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25 Feb [12:12]

3 domande a...
Riccardo Bertocci

Hockey, che passione. “È che dalle nostre parti pattinare è un po' come camminare e si impara a farlo fin da bimbi”, osservano in Maremma. Dev'essere cosi, a giudicare dal numero di appassionati che affollano il palazzetto ogni volta che gioca il Follonica. E da quelli che seguono la squadra che i Bertolucci e i Michielon stanno trascinando alla conquista dello scudetto. Ma anche la passione per i rally è forte, è quasi un fede. Riccardo Bertocci è uno dei tanti che concilia questa con quella. È stato giocatore ed è stato pilota e se, per raggiunti limiti d'età e magari anche di peso, ha rinunciato ad essere hockeista, tuta e casco ancora non li ha chiusi in un baule. Intanto si dà da fare come organizzatore. Con successo: è diventato presidente dell'International Rally Cup ed è anche grazie a lui che la “serie parallela” ha finalmente abbandonato quell'inquietante deriva “gazebista” di qualche anno fa. È uno che crede in quello che fa, il professionista follonichese. È cosi che adesso che s'è candidato per rappresentare i piloti nel prossimo Consiglio Nazionale Sportivo, si è impegnato in una vera campagna elettorale.
- Ti consideri più pilota o organizzatore?
“Pilota” è una parolona, magari guidatore (dal 1981 …). A parte la battuta, la passione che mi spingerebbe ad essere ogni fine settimana in una vettura da rally, mi fa pensare che se dovessi essere costretto a rinunciare ad uno dei due “ruoli”, ed anche se tale “ufficialmente” non lo sono mai stato, dovrei smettere, mio malgrado, di collaborare con altri organizzatori. L'importante è sempre, e comunque, analizzare i problemi per quello che sono; vivere le problematiche da entrambi gli aspetti può solo aiutarmi a fare qualcosa che possa migliorare, anche di solo un po', questa nostra “malattia”.
- Cosa ti ha spinto a candidarti?
“Mi sono sempre interessato alle varie regolamentazioni che normano questo sport; poi ho avuto la fortuna di essere coinvolto nell'avventura I.R.C. Questo, oltre all'esperienza accumulata in circa venticinque anni, mi ha permesso di vivere ancora più a contatto con i conduttori, gli organizzatori, i preparatori, i commissari, i direttori di gara, ecc., che, ognuno dal loro punto di vista, ha sempre evidenziato le varie problematiche che affliggono questo sport. E proprio perché ho la possibilità di raccogliere le varie idee da vari “attori” dei rallies, ho pensato che sarei stato in grado, con il loro aiuto, di portare la voce (e comunque spesso l'ho già fatto ...) della base fino ai vertici, senza essere “contro” a prescindere, ma “per” qualcosa, proponendo idee in merito”.
- Hai impostato una vera campagna elettorale “all'americana”,con interventi sui mezzi di comunicazioni e persino uno slogan - Candidato per il dialogo - che è una novità per l'automobilismo. Perché?
“Sì, mi pare di essere stato il primo, e questo può solo farmi piacere. Questo perché in tutti questi anni in cui sono immerso in questa disciplina, mai c'era stata prima una diffusa informazione in merito che arrivasse a tutti; purtroppo ancora in molti non sanno quali possono essere le varie rappresentative all'interno del consiglio della commissione, ed in questo modo penso che ognuno si possa responsabilizzare sul futuro del nostro sport .Io, logicamente, spero che la maggioranza dei “colleghi” mi aiuti in questa iniziativa, ma mi auguro comunque che le mie esternazioni convincano molti, a prescindere dalla scelta, a recarsi a votare il giorno in cui verranno indette le elezioni. Siamo solo in attesa di conoscere quando e come si svolgeranno, e spero che di ciò ne sia data ampia notizia”.