16 Ott [23:48]
Hyundai nomina Wheatley
Come nuovo Direttore Sportivo
Michele Montesano
L’imminente ingresso di Hyundai nel FIA WEC, con il suo brand premium Genesis, ha quasi messo in secondo piano il programma nel Mondiale Rally. Anziché difendere il titolo conquistato lo scorso anno con Thierry Neuville, la Casa coreana si è ritrovata a svolgere un ruolo da comprimaria, tanto che i piloti hanno faticato a battere la concorrenza di Toyota riuscendoci solamente nel Rally dell’Acropoli con Ott Tänak.
Cyril Abitebou, a capo di Hyundai Motorsport, si è ritrovato a lavorare su più fronti. Infatti, oltre a seguire lo sviluppo della GMR-001 LMDh, a impegnare il manager francese è stato anche il trasferimento della sede europea da Alzenau a Offenbach, sempre in Germania. Non per ultimo la realizzazione del nuovo centro Genesis a Le Castellet, non lontano sia dal circuito del Paul Ricard che dal quartiere generale di Oreca, partner per quanto riguarda il telaio della Hypercar.
Seppur presente sui campi di gara, giocoforza Abiteboul ha dovuto mollare la presa nel Mondiale Rally. Ciò si è riverberato in una prestazione tutt’altro che convincente delle i20N Rally1 nell’arco della stagione. Vista l’attuale situazione, in Hyundai hanno quindi scelto di affidare la direzione sportiva del reparto WRC a uno dei profili più esperti del panorama internazionale.
Nel Rally dell’Europa Centrale si è visto nel Service Park del marchio coreano Andrew Wheatley, figura che conosce molto bene il mondo del traverso. Dopo quasi vent’anni trascorsi in M-Sport, dove ha gestito progetti per Ford, Bentley e Jaguar, il britannico ha assunto in FIA il ruolo di Road Sport Director, coordinando le attività dei tre campionati mondiali WRC, World RX e W2RC.
Sebbene entrerà in carica a partire dal primo gennaio 2026, Wheatley sfrutterà questi ultimi rally per studiare a fondo la squadra. Al britannico spetterà un ruolo cruciale, oltre a far risalire la china a Hyundai, dovrà convincere i piani alti a valutare l’idea di sviluppare una nuova vettura in vista del cambio regolamentare. Anche se il rischio di chiudere il ciclo, iniziato ormai 11 anni fa con la i20N, resta tutt’altro che un’ipotesi remota.