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a Sepang nell'Asian Le Mans Series

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27 Giu [9:40]

Intervista a Luca Rossetti
dopo l'exploit di Ypres

L’Italien qu’on attendait pas. Il titolo a tutta pagina scelto da La Derniere Heure, quotidiano francofono di Bruxelles, per salutare la vittoria a Ypres di Luca Rossetti dice proprio tutto. Soprattutto, esprime la sorpresa, peraltro largamente condivisa, dei colleghi belgi per il successo del friulano in una gara da prendere con le molle. Ebbene sì: che dopo due giorni di sfide scandite da colpi si scena fosse proprio il Ross a far festa sulla pedana nella splendida piazza principale della cittadina vallone, non se l’aspettava nessuno. Neppure l’interessato:"Effettuate le ricognizioni – spiega– sono andato da Fabrizio Fabbri e l’ho messo al corrente di quanto difficile fosse l’appuntamento nelle Fiandre. Lui mi è stato a sentire, mi ha guardato e poi ha ribattuto che se il rischio di andare a sbattere era così alto, forse era il caso di ricaricare tutto sui camion e tornare a casa”. Il contitolare della Racing Lions conferma: “Il nostro obiettivo principale resta il campionato italiano e con il San Martino di Castrozza praticamente dietro l’angolo, non era il caso di complicarsi la vita...".
La ritirata strategica non c’è stata. Saggiamente, il pilota della Peugeot Italia ha affrontato senza esagerare l’asfalto di Ypres. Uno dopo l’altro, ha schivato i tanti trabocchetti. Ha vinto. E dopo diciotto prove speciali altamente adenaliniche, con lunghi tratti da affrontare in pieno e staccate da brivido, ha bissato il primo posto del Salento.

Il 16 giugno, la prima vittoria nel tricolore e sette giorni dopo il bis nell’Intercontinental Rally Challenge. Peccato che il calendaio non preveda un appuntamento mondiale nell’ultimo fine settimana di questo mese...
“Non ci avevo pensato, ma in effetti è proprio un peccato. Scherzi a parte, la serie iridata resta sempre il punto d’arrivo. Anche se mi rendo conto che arrivare a frequentarla stabilmente è sempre più difficile”.

Come è maturata l’idea di correre a Ypres?
“Correre è la mia passione, ma anche il mio lavoro e mi sono detto che era arrivato il momento di provare a farmi vedere anche all’estero. In Italia credo di avere un certo mercato, ma è bene cercare di allargare gli orizzonti e l’unico modo è farsi vedere. E allora...”.

Un investimento, insomma.
“Assolutamente sì. Grazie all’appoggio dei miei sponsor e ovviamente della Racing Lions che mi ha dato una grossa mano”.

Che ne pensi dell’Intercontinental Rally Challenge?
“La serie è estremamente interessante. Da quanto ne so è composta da belle gare ed è abbordabile anche senza disporre delle cifre enormi che ormai sono necessarie per disputare il mondiale. E poi vedo che già ora di costruttori impegnati più o meno direttamente ce ne sono parecchi”.

Questa spedizione avrà un seguito?
“Penso proprio di sì. Purtroppo la quasi concomitanza con l’Alpi Orientali non ci permetterà di essere a Madeira, ma andrò nella Repubblica Ceca per effettuare le ricognizioni del Barum e dopo il Sanremo conto di disputare il Valais. Qualche assaggio sperando di far fruttare l’esperienza l’anno venturo”.

di Guido Rancati