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7 Lug [9:21]

Festeggiati a Casella
i 50anni Grifone

“Era piovuto e così decidemmo di andare a dare un’occhiata a una parte del percorso, per vedere fino a che punto l’asfalto teneva”. Gigi Bottini è uno di quelli che compongono lo zoccolo duro della Grifone. E racconta: “Naturalmente, anche altri avevano avuto la nostra stessa idea e tutti quelli che incrociavamo, ci salutavano calorosamente. Ero sorpreso: non credevo di essere tanto popolare fra gli altri regolaristi...”. Difatti, all’ennesimo saluto ebbe la certezza che i cenni con la mano e gli ossequi non erano per lui, ma per Luigi Tabaton. “Un grande”, sintetizza il veloce regolarista di tanti anni fa. Aggiunge: “E più passa il tempo, più Fabrizio gli assomiglia”.

Già, gli assomiglia. Ha la stessa passione del padre, lo stesso rigore morale. Quello che ha permesso alla storica scuderia genovese di tagliare il traguardo dei cinquant’anni. “Avevo tre anni, quando un piccolo gruppo la fondò, ero troppo piccolo per essere uno di loro”, fa notare Fabrizio. È commosso, il patron di oggi.

A festeggiare il compleanno sono arrivati in tanti. Campioni e meccanici, appassionati e dirigenti. Ci sono Cesare Fiorio e Nik Gullino, Andrea Navarra e Simone Campedelli, Andrea Aghini e Lucio Guizzardi, Dario d’Esposito ed Emilio Radaelli. Andrea Dallavilla e Renato Travaglia, Piero Longhi e Giacomo Pelganta. E chissà quanti altri. Tutti con gli occhi lucidi. Tutti orgogliosi di avere per un giorno, una stagione o una vita indossato una maglietta o una tuta con il Grifo. Hanno scritto la storia di una squadra che non è mai stata e mai sarà come le altre perché, osserva Fabrizio, la Scuderia Grifone ha sempre avuto tante anime.

Anche per questo, forse, esiste ancora. È sopravvissuta alle altre scuderie dei tempi eroici dell’automobilsmo. Alla Biondetti e alla Sant’Ambreus, al Racing Club 19. Pure al Jolly Club, per tanto tempo la sua rivale classica. Grifone-Jolly era derby perenne, un po’ come Juve e Inter. Solo che i tanti Luciano Moggi erano dalla parte milanese. Non importa: “La nostra credibilità - diceva con la solita semplicità Luigi - l’abbiamo conquistata senza mai ricorrere a sotterfugi…”.

di Guido Rancati

Nella foto, Fabrizio Tabaton e Mirko Perissutti in gara al Giro di’Italia 1980 con la Lancia Stratos