Michele Montesano - XPB Images
Con l’arrivo della pausa estiva, e i motori delle Hypercar spenti, si possono tirare le somme della prima parte di stagione del FIA WEC. Varcato il giro di boa del campionato dopo la 24 Ore di Le Mans, e quando mancano solamente tre appuntamenti al termine, lo scenario finale del Mondiale Endurance sembra già delineato. Infatti finora è stata la Ferrari a dominare la scena vincendo le prime quattro gare, inclusa la maratona del Circuit de La Sarthe. L’unica variazione sul tema è stata la 6 Ore di San Paolo, dove si è assistito a una perentoria doppietta Cadillac.
Ma a sorprendere è stato senza dubbio un netto cambio delle forze in campo. Infatti, a distanza di 12 mesi, si è passati dalla lotta tra
Porsche e Toyota, che si sono divisi i titoli al termine della stagione 2024, al dominio Ferrari e al primo successo di Cadillac nel WEC. Inoltre sia il costruttore tedesco che quello giapponese sono quasi del tutto scomparsi dai radar. Colpa del BoP (Balance of Performance) o merito delle altre squadre? Fatto sta che finora si è assistito quasi sempre a gare tirate e combattute fino all’ultimo.
Non si può che iniziare dal marchio che ha dominato l’intera prima metà del Mondiale Endurance. Già vincente a Le Mans negli anni passati, la
Ferrari ha sorpreso per l’incredibile costanza e l’equilibrio che si è creato tra gli equipaggi. Infatti, in questa stagione tutte e tre le 499P hanno conquistato almeno una vittoria, segno inequivocabile della competitività dell’Hypercar di Maranello. Nella 1812 km del Qatar, primo appuntamento stagionale del WEC, si è assistito a una tripletta tutta Ferrari con l’equipaggio composto da Antonio Fuoco, Miguel Molina e Nicklas Nielsen che ha tagliato per primo il traguardo.
Terzi a Losail, Alessandro Pier Guidi, Antonio Giovinazzi e James Calado si sono rifatti subito vincendo davanti al pubblico di casa a Imola per poi ripetersi nella successiva 6 Ore di Spa, dove si è registrata anche una doppietta Ferrari. A completare il quadro, la straordinaria vittoria della 499P di AF Corse al termine di una serrata 24 Ore di Le Mans che ha visto come protagonisti assoluti Robert Kubica, Yifei Ye e Phil Hanson.
Inoltre, il terzo posto conquistato in Francia ha permesso a Pier Guidi-Giovinazzi-Calado di rafforzare il primato in classifica generale. Il terzetto della Ferrari numero 51 è seguito, a sole 12 lunghezze, dai vincitori di Le Mans. Di contro, esclusi per un’irregolarità tecnica sulla 499P al termine della 24 ore, Fuoco-Molina-Nielsen sono ora quarti a 48 punti dalla vetta.
Protagonista assoluta delle prime quattro gare, Ferrari è stata offuscata da
Cadillac nella 6 Ore di San Paolo. Estremamente veloce sul giro secco, come dimostrato dalla Hyperpole conquistata a Le Mans da Alex Lynn, alla V-Series.R LMDh è mancato sempre qualcosa per poter tramutare il potenziale in vittoria. I pianeti si sono allineati in Brasile dove, un BoP più favorevole, ha consentito alle Hypercar americane di dominare sia la qualifica sia la gara. Lynn, Norman Nato e Will Stevens hanno tagliato per primi il traguardo con oltre 57 secondi di vantaggio sui compagni di squadra Earl Bamber, Jenson Button e Sebastien Bourdais.
Risultato che rende merito sia alla Cadillac ma soprattutto al
Team Jota. Dopo due stagioni in cui ha gestito le Porsche 963 LMDh private, la squadra inglese è stata scelta al termine dello scorso anno dalla Casa americana per sostituire il Chip Ganassi Racing.
Concluso un rapido periodo di rodaggio, la nuova accoppiata angloamericana è subito apparsa tra le più competitive in pista. I risultati parlano chiaro con Cadillac che occupa il secondo posto nella classifica costruttori, a 55 lunghezze dalla Ferrari, e Lynn-Nato-Stevens terzi a 37 punti dalla vetta. Il marchio americano si è quindi guadagnato sul campo il ruolo di primo avversario del Cavallino Rampante.
Per due costruttori che sorridono ce ne sono altrettanti che masticano amaro, è il caso di Toyota e
Porsche. Proprio il marchio tedesco si è ritrovato, nell’arco di un anno, da primo attore a semplice comparsa. Il terzo posto nella classifica costruttori è frutto di una lieve ripresa di competitività dopo un avvio di stagione da incubo.
Le due 963 LMDh gestite dal team ufficiale Penske Motorsport, nelle prime tre gare sono state costantemente ai margini della top-10. La musica è cambiata nella 24 Ore di Le Mans, dove i campioni in carica Kevin Estre e Laurens Vanthoor, supportati da Matt Campbell, sono riusciti a spezzare il dominio Ferrari conquistando il secondo posto.
Ugualmente in Brasile, in occasione della 6 Ore di San Paolo, le Porsche sono state le uniche a impensierire, seppur marginalmente, le Cadillac. Julien Andlauer e Michael Christensen hanno concluso a podio, a quasi un minuto dai vincitori, precedendo i compagni di squadra Estre e Vanthoor, quest’ultimi doppiati di un giro.
A dispetto degli aggiornamenti portati prima dell’inizio di stagione, sfruttando anche i relativi Joker, le 963 LMDh hanno pagato una scarsa competitività e un passo gara inferiore rispetto alla concorrenza. Inoltre, la scelta di schierare solamente due piloti fissi a equipaggio, alternando il terzo nelle gare più lunghe, non ha dato i benefici sperati. A stridere è il confronto, a parità di vettura e team, con le vittorie ottenute in IMSA.
Ugualmente
Toyota non ha molto da festeggiare. Il costruttore giapponese sta vivendo la sua peggior stagione da quando è stata introdotta la classe Hypercar. Mai a podio le due GR010 Hybrid non hanno fatto meglio del quarto posto, ottenuto nella 6 Ore di Spa dal terzetto Sebastien Buemi, Brendon Hartley e Ryo Hirakawa. Tuttavia la costanza finora ha premiato l’altro equipaggio composto da Kamui Kobayashi, Mike Conway e Nyck De Vries, attualmente al sesto posto in classifica generale a 61 punti dalla vetta. Risultati che, se combinati, vedono Toyota quarta nella graduatoria costruttori.
Sebbene le GR010 Hybrid negli ultimi anni non avessero particolarmente brillato in qualifica, in gara erano state costantemente le vetture da battere. Il vantaggio di sfruttare al meglio gli pneumatici, consentendo di utilizzare le mescole più morbide anche oltre il doppio stint, in questa stagione si è completamente sgretolato.
Toyota nella prima metà di campionato è sembrata la brutta copia di se stessa. Forse il progetto della vettura, se confrontato con le altre Hypercar, sta pagando il peso dell’età. Ricordiamo che la GR010 Hybrid, nella prima fase della sua carriera agonistica ha vinto contro avversari decisamente meno agguerriti rispetto a Ferrari, Cadillac o Porsche. Vedremo se nelle prossime gare tornerà competitiva, magari vincendo nella gara di casa al Fuji.