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20 Set [9:29]

PUNTASPILLI
I prigionieri delle regole

Fred Gallagher non aveva avuto bisogno di pensarci su: “Di continuare la gara - aveva annunciato pochi minuti dopo che il bollettino medico aveva tolto le ultime speranze che Michael Parks fosse ancora in vita - non se ne parla proprio e ho proposto al collegio dei commissari sportivi di rendere definitiva la classifica dopo la prova speciale di Resolfen”.
È da sempre nel mondo delle corse, l'attuale direttore di gara del Wales Rally GB. Da copilota, ha corso e rischiato per anni. Anche per questo, domenica, s'era rifiutato di pensare al protocollo, all'albo d'oro dell'appuntamento britannico, ai punti mondiali.
Nella vita, esistono delle priorità da rispettare. Sempre e comunque. Un dramma come quello che s'era appena consumato nel parco di Margam non pareva lasciare scelta.
Diverso invece l'avviso dei tre “strewart of the meeting”. Nazin Hoosein, indiano, Christo Kyrakides, cipriota, e John Richardson, inglese, hanno deciso che il rally avrebbe dovuto comunque finire come previsto al Millenium Stadium. In un'atmosfera irreale.
Prigionieri di un regolamento che si sono dati e assolutamente incapaci di fare un'eccezione, hanno costretto i colleghi, gli amici di “Beef” a un ultimo, inutile trasferimento di una settantina di chilometri prima di poter consegnare la tabella. Argomentando la loro decisione con la necessità di non poter interferire nella corsa al titolo. Facendo sapere che confermando il risultato ottenuto sul campo da Marcus Gronholm avrebbero di fatto impedito a Sébastien Loeb di chiudere definitivamente la partita iridata.
L'alsaziano ha risposto loro da uomo vero. Da campione.
“Se devo rivincere il mondiale, voglio farlo battendomi contro i miei avversari, non certo approfittando delle circostanze”, ha detto. Per questo ha “pagato” pegno all'ultimo controllo orario. Compiendo un gesto tutt'altro che simbolico. Che dovrebbe far riflettere tutti i federali. Pur se, al riguardo, non c'è tanto illudersi.

g. ran.