10 Nov [14:33]
CONTROCANTO
Dalle piste ai rally ma senza lustrini
Tu eri il vespro, il vespro e non la messa. Eri il compieta e non l'elevazione, a messa si va pure senza fede, il vespro è veramente di chi crede. Versi struggenti, ultimo omaggio a un amore consumato. Pensava a una lei che se n’era andata, il professor Vecchioni. E cantava un’assenza come solo i poeti sanno fare. Sì, vabbé. Eppure...
Eppure, mi tornano in mente per una presenza annunciata. Per il quasi-debutto in un rally di Robert Kubica. Che per tornare a maneggiare un’auto con i numeri stampati ben grandi e con le ruote coperte, per tornare a sentire nel casco una voce diversa da quelle del suo ingegnere di pista, ha scelto una gara che non fa vibrare milioni di persone e forse neppure qualche decina di migliaia di appassionati. Ha scelto le strade messinesi del Rally di Taormina che sono belle e affascinanti, che profumano di lumie, ma non di leggenda. E ha deciso di aggredirle con la Clio R3 di una struttura, la bresciana DP, di amici suoi. Con la certezza che sugli otto tratti cronometrati in programma passerà nel gruppo dei militi ignoti, ben dopo Luca Perdersoli e gli altri al via con le top-car.
Come se la caverà sui centoventun chilometri di prove speciali è tutto da vedere. Ha un enorme telento, il polacco, e non ci piove. Ma nessuno nasce imparato e anche lui avrà il suo bel daffare a “sentire” le note, a sfruttarle. Come l’ha avuto Kimi Raikkonen all’Arctic, al Vaakuna e al MarcaTrevigiana, le sue prime incursioni rallistiche. Quelle che s’è offerto prima di affacciarsi sulla scena mondiale in Finlandia, sempre con una Punto Super2000. Questione di gusti, questione anche di fede: i palcoscenici scintillanti e le vuerrecì sono un po’ come la messa e ci ci si va pure senza. I vespri sono veramente di chi crede. Come Raikkonen, appunto. Come Kubica.
Guido Rancati