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27 Gen [11:28]

PUNTASPILLI
Quando le idee producono campioni

La ricetta è semplice: qualche migliaio di giovani si sfidano nel corso di una serie di confronti a carattere regionale dalle quali i più interessanti, i più dotati, avranno la possibilità di accedere alla finale nazionale. Niente di che, qualcosa a metà strada fra gimkane e slalom che spesso cominciano nel parcheggio di un qualche centro commerciale. Ma alla fine, il migliore si guadagna il diritto a disputare una stagione di rally quasi completa a costo zero. L’anno che verrà, sei manches del campionato francese con una Citroen DS3 R3T.

E’ l’operazione Rallye Jeunes, bellezza. Quella lanciata sul finire degli anni Novanta dalla federazione francese e che in tempi recenti ha lanciato Sébastien Ogier e, prima ancora, Bryan Bouffier. Quella che convinse Sébastien Loeb, pur battuto da Nicolas Bernardini, a lasciar perdere moto e motorini per correre in auto. Quella che potrebbe essere proposta anche da questa parte delle Alpi. Se l’automobilismo avesse una vera federazione. O solo se coloro ai quali è stato delegato il compito di occuparsi di sport, non dedicassero tutte le loro energie – e quasi tutto il budget a loro disposizione – ad allestire il Rally d’Italia.

E chi, nel Bel Paese, da anni va ripetendo che certe iniziative funzionano grazie all’appoggio diretto di un costruttore, non farebbe male a prendere nota di quanto ha ribadito ancora recentemente Olivier Quesnel: “Per noi, Rallye Jeunes è una formidabile operazione di marketing in quanto darà modo a migliaia di ragazzi di rendere visita alle nostre concessionarie e scoprire l’universo della nostra marca...”.

ran.