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Indy Road - gara
Palou mette tutti in riga

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World Endurance

Spa – Gara: tripudio Ferrari
Doppietta in Hypercar e vittoria in GT

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Digione - Gara 2
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formula 1

Verstappen al Nordschleife
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F4 French

Digione - Gara 1
Munoz, terza vittoria 2025

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30 Set [15:29]

Jean-Pierre Mondron al Safari Classic

Viaggio, spedizione. In swahili, safari. E l’East African Safari Classic è un viaggio, una spedizione per appassionati delle avventure a quattro ruote. Una corsa per auto di ieri e ieri l’altro nella savana, una corsa dura e lunga, da Mombasa a Mombasa attraversando una bella fetta del Kenya e con un’incursione in Tanzania. Da domenica 22 novembre a martedì 1° dicembre, con soste a Voi, ad Arusha, Amboseli, Naivasha e ancora Voi. Bei posti, ma la trentina di equipaggi che affronteranno le piste africane non avranno tempo per godersi i panorami.

Fra loro, Jan Duncan che è forse il migliore rallista keniano di tutti i tempi e che per complicarsi un po’ la vita ha scelto di gareggiare cona Ford Mustang, ma anche Jean-Pierre Mondron. Capelli biondi e fisico non proprio asciutto, il vallone è l’uomo che insieme a Marc Van Dalen ha creato e gestisce la Kronos Racing. Per Kris Meeke e gli altri che corrono con le auto delle struttura belga è l’altra metà del cielo, l’uomo che si occupa dei conti e non solo. È stato un discreto pilota, parecchi anni fa. In tempi più recenti ha anche disputato la Dakar. Ha contratto il mal d’Africa. “In effetti – ammette – è il mio amore per il continente nero ad avermi fatto decidere di affrontare il prossimo Safari. Ma anche la voglia di dare un ulteriore sviluppo alla Kronos Vintage, dimostrando che sappiamo anche lavorare su auto storiche”.

Come, appunto, la Porsche 911 che userà lui e quella che avrà Thierry de Latre du Bosqueau. Con l’obiettivo di arrivare nei primi dieci. “L’auto – spiega – è stata completamente rifatta da noi, è solida e performante. Con uno come Freddy Loix alla guida si potrebbe vincere, ma il piacere, questa volta, è tutto mio e mi pare più ragionevole puntare a un piazzamento...”.

Mzungo Mzee