operato ed è arrivato in Germania da leader del mondiale. Altra caduta e nuova operazione a metà anno che hanno rotto il ritmo e a partire da lì il panorama è cambiato. Ha perso molti punti in poche gare e l'occasione di lottare per il titolo".

La prima scelta drastica è stata il cambio di pneumatici. Perché è stato fatto?

"Perché il materiale che avevamo a disposizione non era all'altezza. L'unico team che aveva scommesso con forza su Michelin era stato Honda con Dani Pedrosa. Ci era stato promesso un materiale altamente competitivo, e cosi è stato nelle prime quattro gare. Da lì in poi però, le gomme hanno smesso di essere performanti, molto prima della caduta di Dani in Germania. Quando aspiri a vincere un Campionato del Mondo la cosa logica è utilizzare i materiali migliori. Credo che Michelin abbia fatto il possibile con il materiale che aveva, ma non era sufficiente".

Si lavora meglio con il muro che divide il box?

"Io direi che si lavora alla stessa maniera. Il muro è imposto dalle case di pneumatici, è successo in Yamaha e ora con il nostro team, non è una cosa che abbiamo chiesto noi. Dani non ha mai fatto molto caso a quello che faceva il suo compagno di squadra, per questo il lavoro nel box non sarebbe cambiato con o senza muro. A Dani non ha mai creato problemi".

Nicky Hayden ha dichiarato in varie interviste che il muro lo ha infastidito. C'era una collaborazione prima che ora si è interrotta?

"L'unica cosa che posso dire è che Hayden potrebbe essere infastidito dal non poter più accedere ai dati della telemetria della moto di Pedrosa. Con queste informazioni migliorava molto la sua guida perché aveva tutte le referenze di Dani e adesso non può più. Semplicemente copiava perché non è mai stato in grado di mettere a punto la sua moto. Un pilota professionista non può `frignare´ per non poter accedere ad informazioni dell'altro pilota perché deve cercare il meglio per sé è il suo lavoro, non dell'altro. Tutti sanno che un team di moto non funziona come uno di calcio. Ognuno dei pilota lotta per se stesso e la casa appoggia sempre il pilota con più opzioni. Perché vince sempre uno solo. È sempre stato così e sempre lo sarà, chi dice il contrario mente".

Però la relazione tra Dani e Hayden è sempre stata difficile, non c'è nulla di nuovo.

"Questo non è vero. Tutto è cambiato quando Dani in Portogallo fece un errore, per poi scusarsene a fine gara. Nicky vinse il Campionato e Dani fece quello che doveva fare a Valencia, aiutandolo. Ma nonostante Hayden neghi, a partire da quel momento non ha smesso di parlare su quanto fosse strano Dani e su quanto lo fossero tutti quelli che gli stavano intorno. Non dovrebbe essere tanto ipocrita quando dice di non avere nessun problema con Pedrosa perché dal Portogallo in poi gli ha rivolto la parola due volte. E non metta in mezzo il manager di Dani perché questo è un suo problema con un altro pilota".

La rivalità tra i due è stata cosi forte come si lascia intendere?

"Sinceramente e senza voler offendere nessuno, non c'è stata rivalità nel box. Nicky ha vinto il titolo nell'anno d'esordio di Pedrosa e da quel momento non ha più fatto risultati degni di nota. Dani ha acquisito esperienza nella categoria da solo, Nicky è sempre stato dietro e per questo non è stato un rivale di peso".

Si è insistito molto riguardo il miglioramento della comunicazione in Honda. È andata cosi quest'anno?

"Da parte nostra la comunicazione è stata eccellente. Si sono fatti passi in avanti a livello operativo e dal Giappone hanno imposto un ritmo di lavoro frenetico che ha dato i suoi frutti visto che adesso la moto lavora molto bene. Il nuovo team manager Yamano, prende le sue decisioni con determinazione e a nostro parere è un grande beneficio".

Le voci maligne dicono che sia lei a controllare Honda. Come risponde a queste insinuazioni?

"Credo che sia una mancanza di rispetto nei confronti di Honda, e di chi lavora per questo gruppo. Io mi limito ad apportare la mia esperienza nelle competizioni perché Honda me lo ha chiesto e perché insieme a Dani nelle categorie minori abbiamo vinto tre titoli. Se si riferisce alle dichiarazioni di Hayden nelle quali dice che sono io a controllare tutto, dovrebbe rendersi conto che in questo paddock spesso si equivoca. Nessuno controlla nessuno, sono i risultati che comandano e mettono ognuno al proprio posto".

Nicky non continuerà con Honda nel 2009, ma nemmeno Dani ha raggiunto gli obiettivi prefissati.

"È chiaro che i risultati che ci aspettavamo sia noi che Honda non sono arrivati. Quello che è successo quest'anno ad Hayden, potrà succedere anche a Pedrosa se non arriverà a consguire dei risultati importanti. E l'unico obiettivo per una casa come Honda è logicamente la vittoria del titolo. Questo lo sa qualunque pilota professionista, e quello che dovrebbe sapere Hayden è che non si vince per quanto fanno quelli che stanno intorno a te, ma per i risultati che raccogli domenica per domenica".

Cosa pensa del passaggio alla monogomma e cosa significherà per Dani che è passato a Bridgestone dopo Misano?

"Quando abbiamo cambiato lo abbiamo fatto per trovare il materiale che ci fornisse la maggior fiducia possibile. Dal mio punto di vista, una cosa positiva della monogomma è che nessuno potrà lamentarsi. A livello sportivo, credo che le gare si livelleranno molto e non ci sarà tutta la differenza che abbiamo notato in questi ultimi anni. Tutti correranno con la stessa gomma. Ancora non è chiaro quale sarà la gomma, ma ogni pilota potrà adattare la sua moto alle gomme disponibili. A livello tecnico, è stato molto interessante per noi poter provare questi pneumatici quest'anno".

Il prossimo anno sarà Andrea Dovizioso a dividere il box con Dani Pedrosa, cosa ne pensa?

È un passaggio logico per un pilota che ha corso tutta la vita con Honda, in 125, 250 e MotoGP. È stato fedele alla fabbrica e ora arriva in un momento perfetto. Da parte nostra non cambierà molto e non cambierà il nostro modo di lavorare. Sarà un rivale in più.


Nella foto, Alberto Puig con Dani Pedrosa