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3 Mag [11:54]

Taro – Anteprima
Piatto ricco mi ci ficco...

Bedonia - “Anno nuovo, campionato nuovo”, dice Felice Re alla vigilia del Taro, primo appuntamento dell’IRCup 2013. Aveva (quasi) deciso di mettere casco e tuta in un baule, il lombardo. E invece rieccolo “pronto a nuove sfide. “Almeno in questa serie ritrovo gli stimoli necessari a continuare”, osserva dopo anni di militanza nel Trofeo Rally Asfalto.
Già, gli stimoli. Quelli che a frequentare un campionato distrutto da un interminabile susseguirsi di scelte folli non aveva più. Perché correre fra pochi intimi, con pochissimi avversari può appagare solo quelli che gareggiano per portare a casa una coppa. E Re, da sempre, le coppe le regala al primo ragazzino che vede dall’alto del podio. Non è il solo ad aver cambiato “parco giuochi”. L’hanno fatto anche Corrado e Gigi Fontana, delusi dal vuoto cosmico del trofeo con l’egida dell’Aci e della Csai. E pure loro, come “Happy King” sono certi di aver fatto la scelta giusta. Per la bellezza delle gare, per l’atmosfera che circonda il campionato alternativo. Per il numero di piloti pronti a darsi battaglia per mettere le mani sul titolo. Che sono tanti, proprio tanti: da Manuel Sossella, al debutto con la Fiesta Wrc dell’A-Style, a Luca Ambrosoli, Max Beltrami e Marco Belli con le Xsara. Un bel plateau, sufficientemente attraente da non far sentire troppo la pur dolorosa assenza di Piero Longhi che, non ancora pronta la Mini, avrebbe dovuto affrontare l’asfalto dell’Appennino parmense con la Subaru. Se non fosse stata venduta all’est proprio alla vigilia.
Lotta annunciata al vertice, ma non solo. Intanto fra le Super2000, con Stefano Albertini pronto a sfruttare la 207 della Twister per respingere i prevedibilissimi assalti di apelli, Ballinari e Manzini. Poi fra le Clio R3 con una ventina di assatanati a dar vita a una sfida come da tempo non se ne vedono nel disastrato Bel Paese. E ancora fra quelli con le Twingo e quelli con le Suzuki Swift. Tutti insieme, appassionatamente. A formare un gruppo numeroso: sono novantuno gli iscritti ed è roba d’altri tempi. Roba che dovrebbe far riflettere gli inquilini del palazzo e, soprattutto, il mercante che siede riverito nel tempio…

g. r.