12 Giu [16:59]
Controcanto
Una lezione che arriva dalla savana
Metti una sera all’ora di cena. In Kenya, l’altra settimana davanti a un televisore. Sulle principali reti vanno in onda i notiziari: politica interna, politica estera, cronaca. E a seguire, lo sport con servizi piuttosto ben curati sugli avvenimenti nazionali e internazionali. Flash sugli europei di calcio e sul cammino, stentato, della nazionale keniota verso un improbabile mondiale, sul campionato nazionale di basket e quello di pallavolo, sul rugby a sette e sul cricket. Ma anche un paio di minuti sul Safari Rally. Ogni giorno, dall’antivigilia del via alla conclusione. Senza “marchette” e senza chiacchiere inutili, con filmati magari non di qualità eccelsa e tuttavia ampiamente sufficienti a rendere l’idea di dove Carl “Flash” Tundo e gli altri stavano correndo.
Gli ampi spazi televisivi e quelli ancora più ampi dedicati al rally nella savana dai quotidiani – una pagina al giorno dal martedì prima della gara al lunedì successivo – non bastano a spiegare gli ottantun verificati, ma aiutano a capire come e perché il Safari ha da qualche anno uno sponsor importante come la Kenya Commercial Bank che, fra l’altro, patrocina anche il campionato nazionale rally. E come e perché stia aumentando in modo esponenziale il numero dei piloti keniani che possono contare sull’aiuto concreto di aziende importanti. Il tutto senza che nel Paese equatoriale esista una struttura specifica come quella creata nel Bel Paese dall’Aci per promuovere lo sport delle quattro ruote…
ran.