31 Mar [18:36]
Rally d’Argentina
5 domande per capire
1 – Se come diceva Agatha Christie “Tre indizi sono una prova”, per Mikko Hirvonen è già il tempo del processo? O merita ancora il beneficio del dubbio?
Nella pampas, l’ha fatta grossa e non ci piove. Ma alla fine è stato lui ad evitare che l’incredibile striscia di arrivi dell’esercito fordista si interrompesse. E non è che Jari-Matti Latvala abbia sbagliato meno. Per questo, il pallido non ha perso i gradi. Almeno non ancora. Ma il dubbio che sia una spalla, un’ottima spalla, si fa strada...
2 – Se si parlasse di tennis, Loeb sarebbe definito “ingiocabile” dagli avversari. Davvero non c’è nulla da fare contro l’alsaziano?
Il sistema per fermare la sua galoppata nella storia della specialità ci sarebbe. Offrendogli un giro del mondo con soste ovunque ci sia una mountain-bike e una discesa fra gli alberi. Battute a parte, resta di un altro pianeta. Un extraterrestre, appunto.
3 – Latvala fermo sia il venerdì sia il sabato, grazie al Superally è riuscito a terminare quindicesimo a quasi 50 minuti e ad incassare comunque ben due punti per il campionato Costruttori. Le regole sono regole, ma questa è davvero discutibile…
Già. E non si capisce perché i federali – e i signori del mondiale – si ostinino a non adottare il sistema collaudato con successo nei “campionati regionali” dove ogni giorno ci sono punti in palio per i tre meglio piazzati nella classifica di tappa.
4 – Il giovane Campedelli (nella foto), si sta affacciando sul palcoscenico iridato per il primo anno e qualche buon tempo lo ha fatto segnare. Cosa è lecito attendersi per il suo futuro?
Bravo è bravo. Ed è pure intelligente. La base, insomma, è buona. Se nel Bel Paese qualcuno si decidesse anche di dargli una mano...
5 – Neve, pioggia, fango ormai i pneumatici Pirelli hanno dovuto sopportare di tutto. Promossi dai piloti?
Gli pneumatici, sì. La regola che impone di usare la stessa mescola in Argentina e all’Acropoli, no. Come il divieto a intagliare i battistrada quando le condizioni sono estreme.
a cura di Guido Rancati