19 Set [11:34]
CONTROCANTO
Non basta un “dottore”
per un Mondiale in crisi
I rally gli piacciono, da sempre. E Valentino Rossi non ha mai fatto niente per nasconderlo. La sua passione per le gare su strada, del resto, ha origini lontane: a trasmettargliela era stato papà Graziano, quando lui ancora non era il “Fenomeno”. La sfogava da spettatore, scarpinando ai bordi delle strade del Sanremo per vedere in azione Colin McRae, Didier Auriol e gli altri tenori dell’epoca. Poi, inevitabilmente, il pluridecorato delle ruote è passato dall’altra parte della barriccata. Ci ha provato e riprovato, ha affrontato con una Peugeot 206 Wrc le speciali infangate del Galles e succesivamente, con una Subaru Impreza (nella foto), quelle più scorrevoli della Nuova Zelanda. Con scarso successo: nella “perfida Albione” è scivolato fuori dopo pochi chilometri, agli antipodi ha tenuto botta fino alla fine, ma è arrivato quando già ad Hamilton cominciava a far notte. Viaggiando a due secondi e passa al chilometro dai migliori, s’è beccato una ventina di minuti da Marcus Gronholm e, quel che è più imbarazzante, più o meno la metà da Luis Perez Companc che non ha fama di essere propriamente un fulmine. Ma si sa: la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie… A prescindere dalle doti, dai risultati, da tutto.
Ora è deciso a ritentare l’esperimento. Di nuovo in Galles e non solo perché... l’assassino torna quasi sempre sul luogo del delitto. Bene, benissimo. Se il terzo tentativo serio – le kermesse di fine stagione tipo Monza e Bologna sono un’altra cosa – lo effettuasse da privato. Invece, appena s’è sparsa la voce che “the Doctor” ha in mente di tornare con casco, tuta e copilota a Cardiff, è partita la corsa ad offrigli un volante. L’ha fatto Malcolm Wilson per conto della Ford e l’ha fatto David Richards per la Subaru, entrambi ovviamente molto attratti dal prevedibile ritorno d’immagine. Che non riuscirà a mascherare lo stato di crisi di un mondiale nel quale, ormai, c’è spazio solo per pochi piloti veri e tanti, troppi piloti con la valigia. O, nel caso del pesarese, con i riflettori perennemente addosso. La serie iridata scricchiola e suonare la grancassa per coprire rumori sempre più sinistri serve a poco. No, non va tutto bene, madama la marchesa. Anzi, va (quasi) tutto molto male.
Guido Rancati