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19 Gen [11:50]

SEBASTIEN LOEB

“È un ragazzo sincero, franco e intelligente. Un ragazzo che è arrivato a vincere il mondiale restando semplice e che, spero, saprà restarlo anche in futuro”. Quando gli chiedono cosa pensa di Sebastien Loeb, a Guy Frequelin non pare proprio il caso di ripetere quanto forte va l'alsaziano. O quanto sbaglia poco. Il gran capo dello squadrone Citroen evita di scivolare nel banale ed elenca altre doti del pilota che la passata stagione ha chiuso la corsa al titolo con due gare d'anticipo. È uno che di corse ne sa come pochi, il condottiero dell'Armata Rossa. È stato pilota e venti e passa anni fa, insieme a Jean Todt, perse solo all'ultimissimo assalto la sfida iridata con Ari Vatanen. Sa riconoscere i campioni veri, ma è anche un profondo conoscitore di uomini. E sei anni fa gli era bastato uno sguardo per capire che era il caso di seguire con attenzione quel ragazzino con gli occhi chiari che metteva spesso tutti in riga nel Tofeo Saxo. Il tempo gli ha dato ragione: in rapida successione ha vinto il monomarca della Casa francese, la serie riservata ai terraioli transalpini, il Campionato francese e il Mundialito Super 1600. Secondo due anni fa nel mondiale dei grandi, l'ha vinto al secondo tentativo. Con un ruolino di marcia impressionante: sei primi, sei secondi e due quarti posti Non è cambiato, non ha dimenticato gli anni in cui far quadrare i conti era un'impresa quasi disperata e quelli che gli avevano dato una mano. Per dire, sul porto di Ajaccio, lo scorso autunno, prima ancora di consegnarsi ai cronisti, ha abbracciato forte forte Dominique Heinz, il suo primo sponsor. Senza dirgli niente, perché certe volte le parole proprio non servono. “A lui devo molto”, ha poi detto ai tanti che gli stavano intorno e che non smettevano di chiedergli quanta pressione si fosse sentito addosso nella tre giorni corsa. Poi, con la solita calma, ha risposto a tutti. Spiegando che non gli era stato facile gareggiare sapendo che tutti davano per scontato un risultato che scontato non era affatto. Ma chiarando che era ben più forte la pressione con la quale s'era dovuto confrontare nelle sue primissime stagioni di corse, quando sapeva che se avesse sbattutto non avrebbe potuto disputare i rally successivi”. Il ricordo di quei tempi non lo ha rimosso. Era stato lui a chiedere ai suoi amici di sempre di affrontare la trasferta corsa per poter far tardi con loro domenica, nel caso ci fosse stato qualcosa da festeggiare. Osserva alla vigilia di un Montecarlo che affronterà per la prima volta con il numero 1 sulle portiere: “È fondamentale avere qualcuno con cui dividere i momenti importanti”
La sua è stata una scalata a marce forzate, in nove anni è passato dall'anonimato della legione di appassionati coinvolti dalla Federazione Francese Sport Automobilistico nell'operazione “Rally Giovani” alla notorietà che comporta un mondiale vinto. Non ha avuto molto tempo per fermarsi a pensare. Prova a farlo adesso che ha in testa la corona: “Ho chiuso con la ginnastica quando mi sono reso conto che non sarei mai stato il migliore di tutti. Poi ho iniziato a gareggiare in auto quasi per caso, dopo aver disputato parecchie gare di moto, anzi di ciclomotori”. Nella serie iridata ha collezionato dieci successi. Su ogni tipo di fondo: l'asfalto ghiacciato del Montecarlo, quello del Deutschland e del Sanremo, la terra innevata della Svezia e quella di Cipro, della Turchia e dell'Australia.“Ogni vittoria è bella, ma quella in Turchia della passata stagione avrà sempre un posto particolare fra i miei ricordi perché è la prima che sono stato più veloce di tutti su un percorso sterrato”, ammette. Confessando che cominciava a pesargli il fatto che qualcuno continuasse a considerarlo solo un asfaltista. A chi gli fa notare che il pieno di punti lo aveva già fatto sui tratturi ciprioti, ribatte che sull'isoletta del Mediterraneo orientale il primo posto lo aveva ereditato a bocce ampiamente ferme dopo l'esclusione dalla classifica di Marcus Gronholm: “La vittoria resterà negli annali - dice - ma non la sentirò mai del tutto mia”.

di Guido Rancati

Carta d'identità/Sebastien Loeb


Nato: 26 febbraio 1974
A: Haguenau (F)
Stato civile: celibe
Prima gara: 1995 (Peugeot 106 nel 1995)
Debutto nel Mondiale: 1999 (Citroën Saxo kit car)
Gare iridate: 53
Vittorie: 10
Ritiri: 9
Prove speciali vinte: 132
Punti iridati: 213
Palmarès: Campione del Mondo (2004)
Vice Campione del Monde (2003)
Campione del Mondo Super 1600 (2001)
Campione di Francia (2001)