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18 Mar [19:00]

Il Rally dei Laghi parla
romeno con Tempestini-Itu

Sono Simone Tempestini e Sergiu Itu i vincitori dell’edizione 2019 corsasi sotto un meteo pazzo che ha reso difficili le scelte di gomme sin dalle prime battute di gara. L’equipaggio della FriulMotor, giunto a Varese per testare per la prima volta la vettura con cui disputerà il Wrc2, il Campionato Mondiale riservato alle R5, ha fatto valere il suo talento e la sua professionalità: “è andato tutto per il verso giusto, dall’affiatamento con la vettura nuova alla scelta delle gomme: sono felice di aver scelto questa gara per prepararmi al meglio per il Tour de Corse che si correrà tra quindici giorni” ha detto il vincitore. La vittoria prestigiosa di Tempestini stravolge anche le statistiche del Laghi: è la prima volta in ventotto edizioni che la corsa varesina viene vinta da un equipaggio straniero così come è la prima vittoria per una vettura di marca Hyundai; c’è di più: dopo otto anni il Laghi non parla varesino: l’ultimo forestiero a trionfare fu il bergamasco Matteo Gamba nel 2011.

Tempestivi, italiano con licenza romena, non ha comunque avuto vita facile. Giò Dipalma e “Cobra” hanno venduto cara la pelle con una gara sempre generosa e all’attacco: aver azzeccato la mescola di pneumatici ha giovato poco ai due della Skoda HK: una foratura li ha costretti ad utilizzare una gomma non idonea; una girata sulla Ps3 ha poi contribuito alla perdita di tempo che, col senno di poi, si è rivelata fatale: “in parte sono contento ed in parte no; ho perso per solo 2” ma sono arrivato alle spalle di un campione del mondo che tra poco si giocherà un altro titolo iridato: sarebbe stato bello bissare il successo di un anno fa ma ero assente da dodici mesi e tornare a questi livelli non è mai semplice” ha detto il pilota di Malnate.

Terzi e con molti rimpianti Simone Miele e Roberto Mometti su Citroen DS3 Wrc: partiti con gomme da asciutto su strade poi rivelatesi molto bagnate, i due vincitori dell’edizione 2016 hanno pagato un pesante scotto nella prima parte di gara; le tre vittorie parziali negli ultimi tre tratti cronometrati non hanno fattoche aumentare i rammarichi di un rally che per loro poteva voler dire ben altro. Sfortunato l’isprese De Tommaso con la Ascalone: il Campione Italiano Junior in carica debuttava su Skoda R5 (Munaretto) ma ha pagato l’errore di gomme e un problema ad una bobina nella seconda metà di gara: è comunque buon quarto. Quinto Mauro Miele che dopo aver “accarezzato” la Skoda in ogni suo lato, tiene a sottolineare che tutti i piloti davanti a lui avevano meno della metà dei suoi anni!

Buon sesto è Potente-Gogni, su Skoda HK bravo e regolare; poi Freguglia-Cerutti, incappati nella peggiore scelta di gomme possibile. Ottavo e primo di S2000 il locale Spataro che insieme a D’Agostino ha disputato l’ennesima gara veloce e generosa e precedendo la rivelazione Pederzani; il figlio d’arte ha stupito per la condotta rapida e senza sbavature su una 4x4 aspirata. Chiude la top ten lo strabiliante duo Maran-Maran: Vanni e Lorenzo, vincitori del Laghi 2007, hanno compiuto una rimonta incredibile a bordo della loro Fiat Punto S1600. Grinta e coraggio da vendere hanno permesso di recuperare un gap “impossibile” su Fusetti-Chiacchella con un colpo di reni sensazionale: la vittoria è arrivata per soli 0”6.
 
“La gara più difficile che abbia mai fatto” ha detto Pizio che con Cecchetto ha però strabiliato pubblico e avversari locali: il novarese non si è fatto intimidire dalle speciali tecniche della provincia di Varese e ha vinto con merito la R2B (Peugeot 208 Valsesia) chiudendo addirittura 12°. Daldini-Rocca hanno prevalso in R3T con la Clio Gima mentre sono i rientranti Ripoli-Bruna i mattatori di una R3C tosta fin dall’inizio; secondi Guzzi-Buffon. Il lavenese Franzetti, con la compagna Caravati, ha fatto sua la difficile N3 chiudendo anche primo di gruppo N e 14° assoluto: alle loro spalle nella classe il bresciano Imperiale e gli evergreen valcuviani Mazzetti-Landolina.

Proprio il genero dei coniugi di Brenta è stato il vero mattatore di un N2 che avrà si perso alcuni protagonisti per strada ma che non ha mai dato segni di avere altri padroni: ampio il distacco sui secondi Iannello-Ferrari e sui terzi D’Alberto-Arata. Serini fa sua la N4 su Mitsubishi Lancer Evo IX; la A0 è andata a Cavalli-Poletti (Fiat Seicento), la A5 ai lecchesi Brambilla-Brambilla (Peugeot 106), la A6 a Rossini-Ciceri (id.) e la A7 ai liguri Fredducci-De Rosa su Renault Clio Williams. In K10 Turetta-Rossi (Peugeot 106) non hanno problemi a regolare i tedeschi Hohlheimer-Schneider specie dopo un timbro fallace di questi ultimi. Agnello-Chinnici vincono la N1 su Peugeot 106.
 
La classifica finale

1. Tempestini-Itu /Hyundai i20 R5) in 53’11”5
2. Dipalma- “Cobra” (Skoda Fabia R5)  in 53’13”5 a 2”0
3. Miele-Mometti (Citroen DS3 Wrc) in 53’34”6 a 23”1
4. De Tommaso-Ascalone (Skoda Fabia R5) in 54’47”0 a 1’35”5
5. Miele-Beltrame (Skoda Fabia R5) in 55’20”5 a 2’09”0
6. Potente-Gogni (Skoda Fabia R5) in 56’25”3 a 3’13”8
7. Freguglia-Cerutti (Skoda Fabia R5) in 56’39”1 a 3’27”6
8. Spataro-D’Agostino (Peugeot 207 S2000) in 57’33”1 a 4’21”6
9. Pederzani-Brovelli (Peugeot 207 S2000) in 57’47”7 a 4’36”2
10. Maran-Maran (Fiat Punto S1600) in 58’30”7 a 5’19”2