24 Gen [15:17]
L'OPINIONE
di Guido Rancati
Quei teppisti da neutralizzare
Era solo un assaggio, un piccolo anticipo della primavera che verrà. Decisamente freddo, il vento è tornato a soffiare sulla Costa Azzurra ieri sera, quando ancora Sebastien Loeb e Daniel Elena stavano festeggiando la loro terza vittoria consecutiva nel Principato di Monaco. E l'inverno è tornato, prepotente. Con temperature adeguate e rovesci di pioggia che sui colli a ridosso del mare s'è trasformata in neve. Sarebbe bastato che la perturbazione fosse arrivata una trentina di ore prima e quella frangia di nostalgici che anno dopo anno sale sul Turini con largo anticipo solo per avere il tempo di raccogliere la neve nei prati e gettarla sulla carreggiata non avrebbe avuto bisogno di affannarsi tanto. Di loro, ultimi officianti di un rito barbaro che azzera lo spettacolo e spesso pretende che venga sacrificato qualche pilota, s'è già detto tutto il male possibile. Adesso che, con le gare ben inquadrate in orari da ufficio, non hanno neppure più la scusa di agire in stato di ebbrezza dopo aver buttato giù di ogni per combattere il gelo notturno. Sono solo teppistelli di borgata, deficienti che non sanno quello che fanno e neppure perché lo fanno. Neutralizzarli è uno degli impegni prioritari dei dirigenti dell'Automobile Club Monaco. Riuscirci non è facile, ma neppure impossibile. Non se riusciranno ad ottenere l'appoggio della gendarmeria francese. È solo questione di volontà e di tempo.
Non c'è da stupirsi che qualche ultras da prova speciale ancora non sia riuscito a capire che anche Mandrake e Nembo Kid, se si trovassero a percorrrere con gomme “racing” qualche decina di metri sulla neve e sul ghiaccio, lo farebbero a una velocità ridicola. Sorprende invece che i responsabili dei top team impegnati nel mondiale non abbiano pensato di piazzare qualcuno sul colle più celebre del rallismo: un paio di ragazzini a monitorare tre chilometri di strada e ad aggiornare la situazione in tempo reale e sia Petter Solberg, sia Marcus Gronholm avrebbero evitato la trappola. In fondo, Daniele Audetto lo faceva già il secolo scorso, reclutando ogni anno un manipolo di appassionati del ponente ligure. Andare avanti e indietro a 1600 metri è stato il primo incarico ufficiale di Sergio Cresto, Claudio Berro e Luca Pazielli...