21 Mar [8:43]
L'OPINIONE
Ricognizioni vietate
ma non per tutti
Perché scandalizzarsi? In fondo, così fan tutti... Han detto più o meno così i protagonisti della massima serie tricolore convocati da Paolo Andreucci (nella foto) qualche giorno prima del Ciocco per discutere di sicurezza e ricognizioni. O almeno è quello che si evince dalle cronache. Big veri e presunti del rallismo italiano hanno in qualche modo ammesso di essersene infischiati della norma che da tre anni a questa parte vieta di consumare strade catramate o sterrate del Bel Paese in interminabili avanti e indré. Hanno barato e lo hanno fatto sapere con un candore persino fastidioso. Certi di un'impunità che si basa sulla debolezza di una sub-federazione che storicamente si regge sul vivi e lascia vivere. Nella confessione non ci trovo niente di bello e neppure di edificante. Può essere che adesso i furbi a tutti i costi si sentano meglio, di certo devono sentirsi ancor peggio quelli - pochi o tanti che siano non conta - che le regole le hanno seguite scrupolosamente: se fino a metà della scorsa settimana potevano sospettare che molti di quelli che poi in gara li bastonavano avessero giocato sporco, adesso ne hanno la certezza. Le cronache raccontano anche che nella riunione è saltata fuori la proposta di un “gentlemen agreement” - passi per l'agreement, ma il gentleman pare eccessivo - che dovrebbe garantire il rispetto delle leggi. Insomma: il ritorno alla legalità. Grottesco. E la Csai, come sempre, sta a guardare.
di Guido Rancati