20 Lug [19:25]
Jari-Matti Latvala
Sébastien Loeb ha pochi dubbi: “È possibile che da qui a qualche stagione, quando Marcus Gronholm e io cominceremo ad essere un po’ troppo vecchi per continuare a darci dentro, sarà Jari-Matti Latvala a dominare la scena”. Malcolm Wilson ne ha persino meno del pluridecorato alsaziano: “Jari-Matti è sicuramente un talento, un grande talento. Ed è pure nettamente più intelligente della media”.
Ventidue anni compiuti lo scorso 3 aprile, il ragazzo finlandese ancora non ha vinto niente di veramente importante. Ma è già più di una promessa. Va forte e sbaglia il giusto per uno della sua età che si ritrova per la prima volta a maneggiare con una certa frequenza una vuerrecì. E si sente addosso gli occhi di tutti. Soprattutto quelli del padre-padrone della M-Sport. “Con lui – dice il boss del braccio armato della Ford nel mondiale rally – non è necessario fare grandi discorsi: spesso, quasi sempre, gli basta guardarmi per capire cosa penso”. Nel bene e nel male. Come a gennaio, a Valence, quando Latvala si presentò al controllo prima del parco assistenza con il roll-bar piegato.
Educato, molto ben educato, aria da primo della classe per via degli occhiali, ha debuttato giovanissimo nella serie iridata: era il 2002 e ancora non aveva diciotto anni. A spingerlo, papà Jari, imprenditore nel campo della macchine per il movimento terra con qualche esperienza corsaiola, e Timo Jouhki. Ma soprattutto una passione coltivata fin fa bambino.
Dice che il suo idolo era ed è Henri Toivonen, anche se l’ha visto in azione solo nei filmati. Anche se, con le corse, ha un approccio diverso. “È così– spiega –per forza. Con tutti i programmi che la squadra deve seguire quest’anno, se faccio troppi danni resto a piedi e invece ho bisogno di correre tanto e dappertutto”. Riflette, l’ennesimo “Flying Finn” arrivato sul palcoscenico mondiale. Parecchio. Ha pure la capacità di analisi propria dei grandi. E ovviamente il piede. Con la Focus, l’ha dimostrato spesso. Ha vinto una prova in Norvegia quando i giochi erano ancora tutti da fare, è stato in testa in Sardegna. Lampi non casuali: certe imprese riescono solo a chi è dotato davvero.
Jari-Matti lo è. E non fa il fenomeno: incassa i complimenti che sempre più spesso gli piovono addosso, ma è sempre pronto a fare autocritica.
“È stato bello averlo con noi l’anno scorso”, sospirano gli appassionati del Motoring Club Sernaglia. Anche per lui lo è stato: con la struttura trevigliana, ha messo tutti in riga in Produzione in Australia e in Nuova Zelanda. L’esperienza accumulata con l’Impreza Gruppo N gli è servita, pur se fa notare che con una Wolrd Rally Car cambia proprio tutto. È per questo che Wilson gli ricorda di non avere troppa fretta. Con lo sguardo, perché le parole non sempre sono necessarie.
di Guido Rancati